Il traffico dei Tir in autostrada conferma il sorpasso del Nord-Est sul Nord-Ovest. Venezia e Bologna si impongono al fianco di Milano nel cuore economico del Paese
Il baricentro del sistema produttivo italiano è cambiato.
Se nell’Italia della grande industria, infatti, finora la parte del leone è stata giocata dal Nord-Ovest, con il triangolo Milano-Torino-Genova, ora tenendo fermo il vertice del capoluogo lombardo, a creare una nuova macroarea sono Venezia e Bologna.
Considerazioni, evidenti se si guarda al numero di imprese e lavoratori oltre che al fatturato e al Pil, che trovano un ulteriore conferma nei dati sugli spostamenti delle merci su gomma.
Tir in autostrada: Nord-Est batte Nord-Ovest
Ad analizzare ed elaborare in questa prospettiva gli ultimi dati presentati da Aiscat (Autostrade italiane in concessione) è la Cgia di Mestre. L’Ufficio studi dell’Associazione degli artigiani e delle piccole imprese si è concentrato sul numero di veicoli pesanti per km transitati sulle principali tratte autostradali del Nord nei primi 5 mesi del 2024.
Considerando che il traffico commerciale dell’Italia settentrionale gravita principalmente attorno a Milano, che si conferma ancor oggi la capitale economica e finanziaria d’Italia, su ognuno dei 127 km di A4 che collegano la città meneghina a Torino, sono transitati da gennaio a maggio dello scorso anno 281,7 milioni di veicoli pesanti, mentre si sale a 696,2 milioni per ciascuno dei 235,6 km tra Brescia e Padova.
La principale arteria del Nord-Ovest è battuta (366,4 milioni di tir in media al km) anche nei 210,2 km di tratte gestite dalle Autostrade Alto Adriatico, che comprendono la Mestre-Trieste, la tangenziale mestrina più la Palmanova-Udine, la Portogruaro-Conegliano e la Villesse Gorizia. A completare il quadro, a Nord-Est, c’è infine la Cav con una media di 208 milioni di veicoli pesanti a km, nei 74,1 di competenza, concentrati soprattutto su bivi e raccordi attorno a Padova e Venezia.
La ritrovata centralità di Venezia
Una delle caratteristiche sottolineate alla base del successo del nuovo triangolo industriale italiano è il modello economico più avanzato, in cui manifattura, terziario e logistica si integrano in un tutt’uno pressoché indistinguibile.
Al progressivo lento declino del Nord-Ovest, contraddistinto dalla presenza di grandi imprese entrate via via in difficoltà, ha fatto cioè da contraltare la parallela crescita del Nord-Est.
A trainare questo boom, sottolinea la Cgia, è soprattutto il Veneto, e Venezia in particolare.
Il segreto del “successo economico e sociale” del capoluogo lagunare, secondo il presidente Roberto Bottan, è proprio “la presenza delle Pmi, che caratterizzano il territorio”, oltre alla forte “interconnessione con l’area vasta di Padova e Treviso”. E, tra i punti di forza, i principali sono “in particolare il porto commerciale e l’aeroporto Marco Polo”.
Non mancano nemmeno qui, ammette Bottan, problemi come l’overtourism, la precarietà lavorativa dei giovani e il notevole deficit infrastrutturale, sul quale sono però partiti alcuni interventi come l’alta velocità ferroviaria sulla tratta Brescia-Padova, la terza corsia autostradale Venezia-Trieste, mentre servirà anche una soluzione per la Romea commerciale. Senza dimenticare, ovviamente, la crisi, che colpisce anche qui, sia pure in forma minore.
Nel 2025, il valore aggiunto della Città metropolitana di Venezia è infatti atteso in crescita del +0,6% rispetto a un provvisorio +0,97% del 2024. Ma, conclude la Cgia, sono valori nettamente superiori alle performance delle province piemontesi e liguri.
Alberto Minazzi
