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Accise, si cambia: benzina giù, diesel più caro

Accise, si cambia: benzina giù, diesel più caro

Approvato dal Consiglio dei Ministri il progressivo allineamento, da attuare in 5 anni. I calcoli del Codacons sui possibili impatti della novità

Avete un’auto con motore diesel? Preparatevi a pagare, nei prossimi 5 anni, progressivamente sempre di più il pieno, al di là dei rincari delle materie prime. Se invece la vostra auto consuma benzina, sono in arrivo nello stesso periodo risparmi di pari entità. E’ l’effetto del meccanismo di allineamento delle accise sui carburanti contenuto nel decreto legislativo di revisione delle disposizioni in vigore approvato in esame definitivo dal Consiglio dei ministri nell’ultima riunione di giovedì 13 marzo 2025, tenendo conto dei pareri espressi dalle competenti Commissioni parlamentari e dopo aver ottenuto le intese in sede di Conferenza unificata.

L’allineamento delle accise su benzina e gasolio

A comunicare il via libera al provvedimento, che attua le richieste dell’Unione Europea, è stato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. L’Ue aveva inserito infatti il disallineamento delle accise su benzina e diesel nell’elenco dei cosiddetti “sussidi ambientalmente dannosi”.  La differenza è attualmente di 11,1 a favore del diesel: 0,6174 euro al litro contro gli 0,7284 della benzina. Per operare un riequilibrio, il decreto dà dunque facoltà al Governo di aumentare, a partire dal 2025, le accise sul gasolio con una riduzione contestuale di pari entità di quelle sulla “verde”. L’aliquota potrà essere modificata tra 1 e 1,5 centesimi per litro ogni anno, in modo da arrivare, dopo 5 anni, ad applicare la stessa a entrambe le tipologie di carburanti per autotrazione. A decidere l’entità della variazione sarà un apposito decreto interministeriale firmato dai titolari dei Dicasteri dell’Ambiente, dell’Economia, dei Trasporti e dell’Agricoltura.

L’impatto economico del riallineamento

Nonostante sul parco auto di 40,5 milioni di vetture circolanti in Italia ci sia una leggera prevalenza di quelle a benzina (secondo i dati Unrae, poco più di 17 milioni, il 42% del totale, contro 16,6 milioni di veicoli diesel, pari al 40,9%), il consumo di gasolio è più elevato. Insieme all’impatto negativo in termini di emissioni di anidride carbonica, sono proprio le considerazioni sull’attuale configurazione del mercato nazionale dei carburanti, come sottolinea la stessa relazione tecnica del decreto legislativo, uno dei motivi che fanno apparire il differente trattamento tributario “non del tutto ragionevole”. La manovra produrrà dunque un surplus di gettito quantificabile in circa 100 milioni il primo anno e progressivamente crescente fino a 500 milioni il quinto anno. Risorse riguardo alle quali il testo del provvedimento prevede espressamente una destinazione integrale al trasporto pubblico locale.

Costi e risparmi per le famiglie

Sull’altro fronte, le novità avranno un sensibile impatto per le famiglie. Al riguardo, il Codacons ha provato a quantificare le 2 ipotesi estreme: quella che modifica le accise di 1 centesimo e quella che arriva fino a 1,5. Nel primo caso, chi guida un’auto diesel dovrà pagare 0,61 euro in più, Iva compresa, su un pieno da 50 litri, con una spesa annua, considerando una media di 2 pieni al mese, più elevata di 14,64 euro per vettura. L’aggravio complessivo per tutto il parco auto a gasolio sarà di 243 milioni l’anno e 1,21 miliardi in 5 anni. Per converso, gli automobilisti “a benzina” risparmieranno nel loro insieme 249,7 milioni l’anno e 1,25 miliardi nel totale del periodo di riallineamento. Le somme, ovviamente, sono più alte nel caso si opti per una variazione da 1,5 centesimi al litro. In questo caso, si arriva a 0,915 euro in più per un pieno di gasolio (21,96 in un anno, per un totale di 364,5 milioni in 12 mesi e 1,82 miliardi in 5 anni), mentre il risparmio sui rifornimenti di “verde” sarà di 374,5 milioni totali in 1 anno e 1,87 miliardi in 5.

Alberto Minazzi

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