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Giornata mondiale dell'abbraccio: un gesto da riscoprire

Giornata mondiale dell'abbraccio: un gesto da riscoprire

Dal gesto, spesso sottovalutato, dello stringerci forte a un’altra persona  derivano tanti benefici per fisico e mente

Siamo convinti che ben pochi non siano d’accordo con questa regola non scritta della vita e dei sentimenti: il modo migliore per riscoprire il valore di qualcosa che siamo abituati a dare per scontato è la sua mancanza.
Così, ormai 5 anni fa, quando il Mondo imparò giocoforza le regole del distanziamento sociale per evitare di favorire la diffusione della pandemia da Covid, ci accorgemmo di quanto sarebbe stato bello poter abbracciare qualcuno.
Insieme al bacio (non a caso i due termini, quando ancora si usavano lettere e cartoline, formavano insieme una delle chiuse più normali per una comunicazione postale scritta), l’abbraccio è del resto uno dei gesti d’affetto più naturali.
È, innanzitutto, la prima forma con cui la mamma si approccia con amore al neonato che le viene, appunto, messo in braccio dopo il parto. Ma, al tempo stesso, la scienza ci dice che è anche un toccasana, per mente e corpo.

abbracci

Addirittura, la psicoterapeuta americana Virginia Satir ha quantificato una sorta di “posologia” dell’abbraccio.
Ce ne servono cioè almeno 12: 4 per sopravvivere, altri 4 per funzionare e ulteriori 4 per crescere.
E diversi studi hanno provato anche a stabilire la durata minima che consente a un abbraccio di produrre i suoi effetti benefici. Secondo l’Università di Londra, bastano tra i 5 e i 10 secondi. Ma da ripetere più volte al giorno.

La Giornata mondiale degli abbracci

Proprio per rivalutare questo gesto, negli anni Ottanta dello scorso secolo il reverendo americano Kevin Zaborney ha fissato la data del 21 gennaio per la Giornata mondiale degli abbracci.
Una scelta non casuale, visto che oggi ci troviamo a metà strada tra le feste natalizie e la giornata degli innamorati. Ovvero San Valentino, il 14 febbraio.
Inoltre, il freddo, il buio e, spesso, il meteo avverso influiscono in questi giorni sul nostro umore, spingendoci a cercare gratificazioni sul piano dell’affetto. E accogliere una persona tra le proprie braccia è una delle manifestazioni più belle.
Nel 2025, per di più, il National Hugging Day cade all’indomani del Blue Monday, ritenuto il giorno più triste dell’anno.

Celebrare l’abbraccio significa dunque rilanciarne le funzioni antidepressive, sfruttando il suo potere di ricreare sul piano delle relazioni quei contatti emotivi fondamentali per il benessere della persona che, tanto più in un Mondo sempre più virtuale come quello del Terzo Millennio, fanno sempre meno parte della nostra quotidianità.

abbraccio

Abbracciare, dal punto di vista psicologico, aumenta la felicità, ci consente di manifestare emozioni che spesso risulta difficile esternare con le semplici parole. Ci consente di fare esperienza dell’altro, ma anche di definire i nostri confini corporei. E la vicinanza con gli altri, come forma di comunicazione bidirezionale, supporta lo sviluppo dell’autostima.

I benefici fisiologici di un abbraccio

Altrettanto significativi sono i benefici fisiologici che un abbraccio produce nel nostro organismo.
Attraverso il senso del tatto, il contatto con l’altra persona fa infatti scattare nel corpo alcuni meccanismi, attivando una serie di fibre nervose collegate allo stato di benessere interno.
Lunghissima è poi la lista degli effetti a livello ormonale. Un abbraccio aumenta la produzione di endorfine (gli “ormoni della felicità” con effetto ansiolitico e rilassante), dopamina (neurotrasmettitore legato al benessere) e ossitocina (definito “ormone delle coccole”: bastano 20” di contatto fisico per provare un senso di benessere).

Il tocco regola anche i livelli di cortisolo e favorisce l’aumento di peso nei bambini più piccoli. E nel cervello, secondo recenti studi, attraverso un abbraccio si attivano le aree che stimolano le sensazioni e di tranquillità e serenità, riducendo nel contempo l’attività di quelle, come l’amigdala, che maggiormente incidono negli stati ansiosi.
Gli abbracci possono aiutare ad allontanare alcune malattie cardiovascolari, neurodegenerative e depressive, ma anche raffreddore ed altre malattie invernali, riducono stress, ansia e pressione sanguigna, rafforzano la risposta anticorpale del sistema immunitario, riducono il dolore. Insomma, non è esagerato dire che un abbraccio prolunga la vita.

Abbracciare (non solo gli altri)

Se l’abbraccio è un gesto d’affetto normalmente indirizzato verso altre persone, anche stringere a sé un animale può produrre gli stessi effetti. Ma, evidenzia uno studio dell’Università di Bristol, non va sottovalutato nemmeno l’abbraccio a un peluche e perfino a un cuscino, visto che ne deriva uno stimolo alla respirazione e una riduzione dell’ansia.
E i cosiddetti “abbracci digitali”? Se, dal punto di vista fisico manca quel contatto “a pelle” che abbiamo visto produrre effetti concretamente tangibili, pur essendo l’argomento ancora discusso, alcuni esperti non escludono che anche da un abbraccio virtuale possono derivare effetti psicologici positivi, specie in chi ha più immaginazione.
Abbracciate, dunque. Tutti i giorni, non solo oggi. Perché, citando una poesia di Alda Merini: “C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età. Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare”.

Alberto Minazzi

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