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Reputazione online: stop alle false recensioni

Reputazione online: stop alle false recensioni
ristorante

Il decreto legge Pmi approvato dal Consiglio dei ministri riscrive la normativa in materia, con prescrizioni per utenti e imprenditori

Nel terzo millennio, avere una buona reputazione online è fondamentale. Per esempio, nel settore turistico, l’82% delle prenotazioni degli alloggi e il 70% delle scelte dei ristoranti vengono guidate dalle recensioni.
Ma, al tempo stesso, basta davvero poco per perdere punti.
Se il giudizio del pubblico si basa sempre più spesso sulle recensioni postate da altri, queste, purtroppo, in molti casi sono eccessive, non veritiere o volutamente ingannevoli,
Secondo i dati ministeriali, ben l’82% degli utenti dichiara di essere incappato in tali falsi giudizi. Una sorta di giungla virtuale, insomma, in cui l’agguato delle frodi e della concorrenza sleale, ma anche della semplice pubblicità occulta, è potenzialmente dietro l’angolo. Adesso, però, le aziende potranno godere di una maggiore tutela legale grazie alle previsioni contenute nel decreto legge Pmi che è stato appena approvato dal Consiglio dei Ministri.

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Recensioni online: cosa cambia per i consumatori

Il provvedimento, proposto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, interviene sia sui contenuti che sulle tempistiche relative alle recensioni online. Una prima norma riguarda i consumatori e prevede che, qualora si dimostri l’effettivo utilizzo di un servizio o di una prestazione, è possibile rilasciare una recensione motivata, ma solo nel breve arco di tempo di 15 giorni.
Proprio per il contrasto alle frodi, relativamente al contenuto della recensione, la legge prevede che questa debba essere “sufficientemente dettagliata e rispondente alla tipologia del prodotto utilizzato o alle caratteristiche della struttura che lo offre”. Si introduce poi anche il diritto di replica e di cancellazione delle recensione, esercitabile dal legale rappresentante dell’azienda oggetto della recensione o da un suo delegato.

La possibilità sussiste sia nel caso il rapporto commerciale non sia in realtà avvenuto, sia quando la valutazione sia “ingannevole, non veritiera o eccessiva”. La cancellazione può essere richiesta dall’imprenditore interessato anche quando siano trascorsi 2 anni dalla fruizione del servizio o dall’adozione di misure che abbiano consentito di superare i motivi della critica, in quanto in tal caso il giudizio non sia da ritenersi ancora attuale.

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I comportamenti dell’imprenditore

A dover utilizzare correttamente le recensioni sono però anche gli stessi imprenditori e gli intermediari.
Il decreto introduce infatti i divieti di “acquisto e cessione a qualsiasi titolo” di “recensioni, apprezzamenti o interazioni”, il tutto “indipendentemente dalla loro successiva diffusione”, di attribuire una recensione a un prodotto o un servizio diverso, ma anche “la promozione e il condizionamento del contenuto delle recensioni mediante incentivi”.

A vigilare sulla correttezza dei comportamenti, potendo esercitare a tal fine poteri investigativi e sanzionatori, è l’Autorità garante del mercato, cui è affidata anche l’elaborazione di linee guida.
Spettano invece all’Autorità per le garanzie nelle comunicazione la disciplina relativa all’adozione di codici di condotta da parte degli intermediari e dei soggetti attivi nella diffusione di recensioni online e la comunicazione dei codici sottoscritti, per ridurre la distorsione delle informazioni date ai consumatori.

Nei casi in cui la legge prevede la possibilità di rilasciare una recensione, come chiarisce lo stesso decreto, vanno assicurate infatti alcune caratteristiche, tra cui la trasparenza e l’imparzialità nella gestione, un sufficiente dettaglio delle valutazioni per assicurare la possibilità di contraddittorio e replica e, ovviamente, la correttezza e la completezza delle informazioni, per impedire il collegamento con contenuti promozionali non dichiarati, agevolare l’individuazione di frodi e prevenire “l’utilizzo di punteggi basati su criteri poco chiari o non esplicitati”.

Alberto Minazzi

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