Da goliardata tra amici a fenomeno virale: FantaSanremo riporta i giovani davanti alla TV e coinvolge milioni di giocatori
Poche cosa mettono d’accordo tutti gli italiani, o perlomeno la maggior parte: il cibo, il calcio e la settimana di Sanremo.
L’unione di questi tre ingredienti si chiama FantaSanremo, il fantasy game che, a cinque anni dalla sua comparsa, ha conquistato l’Italia.
Mutuato dal più celebre e secolare Fantacalcio, ideato nel 1990, tra bonus, malus e gloria eterna, fa impazzire ormai milioni di fan. Se nel Fantacalcio si simula la proprietà di una squadra di 23 giocatori, nel FantaSanremo invece si è proprietari di un team di cantanti, che durante le cinque serate del festival possono accumulare o perdere punti.
E il premio in palio è uno dei migliori che si possano ambire: appunto “la gloria eterna”.
Entrando nella leggenda del FantaSanremo.
Come giocare al FantaSanremo
A una settimana scarsa dal via alla kermesse canora più famosa d’Italia (e precorritrice dei festival europei), FantaSanremo conta già quasi 2 milioni e mezzo di squadre iscritte.
Ciò non corrisponde alle persone fisiche iscritte: ogni utente, infatti, può creare al massimo cinque diversi team, e iscriversi con uno di essi fino a 25 diverse leghe (oltre a partecipare automaticamente alla lega “mondiale”, che riunisce tutte le compagini).
Ogni giocatore ha a disposizione 100 baudi – il “baudo” è la valuta utilizzata nel gioco – con il quale “comprare” cinque artisti titolari e due riserve.
Si va dagli artisti più quotati per la vittoria finale (di Sanremo) ai volti meno conosciuti, e quindi più economici.
L’adrenalina che aumenta e scende tra bonus e malus
Ogni serata del Festival, gli artisti vincono o perdono punti: i cosiddetti bonus e malus.
Ciò dipende dalle loro performance, dalla loro presenza scenica, dal modo dunque con cui dominano il palco, dai giudizi delle giurie e dalle dinamiche nel DopoFestival.
Per ogni squadra si elegge un capitano, che raddoppia i punti vinti o persi; questo può cambiare ogni sera.
Durante la serata finale, la classifica definitiva attribuisce il punteggio decisivo all’artista, determinando dunque i vincitori e gli sconfitti del FantaSanremo, nelle varie leghe “pubbliche” e private.
Da gioco goliardico a fenomeno di massa
Nato come gioco goliardico tra amici, il FantaSanremo è diventato velocemente – grazie anche alla “cura” Amadeus – un fenomeno sociale che ha contribuito ad aumentare la visibilità e la fruibilità del Festival stesso, dopo anni in cui sembrava destinato a un pubblico molto più adulto rispetto a oggi.
I giovani, tramite l’interazione social e la vicinanza con più di qualche artista a loro conosciuto, hanno fatto diventare il FantaSanremo un piccolo rituale divertente che riporta gli under35 davanti alla televisione, per tifare un artista o l’altro, incentivando loro a portare a casa più bonus e a evitare i malus.
Anche leghe di aziende e influencer tra gli iscritti
Ciò si è tradotto in un’ampia partecipazione di sponsor e pubblicità, da parte di aziende che fondano la propria lega (a loro nome) e mettendo in palio premi che riguardano i loro prodotti (oltre che a punteggi da loro indicati).
Anche gli influencer del web contribuiscono a incentivare la trepidazione per il fanta-gioco, fondando le loro leghe e riunendo le loro community intorno all’evento sanremese.
Gli stessi artisti, consci dell’esistenza del gioco, giocano a loro volta sulla loro presenza sul palco, facendo deliberatamente aumentare il loro punteggio per avvantaggiare chi li ha “comprati” nel FantaSanremo.
Bonus, malus e colpi di scena: le regole del gioco
I bonus sono tra i più disparati: si va appunto dall’esibizione sul palco, all’essere diretti dal maestro Beppe Vessicchio (+10), al “dare il cinque alla statua di Mike Bongiorno” (+10) o a un semplice “l’accendiamo?” pronunciato da Gerry Scotti (questo bonus va a tutti gli artisti).
Alcuni malus, invece: non ringraziare sul palco, lasciar cadere il microfono, utilizzare linguaggio discriminatorio (-30). Rispetto allo scorso anno, molte cose sono cambiate, per rendere il gioco più aleatorio: alcuni bonus sono secretati fino a pochi minuti dall’inizio della puntata (per non consentire agli artisti di programmare le loro azioni); ogni sera si può scegliere un capitano diverso; oltre ai cinque artisti per team in gara, si avranno due riserve, le quali conquisteranno solo bonus e malus, senza aggiungere al punteggio nulla legato alla loro esibizione.
Leghe, targhette e orgoglio: il fascino del FantaSanremo
I partecipanti, quindi, sono liberi di partecipare alle leghe pubbliche, o creare la propria privata, tra amici, con i quali mettere “privatamente” in palio il proprio onore e il proprio orgoglio.
Oltre ai punteggi, e possibile vincere diverse targhette – come qualsiasi altro gioco per telefono – in base alle skills, alle peculiarità sbloccate nel gioco: loggarsi nell’app per la prima volta, creare il primo team, creare una squadra con esattamente 100 baudi.
Sono tante, piccole caratteristiche che, sommate tra di loro, hanno reso il FantaSanremo il gioco del Festival, e che insieme contribuiscono alla nomea di entrambi.
Social, sigla e strategie: il FantaSanremo entra nel vivo
Sui social del FantaSanremo è possibile seguire i progressi e i contenuti creati ad hoc, anche con gli artisti, per aumentare le interazioni attorno a questo trend. La sigla del gioco di quest’anno è cantata da Cristina D’Avena, sulle note di “Occhi di Gatto” (giusto per non aumentare il livello di goliardia che ruota attorno all’iniziativa).
Per quanto riguarda i cantanti… i più quotati (alla vittoria finale) sono Achille Lauro, Elodie e Giorgia (18 baudi), mentre i meno costosi sono i Modà, Marcella Bella, Sarah Toscano, Lucio Corsi e Joan Thiele (12 baudi).
Ciò non significa, però, che non possano portare valanghe di bonus.
Non resta che mettersi alla prova, creare i propri cinque team e tentare la conquista… della gloria eterna.
Buon FantaSanremo a tutti.
Damiano Martin