Inaugurato il rinnovato impianto ampezzano che ospiterà le gare delle Olimpiadi invernali 2026. Zaia: “La sfida è vinta”
È stata probabilmente il nodo più delicato tra tutte le tappe di avvicinamento alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026.
Perché Cortina d’Ampezzo, che aveva ospitato nel 1956 la VII edizione dell’appuntamento invernale a cinque cerchi, una pista da bob, quella dedicata a Eugenio Monti, uno degli atleti più titolati della storia di questa disciplina, la aveva.
Ma, al tempo stesso, l’impianto versava in condizioni di abbandono tali da rendere impossibile l’idea di gareggiarvi.
A ottobre 2023, così, dopo le dichiarazioni del presidente del Coni, Giovanni Malagò, in occasione della sessione del Comitato olimpico internazionale a Mumbai, iniziarono a circolare le ipotesi alternative: da quella di Cesana, utilizzata nel 2006 per le Olimpiadi di Torino, a quelle estere di Innsbruck e St. Moritz. E invece no: con un intervento dai tempi molto rapidi, la pista di Cortina è stata rinnovata e, a poco meno di un anno dal via delle Olimpiadi, è pronta a ospitare le competizioni di bob, skeleton e slittino.
Il “miracolo” della nuova pista Eugenio Monti
Formata da un budello lungo 1749 metri (di cui 1730 di toboga ghiacciato, con 16 curve) per un dislivello di 110 metri tra partenza e arrivo e un’accelerazione di 140 km/h, la nuova pista di bob di Cortina, che ricalca il tracciato di quella precedente, è stata ufficialmente inaugurata il 25 marzo, dopo gli ultimi test dei giorni precedenti, a partire quello dell’azzurro di skeleton, l’atleta ampezzano Mattia Gaspari, che ha confermato il giudizio di eccellenza espresso dai tecnici delle discipline sportive coinvolte. Risultato anche questo da non sottovalutare, che conferma come, nonostante i tempi di realizzazione abbiano superato di poco l’anno, la rapidità intervento non abbia minimamente influito sugli aspetti qualitativi dell’opera. “La nuova “Eugenio Monti” non sarà solo la pista più iconica dal punto di vista sportivo: definiamola un po’ come il nostro Guggheneim Museum, perché qui si verrà a vedere un’opera unica dal punto di vista architettonico e ingegneristico”, ha sottolineato a riguardo il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nel corso del suo intervento per l’apertura ufficiale dell’impianto.
Bob: “Una sfida vinta”
“ Abbiamo vinto la sfida – ha proseguito Zaia – e realizzato un pezzo di storia, recuperando un’area e una pista abbandonate che erano ridotte a una sorta di discarica a cielo aperto. Abbiamo risanato un versante di montagna devastato anche con la ripiantumazione addirittura di diecimila alberi. Quassù abbiamo dimostrato che la volontà e la determinazione portano ai risultati”. Per la pista, costata 118,4 milioni di euro, sono iniziati ora i test sulle misure di sicurezza e il rispetto dei parametri sportivi in vista dell’omologazione definitiva da parte del Cio, che, come ha ricordato proprio Luca Zaia, “ha detto che questa sarà l’ultima pista di bob realizzata al mondo”.
Essere arrivati, ad appena 13 mesi dall’apertura del cantiere, all’ inaugurazione di quello che lo stesso presidente del Veneto definì a suo tempo “un monumento alla follia” è però già un risultato eccezionale. “Per me – conclude Zaia – è una grande soddisfazione, non lo nego. Sono partito da un’idea a fronte di un sacco di scettici che dicevano che sarebbe stato un fiasco e che era una presa in giro per i cittadini. Invece a Cortina verranno in centinaia di migliaia e saremo visti sui vari canali media da almeno 3 miliardi di persone”.
Un biglietto da visita per le imprese italiane, un volano per l’economia
La velocità del cantiere, che ha impiegato oltre 130 operai e che resterà aperto fino al 5 novembre 2025 per le opere di rifinitura, ha consentito di recuperare il tempo perso inizialmente, quando il primo bando per la realizzazione andò deserto, determinando anche un aumento dei costi dagli iniziali 81 milioni di euro.
A quel punto, la sfida fu raccolta dalla Pizzarotti, uno dei principali player dell’edilizia nostrana. Ma la vittoria, come sottolinea il presidente dell’Ance Veneto, Alessandro Gerotto, è dell’intero settore, rimarcando che “sarà un gioiello tutto italiano”. “Quando le imprese di costruzione sono messe nelle giuste condizioni di lavorare – ha dichiarato – non ci sono tempi e inghippi che tengano. Una costruzione a tempo di record che supera qualsiasi polemica ed ennesima dimostrazione che, se vogliamo, possiamo”. L’impegno dei costruttori non si limita però alla pista di bob, visto che si continua a lavorare anche negli altri cantieri per le infrastrutture nel Bellunese. Perché ospitare i Giochi è un impegno gravoso, ma che, se svolto con i giusti criteri, può tradursi in un importante volano anche per l’economia. “Banca Ifis – ha ricordato Zaia – indica un valore di 5 miliardi e 300 milioni. In più, e scusate se è poco, realizziamo un miliardo e 800 milioni di opere pubbliche che non avremmo visto nemmeno in sogno se non avessimo avuto le Olimpiadi”.
Alberto Minazzi