Le chiamano “coppie Dink” o “famiglie Dink” e a loro è dedicata anche una giornata internazionale. Ecco chi sono e perché sono sempre di più
La decisione è presa a priori, di comune accordo.
Si sceglie di restare una coppia il più a lungo possibile o in molti casi per sempre.
Di dar vita a una famiglia composta di due soli adulti.
Liberi dagli impegni e dalle responsabilità che aver figli comporta, liberi di investire il proprio stipendio in ciò che si ritiene più appagante, privandosi di soddisfazioni che aver prole offre, certo, ma a caro prezzo.
Queste nuove famiglie che stanno diventando via via più numerose nel mondo, tanto da aver anche una festa loro dedicata, l’ “International Childfree Day”, “Giornata internazionale senza figli per scelta” (1 agosto) creata negli Stati Uniti già nel 1973, hanno già anche un nome: Dink.
Una nuova tendenza che si sta affermando e che contribuisce ad accentuare il calo delle nascite.
Un popolo di viaggiatori
L’acronimo “Dink” sta per “double income no kids”, che in italiano equivale a “due stipendi, niente figli”.
Una tendenza che, secondo l’Istat nel report “Famiglie, soggetti sociali e ciclo di vita” riguarda il 45,4% delle donne tra 18 e 49 anni che sceglie di non diventare madre mentre per il 17,4% la maternità semplicemente non rientra nei propri progetti di vita.
Anche in Inghilterra un sondaggio del 2020 di YouGov aveva rilevato il fenomeno “dink” con il 51% delle donne tra 35 e 44 anni che non aveva figli e non li considerava un progetto per il proprio futuro.
Negli Stati Uniti la percentuale delle famiglie senza prole è passata dal 2018 al 2021 dal 37% al 44%.
Nell’identikit delle famiglie “dink” entrambi i partner hanno uno stipendio e i soldi sono investiti in passioni condivise, soprattutto i viaggi.
Paesi che si spopolano
In Italia, come nel resto dell’Unione europea, così, di figli ne nascono sempre meno.
E cambia inesorabilmente il concetto di famiglia tradizionale.
Se fino a qualche tempo fa un nucleo familiare comprendeva almeno un figlio, oggi la situazione è diversa.
A fine 2022 l’istituto di statistica europeo Eurostat ha censito 190,5 milioni di famiglie il 75,3% delle quali, vale a dire tre su quattro, non hanno figli; una su dieci ne ha uno solo e meno di una su dieci ne ha due.
I nuclei con tre figli o più sono solo il 3%.
L’Italia dei Dink
Nel nostro Paese non hanno figli 20,2 milioni di famiglie su 26,1 totali.
Nel 2023 i nuovi nati ( 379.339 secondo l’ultimo Rapporto Istat) hanno fatto registrare un calo del 3,4% rispetto all’anno precedente.
Il numero medio di figli per donna è pari, nel 2023, a 1,20 (dati stimati), in diminuzione sul 2022 (1,24).
Una riduzione che è proseguita anche nel 2024.
Da gennaio a luglio i nati sono nati 4600 bambini in meno rispetto all’anno precedente.
Figlio mio, quanto mi costi
Perché il fenomeno “Dink” si sta sempre più affermando?
Alcune donne rinviano la gravidanza in attesa di una stabilità economica, in altri casi si cerca il partner giusto, tuttavia denominatori comune nella scelta di non avere figli sono la questione economica e il tempo e attenzioni che i figli richiedono.
Se si pensa al costo stimato da Federconsumatori di 175 mila euro per bambino dalla nascita ai 18 anni, va da sé che nessun figlio equivale a un risparmio non indifferente e alla possibilità per la coppia di una diversa distribuzione del denaro.
E i giovani si chiedono: perché togliere risorse e spazio per le proprie passioni?