La Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia ogni anno mette a disposizione di giovani artisti degli spazi per sviluppare la loro creatività.
Si tratta di una iniziativa che trova origine nei principi fondanti dell’istituzione veneziana e che tutt’oggi rappresenta una grande opportunità per molti
Tutto nacque da un semplice e lungimirante atto di generosità nel 1898: la duchessa Felicita Bevilacqua La Masa (1822-1899) donò, tramite testamento, il palazzo di Cà Pesaro posto sul Canal Grande al fine di ospitare giovani artisti. La vita della duchessa fu dedicata alle vicissitudini di un’Italia nei primi decenni dall’unificazione; lei, vedova del generale Giuseppe La Masa, un anno prima dalla morte lasciò al Comune di Venezia il palazzo di Cà Pesaro, purché fosse impiegato per agevolare i “giovani artisti ai quali è spesso interdetto l’ingresso nelle grandi mostre”. Gli esordienti e di conseguenza le nuove generazioni ottengono per la prima volta una possibilità concreta di poter operare esprimendo ricerche difficilmente realizzabili a livello singolo. A dieci anni dalla morte nel 1908, nacque l’omonima Fondazione, inizialmente denominata Opera Bevilacqua La Masa, al fine di permettere l’attuazione delle volontà indicate dalla duchessa: nella sua residenza privata di Cà Pesaro, il piano nobile e gli ammezzati vengono destinati all’attività espositiva, mentre il terzo piano è dedicato alla collocazione di quattordici studi/residenze gratuiti per gli artisti. Dunque, un luogo che sintetizzasse contemporaneamente la possibilità di operare materialmente unendo la visibilità espositiva con la parte commerciale della vendita.
In questo modo partì la Collettiva nr. 0 che, grazie all’idea del primo segretario Nino Barbantini, prevedeva una mostra composta da un mix di opere suddivise tra giovani artisti del triveneto assieme a quelli più conosciuti dell’epoca. Nel primo biennio, al fine di dare maggiore visibilità, le collettive programmate erano due, ma già dal 1910 si passò a un unico evento annuale sempre caratterizzato da un ampio seguito nazionale. Nel corso del Novecento il Museo d’Arte Moderna, inizialmente posto al primo piano, prese più spazio a Cà Pesaro e di conseguenza gli studi passarono nelle sedi di Palazzo Carminati a San Stae e nel complesso dei Santi Cosma e Damiano nell’Isola della Giudecca. Negli anni giovani esordienti che frequentarono l’Opera Bevilacqua La Masa si dimostrarono artisti di notevole caratura quali per esempio Pio Semeghini, Gino Rossi, Eugenio Da Venezia, Gigi Candiani, Marco Novati, Emilio Vedova, Giuseppe Santomaso, Riccardo Schweizer, Renato Borsato, Vincenzo Eulisse, Giuseppe Gambino, Giampaolo Domestici, Giorgio Di Venere, Davide Orler, Giuseppe Zigaina, Gina Roma, Cesco Magnolato, Ennio Finzi, Corrado Balest, Saverio Barbaro, Franco Costalonga, Oddino Guarnieri, Carmelo Zotti, Fabrizio Plessi e Riccardo Licata.
A livello di regolamento, la BLM annualmente assegna dodici studi d’artista, precisamente cinque nell’isola della Giudecca e sette nella sede di Palazzo Carminati, utilizzabili per dodici mesi dai giovani selezionati come atelier personali, da non confondere con il significato di residenze personali, tramite un bando di concorso. Gli aspiranti, per partecipare alla selezione, devono possedere come da regolamento: un’età inclusa nell’intervallo tra i 18 e 35 anni alla data del bando, una residenza o domicilio per motivi di studio nel Triveneto, un indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) non superiore ai 15.000 €, oltre ad essere iscritti all’Archivio Artisti della Fondazione Bevilacqua La Masa. A tali requisiti iniziali, successivamente i curricula personali, uniti ai progetti di lavoro degli aspiranti, saranno valutati da una commissione presieduta dalla presidente della Fondazione.
I vincitori, al di là del progetto da ideare, sono coinvolti nell’anno da un calendario di appuntamenti che ha inizio con gli Artists’ Talk & Open Studios, durante i quali gli artisti presentano al pubblico a Palazzetto Tito le loro ricerche e i progetti futuri aprendo ai visitatori gli studi appositamente allestiti. A giugno, invece, si rinnova l’impegno degli artisti durante la Notte Bianca dell’Arte, che li vede confrontarsi con le importanti sedi della Fondazione Musei Civici di Venezia. Ulteriori momenti espositivi si terranno in occasione del Premio Stonefly Cammina Con l’Arte e la mostra di fine residenza, che dal 2008 è accompagnata da una preziosa pubblicazione edita da Moleskine. A questi momenti istituzionali si affiancano le iniziative organizzate dagli stessi assegnatari, nonché le studio visit grazie alle quali curatori, critici e galleristi italiani e stranieri possono conoscere privatamente le singole ricerche artistiche. Un anno dunque tutto da vivere nel quale ogni singolo artista è conscio che l’opportunità ottenuta è da far fruttare positivamente nell’ambito di una costante ricerca. Quest’ultima è la vera e propria chiave di lettura, perché in un’arte dove moltissimo si è esplorato non è così facile arrivare a dei contenuti interessanti.
È pur vero che avere di fronte un’opera con i tagli di Lucio Fontana attraverso la quale ispirarsi, tramite una riproposizione a quarant’anni di distanza, non è la miglior situazione per fare arte. Di conseguenza la disamina parte da una riflessione con una prospettiva diversa, tendendo a rendere partecipi gli artisti selezionati all’interno di situazioni che loro stessi vivono o percepiscono attorno alla (nostra) società contemporanea. La tecnica rappresentativa si diversifica in base alla tematica che conduce al progetto: video, foto, pittura, scultura, libri d’artista, musica, teatro e quant’altro. In sintesi, tutto ciò che viene percepito a 360 gradi viene filtrato da ogni singola personalità per l’ottenimento di progetti e risultati mai banali. Dunque, un 2014 tutto da vivere per artisti che sono agli inizi di un lungo percorso nell’Arte.
Attuali assegnatari, attivi nei diversi ambiti delle arti visive, sono: Giuseppe Abate e Paola Angelini, Anemoi (gruppo), Marko Bjelančević, Saverio Bonato, Pamela Breda, Samuele Cherubini, gli Impresari (gruppo), Graziano Meneghin e Jacopo Trabona, Fabrizio Perghem, Fabio Roncato, Caterina Erica Shanta, Eleonora Sovrani.
Giuseppe Abate (Bari 1987) e Paola Angelini (S.Benedetto del Tronto 1983)
Arte è risposta alla paura della morte perché, producendo continuamente, si crea un processo vitale. Quindi una rimodulazione continua.
La tecnica è definita nella pittura come mezzo e modello di conoscenza, scambio e relazione.
Alla Bevilacqua La Masa si farà, si sperimenterà un progetto intitolato “le locuzioni della pittura” per sottolineare e decontestualizzare le immagini che ci circondano con interventi pittorici reciproci.
Anemoi (Gruppo, 2013): Daniela da Silva Ferreira, Laura Di Nicolantonio, Maria Elena Fantoni e Natasa Vasiljevic
Arte è analisi, apertura e inversione di alcune logiche
La tecnica è definita come relazionale muovendosi su diversi livelli. In sintesi, analizzare e riflettere ciò che ruota attorno l’arte e la realtà.
Alla Bevilacqua La Masa si farà, si sperimenterà un’analisi continua, attraverso esercizi che diventeranno progetti coinvolgendo anche persone esterne. Dunque un laboratorio in continua proposizione.
Pamela Breda (Vittorio Veneto 1982)
Arte è analisi di criticità. L’arte è pensata e creata per affrontare tematiche che ci circondano all’interno di una disamina critica non standardizzata. La tecnica non ha una definizione perché lavoro per esempio con la fotografia, i video e i libri d’artista a seconda del tipo di progetto che sto affrontando. Alla Bevilacqua La Masa si farà, si sperimenterà analizzando alcuni miti della contemporaneità attraverso le favole che spesso non sono percepite come tali.
Fabio Roncato (Rimini 1982)
Arte è un linguaggio di sintesi attraverso il quale si possono esplicitare e descrivere sensazioni e contenuti altrimenti complessi
La tecnica è definita come ciò che mi è utile al progetto cui lavoro. Non ne ho una precisa perché utilizzo pittura, scultura video e quant’altro.
Alla Bevilacqua La Masa si farà, si sperimenterà un lavoro sul territorio e sui cambiamenti che lo stanno trasformando. Unirò la laguna di Venezia e la cosmologia attraverso le variabili che sottintendono i volumi acquosi.
Saverio Bonato (Schio 1991)
Arte è sperimentazione facendo esperienza di tutte quelle situazioni che si trasformano successivamente in nuovi contenuti.
La tecnica è definita come un rapporto con il mondo che mi circonda per estrapolare nuove situazioni.
Alla Bevilacqua La Masa si farà, si sperimenterà due progetti. Il primo è legato ai malati di alzheimer con un’installazione sonora nella quale gli spettatori si ritroveranno all’interno di una casa di accoglienza, mentre il secondo tratta l’inquinamento provocato dal polo Ilva nella città di Taranto con delle tele denominate monocromi tarantini.
Fabrizio Perghem (Rovereto 1981)
Arte è un divenire.
La tecnica è definita come un’attitudine d’intervento nello spazio che a sua volta cambia in base a quello che l’ambiente mi offre e suggerisce.
Alla Bevilacqua La Masa si farà, si sperimenterà il rapporto con la popolazione e gli spazi di Venezia sfruttando anche quello che il caso mi offrirà.
Marco Bjelancevic (Rovigno 1989)
Arte è una promessa di felicità che non viene mantenuta.
La tecnica è definita come fortunata e mista.
Alla Bevilacqua La Masa si farà, si sperimenterà cercando d’innalzare l’asticella per provare a saltare più in alto.
Graziano Meneghin (1982) e Jacopo Trabona (1989)
Arte è una narrazione in divenire che concerne l’oggi.
La tecnica è definita come un editing del presente che assuma delle forme che invadano i sensi.
Alla Bevilacqua La Masa si farà, si sperimenterà costruendo un work in progress allestitivo della durata di un anno dal titolo “tutto ciò che qui c’è, lo si può trovare anche altrove; ma ciò che qui non si trova, non esiste in nessun luogo”.
Samuele Cherubini (Brescia 1984)
Arte è perseguire le proprie ossessioni alimentandole continuamente, quindi ricercare gli stimoli all’interno del proprio linguaggio.
La tecnica è definita come ossessione perché ha molta assonanza con la parola fare, costruire e assemblare.
Alla Bevilacqua La Masa si farà, si sperimenterà mettendo in discussione il mio linguaggio. Proseguo il mio personale progetto crescendo a livello artistico.
Eleonora Sovrani (Ferrara 1984)
Arte è creare un’avventura investigativa della realtà quotidiana all’interno di una costante esplorazione.
La tecnica è definita come un processo creativo che si sviluppa in una continua ricerca.
Alla Bevilacqua La Masa si farà, si sperimenterà un lavoro relazionato alle immagini che si determinano e si elaborano dai motori di ricerca internet sempre in costante relazione con la realtà e il vissuto.
Caterina Erica Shanta (Landstuhl, Germania, 1986)
Arte è un linguaggio che si esplica in modo personale. Una relazione tra persone la cui produzione prende forma.
La tecnica è definita attraverso l’utilizzo d’immagini di archivi fotografici, unitamente alla produzione di documentari.
Alla Bevilacqua La Masa si farà, si sperimenterà producendo un documentario sul cinema a Venezia durante la seconda guerra mondiale. Una Cinecittà trasferita per breve tempo all’isola della Giudecca.
Gli Impresari (Gruppo): Edoardo Aruta (Roma 1981), Marco Di Giuseppe (Roma 1984) e Rosario Sorbello
(Catania 1978)
Arte è non comunicazione nel senso classico del termine perché non ha la caratteristica della trasparenza. In sintesi è un mix di elementi che descrivono la complessità insita nel concetto stesso di arte.
La tecnica è definita come la capacità di destrutturare e rimodellare la realtà, costruendo un linguaggio di meraviglia e illusione. In sintesi saper ingannare lo sguardo.
Alla Bevilacqua La Masa si farà, si sperimenterà mettendo in scena alcune macchine del 1600 elaborate e sviluppate da Giovan Lorenzo Bernini per alcuni spettacoli teatrali, utilizzando materiali basici utili per il nostro focus di macchinazione e meraviglia.