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Spesa “a colori”? Fate attenzione

Spesa “a colori”? Fate attenzione

L’Unione Nazionale Consumatori invita a non sottovalutare le strategie di marketing che puntano sulla cosiddetta “confetti illusion”

Il rosso per dare un’idea di dolcezza e per stimolare l’appetito.
Il giallo per comunicare luminosità e freschezza e per richiamare l’attenzione.
Sono solo due esempi di come le scelte dei colori da far risaltare a seconda dei tipi di prodotti siano fondamentali nelle strategie di marketing. Nel commercio alimentare, prima di tutto. Ma non solo, perché, per esempio, anche il mondo dei cosmetici, dell’high tech e perfino delle banche hanno le proprie tinte di riferimento che aiutano a richiamare maggiormente l’attenzione dell’utenza. E dunque, ammonisce l’Unione Nazionale Consumatori, che al tema ha dedicato un approfondimento, quando si fa la spesa occorre prestare la massima attenzione. Anche ai colori.

La “confetti illusion” e le confezioni degli alimenti

Una delle basi del marketing alimentare, è la prima considerazione esposta dall’Unc, è quella che, in psicologia, viene definita la “confetti illusion”, con il primo termine usato nell’accezione inglese, ovvero quella di “coriandoli”.
In sostanza, si punta cioè sulla tendenza del nostro cervello a semplificare la complessità della percezione visiva, raggruppando gli elementi simili che vengono così a formare una sorta di insieme unitario. È questa la strategia usata per esempio nella scelta dei colori delle retine che contengono frutta e verdura. L’uso del rosso per le retine delle arance, del giallo per i limoni, del marrone per le patate, del bianco per le cipolle e così via, sottolinea per ciascun prodotto le tonalità che il nostro cervello è abituato a collegare a una merce qualitativamente superiore. Convincendoci in molti casi ad acquistarla.

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Anche per il marketing, ogni cibo ha il suo colore

L’uso del colore nelle strategie di marketing alimentare che puntano sulla psicologia, prosegue l’analisi del presidente di Unc, Massimiliano Dona, si spinge però anche più in là. Ci sono infatti conferme scientifiche di come il rosso sia associato alla stimolazione dell’appetito. Così, oltre all’illusione che le arance vendute in una retina di questo colore siano più mature e più dolci, l’uso del rosso nelle insegne, per esempio, di molti fast food o ristoranti ha proprio l’obiettivo di indurci a mangiare di più e più velocemente.
Spesso le grandi catene lo abbinano al giallo, che invece ha la capacità di attirare immediatamente la nostra attenzione. Messaggi subliminali che, continua l’approfondimento, sono alla base anche di scelte ancor più legate a ciò che si forma inconsciamente nel nostro cervello. Così, bianco e colori “pastello”, associati a un’idea di leggerezza, purezza e benessere, ben si sposano con prodotti light o dietetici. Il verde è invece il simbolo del biologico e del naturale. A tutto questo si aggiungono anche le luci usate nei supermercati: quelle nei reparti frutta e verdura esaltano i colori naturali per far passare un messaggio di freschezza, quelle nel reparto panetteria, più calde, contribuiscono invece ad attribuire ai prodotti un aspetto come se fossero stati appena sfornati.

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I colori che aiutano la vendita degli prodotti (e i suggerimenti per difenderci)

Il marketing dei colori, comunque, non riguarda solo l’alimentare. Nel mondo del lusso, così, dominano nero, oro e argento, che il nostro cervello interpreta come un messaggio di “eleganza”, “esclusività”, “qualità superiore”, sottolinea l’Unione Nazionale Consumatori.
Tocchi di nero e oro, che suggeriscono anche innovazione e potenza, si uniscono invece al bianco nell’high tech.

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Auricolari wireless

Per i cosmetici, c’è anche una distinzione di genere: rosa e colori tenui, come il verde acqua, per i prodotti femminili, mentre nei prodotti maschili dominano il nero e l’arancione.
Le banche puntano invece sul blu, che trasmette affidabilità e sicurezza. “Ma allora, come possiamo difenderci da questa manipolazione cromatica?” si chiede l’Unc. Rispondendo subito che “la consapevolezza è il primo passo”. “Quando fate la spesa – è il consiglio del presidente Dona – prendetevi un momento per chiedervi: “Sto comprando questo prodotto perché ne ho davvero bisogno o perché il suo aspetto mi attrae?” Guardate oltre i colori accattivanti”. Che, conclude l’articolo, “non sono “cattivi” di per sé, ma dobbiamo essere consapevoli di come influenzano le nostre scelte. Solo così potremo essere consumatori veramente liberi e consapevoli”.

Alberto Minazzi

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