Stanziati nuovi fondi e presentata una proposta di legge per affrontare una malattia che si presenta in età sempre più giovanile
Diabete, tumori, problemi riproduttivi, malattie cardiovascolari e respiratorie croniche.
Ma anche declino delle funzioni cognitive, aggravamento dei sintomi della menopausa, vulvovaginiti recidivanti da candida, una maggior percezione del dolore e perfino depressione.
La scienza ci dice che sono oltre 200 le complicazioni associate all’obesità, con conseguenze su morbilità e mortalità e una diminuzione dell’aspettativa di vita.
Un problema, tipico della società moderna, che non dà minimamente segni di rallentare la sua diffusione. Anzi, come è emerso dal sesto Italian Obesity Barometer Summit, si abbassa sempre più l’età in cui si presenta. Ma qualcosa sta cambiando, anche a livello governativo, per provare a dare risposte concrete. In tal senso, vanno lette la costituzione di un fondo per la cura e la prevenzione dell’obesità e la presentazione di una proposta di legge.
L’obesità in Italia e nel Mondo
Secondo il più recente rapporto, basato sui dati Istat relativi al 2023, gli italiani obesi sono quasi 6 milioni: l’11,8% della popolazione, lo 0,4% in più del 2022, ma circa 1,6 milioni in più rispetto a 20 anni prima, con un incremento pari al +38%. A questi, va aggiunto chi è in sovrappeso, portando oggi il totale di persone alle prese con problemi di peso al 46,3% degli italiani adulti. Ma, in linea con i valori europei, la percentuale è attorno al 30% anche tra i bambini italiani.
Il notevole incremento registrato dal 2003 si lega soprattutto ai dati relativi ai giovani adulti.
Nella fascia tra 18 e 34 anni, gli obesi sono infatti passati dal 2,6% al 6,6% (erano il 5% nel 2022), con valori triplicati tra le donne e raddoppiati tra gli uomini.
Gli aumenti non hanno risparmiato però nemmeno la fascia 35-44 anni (dal 6,4% al 9,8% di obesi) e quella degli over 74 (dall’11% al 13,8%), con la quota più alta (15,9%) che resta però quella tra 65 e 74 anni.
Il nesso tra sovrappeso e malattie cardiovascolari come infarto, ictus e insufficienza cardiaca è evidente per esempio negli Stati Uniti, dove il 41% dell’intera mortalità cardiovascolare si verifica in persone con un elevato indice di massa corporea (Imc). E, in Italia, la quota di ipertesi sale dal 45% con Imc normale, al 67% di chi è in sovrappeso, fino all’87% tra gli obesi.
Il Fondo per l’obesità e la proposta di legge
Alle considerazioni di carattere sanitario vanno unite quelle economiche.
L’Oms stima infatti che, nel 2035, si rischia di superare i 4 trilioni di dollari di costi sanitari legati all’obesità. Anche per questi motivi, nell’ultima manovra è stata inserita la costituzione di un Fondo per la cura e la prevenzione dell’obesità, che potrà contare su una dotazione di 1 milione di euro per i prossimi 3 anni, più 200 mila, 300 mila e 700 mila euro rispettivamente nel 2025, 2026 e 2027.
L’emendamento, approvato dalla Commissione Bilancio della Camera, è stato presentato dal capogruppo di Forza Italia Roberto Pella, che ha presentato anche una proposta di legge intitolata “Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità”. Tra i contenuti fondamentali, il riconoscimento dell’obesità come una vera e propria malattia, da affrontare come priorità nazionale, inserendola nei Livelli essenziali di assistenza e nel Piano nazionale delle cronicità.
Il testo, che si punta ad approvare entro il primo trimestre 2025, prevede anche una tessera per abbattere i costi dei medicinali per gli obesi, la detrazione delle spese per le attività sportive e la deducibilità dei costi per la creazione di impianti sportivi aziendali. I vari livelli istituzionali, a partire da Comuni e Regioni, dovranno invece promuovere stili di vita sani, prevenire lo stigma e le disuguaglianze sociali, oltre a garantire il pieno accesso alle cure.
Alberto Minazzi