Il documento con la strategia fino al 2030 approvato dal Consiglio regionale. L’assessore Marcato; “Veneto di “classe A”, sostenibile economicamente, ambientalmente e socialmente
Sostenibilità economica, ambientale e sociale come “fari” per orientare la transizione energetica e creare un Veneto “di classe A”, come lo ha definito l’assessore regionale all’Energia, Roberto Marcato. Sono obiettivi ben precisi, “ambiziosi e sfidanti” sempre nelle parole di Marcato, quelli a cui mira la Regione attraverso il Nuovo Piano Energetico Regionale (Nper), che è stato approvato dal Consiglio Regionale. Una road map per i prossimi anni che potrà contare su un investimento complessivo da oltre 8,7 miliardi di euro di risorse pubbliche, dalle quali, secondo le stime della Cgia, deriverà un notevole impatto economico: oltre 19,7 miliardi di euro sul fronte del valore della produzione e più di 107 mila addetti attivati. Un Piano che però, almeno al momento, non inserisce tra le grandi sfide della Regione quella legata all’energia nucleare, in attesa degli sviluppi sulla normativa nazionale di riferimento, ribadendo invece fin da ora esplicitamente il “no” dell’Amministrazione alle trivelle per l’estrazione del gas, senza però escludere un potenziamento del rigassificatore.

Le sfide energetiche del Piano verso il Veneto del 2050
“Guardo al Veneto del 2050 e vedo una terra che consumerà meno energia e che la produrrà in modo sostenibile”, ha dichiarato l’assessore dopo il via libera al documento di programmazione strategica. Il testo di oltre 1.200 pagine approvato a Palazzo Ferro-Fini, che partiva da quello licenziato dalla Giunta il 9 aprile 2024, è frutto di un lungo confronto pubblico con enti locali, parti economiche e sociali, associazioni di categoria e università. Un lavoro di consultazione nel quale sono state proposte 95 osservazioni, valutate favorevolmente nell’84% dei casi, prima degli oltre 100 emendamenti discussi in aula. Anche se l’orizzonte temporale per i risultati è quello di metà secolo, il Nper si concentra però sulle politiche energetiche che la Regione adotterà da oggi al 2030. “Vedo un Veneto in cui la transizione energetica si farà attraverso la sostenibilità anche economica, assieme a quella ambientale e sociale”, ha dunque aggiunto Marcato. Che ha quindi individuato le 4 sfide fondamentali che la Regione ha fatto proprie, sentendosi pronta per affrontarle: l’incremento delle fonti rinnovabili, la riduzione delle emissioni inquinanti, il miglioramento dell’efficienza energetica, l’introduzione dell’idrogeno verde. Un Piano che muove dunque in primis dalla produzione, mirando a ridurre le importazioni di energia.

Il Veneto e le rinnovabili
Il Nper, spiega Roberto Marcato, “traghetterà la nostra Regione verso una nuova energia, sempre più vicina, sempre più pulita”. Una dichiarazione che conferma la scelta di puntare con ancor più decisione sulle fonti rinnovabili, con l’obiettivo di arrivare a coprire, entro i prossimi 5 anni, il 43% dei consumi con l’energia prodotta in Veneto, attraverso un aumento di 5,7 TWh ogni anno. Una strada che passerà principalmente attraverso fotovoltaico e agrifotovoltaico, non potendo puntare sull’eolico, se non quello offshore, ma comprendendo anche il termale e cercando di favorire la nascita di nuove comunità energetiche. Attraverso il nuovo Piano, insomma, si alza ulteriormente l’asticella, partendo dall’ampio superamento del livello di crescita delle rinnovabili previsto all’interno del vecchio strumento legislativo dedicato alle politiche energetiche. Nuovi traguardi che l’assessore ha così riassunto: “Riduzione della dipendenza energetica del Veneto dal 50% attuale di energia importata a circa il 34% del 2030. Riduzione dei consumi energetici di 1,13 Mtep, pari al 10% dei consumi veneti nel 2019. Riduzione delle emissioni di CO2 per quasi 15 milioni di tonnellate, pari a circa 148 milioni di nuovi alberi piantati. E riduzione di CO2 nei settori trasporti, civile, agricoltura, rifiuti e piccola industria pari a circa 3.5 milioni di tonnellate, equivalenti a un bosco esteso quanto la provincia di Belluno”.
Le 3 principali strategie attuative
Il Veneto, del resto, con 228.013 impianti fotovoltaici in esercizio, è numericamente al secondo posto in Italia, con una terza posizione per potenza fotovoltaica installata, pari a 3.168 MW. Secondo i dati del Gestore dei servizi energetici al 31 dicembre 2023, buono anche il dato relativo all’idroelettrico, settore già a pieno regime, con il quinto posto nazionale per potenza efficiente lorda (1.201 MW) e il quarto per produzione (3.608 Gwh). Ancora, la regione è terza per produzione di energia elettrica (1.728 GWh), seconda per la produzione di energia da fonte geotermica (32,7 ktep), terza nell’energia trasferita da pompe di calore per riscaldamento e raffrescamento, con 385 ktep. Un ulteriore aumento sostenibile delle rinnovabili è però solo la prima delle 3 principali strategie attuative immaginate nel Piano per il sistema energetico del Veneto del futuro. Marcato indica infatti anche la diversificazione delle fonti e il contenimento dei consumi, con oltre 100 azioni previste, tra cui “il potenziamento delle infrastrutture energetiche, il trasporto green, interventi nell’ambito dell’efficientamento energetico, il sostegno a ricerca e innovazione nel campo della transizione energetica, l’incentivo alle Comunità energetiche rinnovabili, la creazione di una filiera veneta dell’idrogeno”.
Alberto Minazzi