Uno studio ha dimostrato che questa quantità di attività a un ritmo normale può bastare per ridurre del 26% il rischio di insufficienza cardiaca, in particolare nelle donne over 60
La bella stagione è in arrivo e come ogni anno guardandoci allo specchio e pensando alla fatidica “prova costume”, se non siamo in forma, scatta l’ansia e si corre ai ripari iniziando a fare attività fisica con la speranza di riuscire a buttare giù qualche chilo di troppo.
Non scopriamo l’acqua calda se diciamo che muoversi fa bene alla salute in generale e a quella del cuore.
In particolare, camminare è associato a una serie di benefici per la salute tra i quali appunto la riduzione del rischio di malattie cardiache, del diabete, della demenza e di alcuni tipi di tumore.
Tuttavia gli italiani sono pigri e il nostro Paese occupa il terzo posto tra quelli europei per mortalità legata all’inattività fisica.
L’Organizzazione della Sanità stima che oltre 88 mila morti all’anno siano legate alla sedentarietà, vale a dire il 14,6% di tutti i decessi.
La situazione allarma soprattutto tra i giovani se si considera che nel 2022 solo l’11% degli undicenni e appena il 5% dei quindicenni rispettavano le raccomandazioni fornite dalla stessa Organizzazione sull’attività fisica giornaliera. Numeri che hanno portato l’Italia all’ultimo posto in Europa per questa fascia d’età.
Pochi passi riducono del 26% il rischio di insufficienza cardiaca delle over 60
I consigli degli esperti dicono che bisognerebbe fare almeno 150 minuti di attività fisica moderata a settimana.
In realtà i numeri relativi al 2020 dicono che solo il 19% degli adulti italiani soddisfaceva questa raccomandazione rispetto a una media europea del 32%. Quanto dovremmo camminare in una giornata? Le linee guida generali per mantenersi in salute indicano una media di almeno 10 mila passi al giorno, non tenendo conto delle differenze individuali come l’età, la condizione fisica, o altre esigenze di ogni singola persona. Bastano in realtà pochi passi, secondo quanto emerge da un recente studio dell’Università di Buffalo, negli Stati Uniti, pubblicato su Jama Cardiology.
L’analisi ha evidenziato che nelle donne sopra i 60 anni il raggiungimento di un traguardo quotidiano di circa 3.600 passi è associato a una riduzione del 26% del rischio di insufficienza cardiaca, una condizione che in età avanzata tendono a sviluppare più frequentemente degli uomini.
Sono state coinvolte oltre 9 mila e 200 donne di età compresa tra 63 e 99 anni, tra le quali circa 6 mila senza scompenso cardiaco noto. Di loro è stata misurata l’attività fisica con accelerometri, il tempo sedentario e il rischio di insufficienza cardiaca per una settimana.
Un passo avanti nella prevenzione
I risultati dello studio hanno evidenziato che il rischio di insufficienza cardiaca diminuiva del 12% per ogni 70 minuti di attività fisica leggera come svolgere le faccende domestiche e del 16% ogni 30 minuti di attività moderata o vigorosa, come camminare a ritmo normale o salire le scale.
A partire da 2.500 passi al giorno e con maggiori quantità di attività quotidiane leggere o moderate il rischio va diminuendo, al contrario ogni ora e mezza di sedentarietà era associata a un rischio maggiore del 17%.
La ricerca apre a nuove frontiere sulla prevenzione con un approccio innovativo in quanto ha preso in considerazione due sottotipi di insufficienza cardiaca concentrandosi in particolare su quella con frazione di eiezione (la quantità di sangue espulsa dal cuore a ogni contrazione) preservata, la forma più comune riscontrata nelle donne anziane e tra le minoranze razziali ed etniche per le quali attualmente esistono poche opzioni terapeutiche consolidate. E’ la situazione in cui il cuore non si rilassa normalmente dopo la contrazione, compromettendo la sua capacità di riempirsi di sangue nonostante la frazione di eiezione rimanga normale. Anche la valutazione del numero di passi giornalieri rappresenta un messaggio preciso e di facile lettura perché sia tradotto in beneficio per la salute con il supporto di prove scientifiche.
Promuovere l’attività fisica giova alla salute
Come spiegano gli autori dello studio, i risultati ai quali si è arrivati suggeriscono che promuovere l’attività fisica regolare e un periodo sedentario minimo nelle donne anziane risulta importante per la prevenzione primaria dell’insufficienza cardiaca e del suo sottotipo con frazione di eiezione preservata. Inoltre offrono prova concreta per consigliare ai pazienti anziani l’importanza di mantenere un livello moderato di attività fisica quotidiana come parte integrante della loro routine per un invecchiamento in buona salute.