Con l’autorizzazione dell’impianto Sapio, il progetto di trasformare l’ex Petrolchimico in un hub sostenibile è sempre più vicino
Il “sogno di trasformare Marghera in un grande hub di innovazione e sostenibilità”, come lo ha definito l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Veneto, Roberto Marcato, è sempre più vicino ad avverarsi. L’iter per far nascere nell’area dell’ex Petrolchimico, sfruttando i fondi Pnrr, la più grande Hydrogen Valley d’Italia ha infatti aggiunto un altro fondamentale tassello: la firma da parte dell’Autorità di sistema portuale del decreto di autorizzazione per la realizzazione di un nuovo impianto per la produzione di idrogeno green nello stabilimento Sapio.
“Confermiamo – commenta Andrea Bos, presidente di Hydrogen Park – che resta fissato l’obiettivo di giugno 2026 per la produzione del primo kg di idrogeno verde “veneto”.

L’impianto Sapio
Il cronoprogramma sta infatti procedendo nel rispetto delle scadenze previste, con il prossimo step che passa attraverso la conferenza di servizi per ottenere l’Autorizzazione Integrata Ambientale.
arà l’ultimo passaggio amministrativo prima dell’apertura dei cantieri, che potrebbe avvenire già il prossimo maggio, con consegna degli elettrolizzatori a gennaio 2026. Il nuovo impianto di produzione dell’idrogeno, realizzato in un’area dismessa e sfruttando le infrastrutture esistenti, sarà del tutto autonomo e indipendente dai cicli produttivi dello stabilimento Sapio e sarà alimentato da un impianto fotovoltaico e da altre fonti energetiche rinnovabili. Avrà una capacità nominale complessiva di 4,59 megawatt, corrispondenti a una capacità di produzione oraria di circa 1.000 metri cubi di idrogeno.
“Una volta avviato – precisa Bos – produrrà da subito in scala industriale, senza la previsione di un periodo sperimentale”.
L’importanza della Zls, un “acceleratore per i progetti di sviluppo”
La rapidità dell’iter verso la realizzazione è stata resa possibile soprattutto da due fattori. Il primo, sottolineato dal presidente di Hydrogen Park, è dato dal “grande lavoro di squadra e dialogo tra istituzioni, che hanno creduto fin da subito al progetto, dandoci il loro sostegno”. Dal punto di vista amministrativo, evidenzia invece Marcato, è legato al fatto che il Veneto sia stata “la prima Regione ad aver istituito una Zls: ora ne raccogliamo i frutti ed è solo l’inizio di quanto sarà possibile attivare grazie ad essa”.
La Zona Logistica Semplificata di Venezia e del Rodigino, che ha abbreviato i tempi di progettazione e autorizzazione, potrà dunque produrre “investimenti economici per 2,5 miliardi”, aggiunge l’assessore. “Un acceleratore per i progetti di sviluppo”, come ha rimarcato il presidente dell’Autorità portuale, Fulvio Lino Di Blasio, ricordando che si tratta della “quarta autorizzazione rilasciata tramite procedura Zls-Sua dall’inizio dell’anno, cui ne seguiranno molte altre”.

Il ruolo-chiave di Porto Marghera
Di Blasio ribadisce quindi come “Porto Marghera è stata e continuerà a essere luogo di innovazione per il settore energetico”, potendo “giocare un ruolo chiave nella transizione energetica del Veneto”.
L’impianto di produzione di idrogeno verde va così “inserito in un processo virtuoso di decarbonizzazione” come “un anello della catena di costruzione di un hub energetico”, che può contare su spazi, infrastrutture e presenza di grandi aziende in possesso di un importante know-how. “Per Porto Marghera – conferma Andrea Bos – c’è un progetto integrato improntato alla strategia industriale di aggregare l’esistente, sfruttando le caratteristiche del Petrolchimico: dalla non interrompibilità delle forniture elettriche, importante sia per la sicurezza che sul piano industriale, alla presenza, unico porto in Italia e uno dei pochi in Europa, di tubazioni già posate, che non avranno bisogno di ulteriori valutazioni di impatto ambientale”.
Un’economia circolare al servizio di tutto il territorio veneto
L’hub di innovazione energetica, dichiara l’assessore Marcato, si pone in tal modo come “esempio per tutto il Paese”, puntando sull’idrogeno (“la sfida del futuro”) per la riduzione dell’uso del combustibile fossile. L’intervento, inoltre, consente la rivitalizzazione dell’insediamento produttivo secondo i princìpi dell’economia circolare. E l’idrogeno rinnovabile prodotto potrà essere impiegato sia nel settore industriale, che nella logistica, che nella mobilità sostenibile, ma anche in servizi come la raccolta e il trattamento dei rifiuti. “Il progetto di Hydrogen Valley – conclude Bos – si integra con quello di hub energetico, attraverso la creazione di una vera e propria “banca dell’idrogeno”, che garantisca un accesso illimitato alla molecola ai fruitori, anche grazie alla possibilità di importare idrogeno su scala petrolifera, sfruttando gli approvvigionamenti con navi fino a 50 mila tonnellate l’una”.
Alberto Minazzi