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Eleonora Giorgi, un addio che insegna a vivere: "Ogni giorno è un regalo"

Eleonora Giorgi, un addio che insegna a vivere: "Ogni giorno è un regalo"

L’attrice si è arresa a 71 anni a un tumore al pancreas, senza mai nascondere la malattia, ma anzi traendone l’occasione per invitare a vivere la vita fino in fondo

“La morte? Ho temuto più la vita. Ogni giorno è un regalo”.
Bastano queste poche parole, rilasciate recentemente in un’intervista al Corriere della Sera, per capire lo spirito con cui Eleonora Giorgi, una delle attrici-simbolo del cinema italiano degli anni ’70 e ’80, ha affrontato la malattia che oggi, 3 marzo 2025, le ha tolto la vita a 71 anni.

Perché, dopo aver incantato con la sua bellezza nei primi film all’insegna delle pellicole soft-sexy, dopo aver divertito nella sua svolta comica, dopo aver mostrato eclettismo tra tv, teatro, regia e radio, Eleonora Giorgi ha trovato il modo di dare un senso anche alla sua sofferenza.
Non nascondendo, ma anzi raccontando nei dettagli l’evoluzione del suo tumore al pancreas, l’attrice ha voluto infatti lanciare un messaggio sulla base della sua esperienza personale: “Vivete senza sprecare tempo dietro a gelosie, ansie inutili e frustrazioni”.

Una vita all’insegna degli affetti

Nata da padre inglese e madre ungherese, Eleonora Giorgi ha sempre messo al primo posto, anche nei giorni più difficili, la famiglia, che le è stata a sua volta vicina fino all’ultimo. Non a caso, a dare la triste notizia dell’addio sono stati proprio i figli, Andrea Rizzoli e Paolo Ciavarro (che le aveva dato, con Clizia Incorvaia, l’amato nipotino Gabriele), insieme all’ex marito Massimo Ciavarro.
“Stamattina Eleonora Giorgi si è spenta serenamente nell’amore e nell’abbraccio dei suoi figli e dei suoi affetti”, hanno comunicato dalla clinica romana per la terapia del dolore “Paideia”, dove l’attrice era stata ricoverata dopo l’aggravarsi delle sue condizioni. Proprio l’attrice, del resto, aveva sottolineato che, sapendo di non aver futuro, aveva scelto di curarsi soltanto per i suoi figli.

Non lasciate solo chi soffre, soprattutto di domenica, il giorno più triste”, era stato un altro suo messaggio. E il figlio Andrea, nel libro dedicato proprio all’anno segnato dalla malattia della madre, intitolato “Non ci sono buone notizie”, lo aveva definito nonostante tutto “l’anno più bello”, proprio perché trascorso con la famiglia, mai così unita come di fronte al dolore.

Gioie e dolori di Eleonora Giorgi

Pur ammettendo di essere “un personaggio da quando ho 20 anni, ho condiviso tutto”, Eleonora Giorgi è dunque riuscita, oltre ai successi personali, a costruire legami solidi anche nella vita privata. E ciò nonostante il primo matrimonio, con Angelo Rizzoli nel 1979, sia durato pochi anni, visto il colpo di fulmine con il collega Massimo Ciavarro sul set di “Sapore di mare 2” nel 1983.
Una vita che, proprio subito dopo gli esordi cinematografici, era stata segnata dalla morte del fidanzato nel 1974 per un incidente in sella a una moto. Dolore che aveva fatto precipitare l’attrice in un lungo periodo buio dal quale Eleonora Giorgi era riuscita a rialzarsi e a costruire poi una carriera di tutto rispetto.

L’elenco dei registi che l’hanno voluta è lungo e prestigioso: da Tonino Cervi a Giuliano Montaldo, da Alberto Lattuada a Damiano Damiani, Dario Argento, Liliana Cavani. Fino a Carlo Verdone che, dopo le commedie con Adriano Celentano e Renato Pozzetto, la chiamò al suo fianco in “Borotalco”, con cui l’attrice vinse il David di Donatello.

Il tumore al pancreas: un killer spietato

Nella sua morte, Eleonora Giorgi va invece ora ad affiancare altri colleghi, anch’essi stroncati da un tumore al pancreas: il 14° tipo di cancro per incidenza (ogni anno se ne contano 14 mila nuovi casi solo in Italia), ma la 7^ causa di morte per neoplasie, vista la difficoltà di cura, legata anche ai sintomi subdoli e aspecifici all’esordio, che ritardano la diagnosi.
Questo male, per esempio, ha portato via Anna Magnani e Mariangela Melato, ma anche, restando nel mondo artistico, David Bowie e Luciano Pavarotti. Allargando la prospettiva, il tumore al pancreas è risultato letale anche per Steve Jobs, colpito dalla stessa forma neoplastica che, fortunatamente, sembra essere stata presa in tempo utile nel caso di Fedez.

Sono anche molti i nomi noti del mondo del calcio che si sono arresi a questo tipo di cancro. Si ricordano, tra i principali, le bandiere dell’Inter e della Nazionale italiana Giuseppe Meazza e Giacinto Facchetti, l’oriundo italo-argentino Omar Sivori, ma anche Gianluca Vialli (scomparso ad appena 58 anni) e l’allenatore, scudettato con la Lazio, Sven Goran Eriksson.

Alberto Minazzi

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Tag:  cinema