Un’impronta digitale nella retina ha la stessa precisione dei fattori di rischio tradizionali nel predire la malattia
La rete vascolare della retina dell’occhio può dire se una persona è a rischio ictus. A rilevarlo è una ricerca condotta da esperti del The Hong Kong Polytechnic University e pubblicata sulla rivista “Heart”.
Il team ha dimostrato che attraverso l’impronta digitale, in parole più semplici la valutazione dell’intricata rete di vasi sanguigni presente negli occhi di ognuno di noi, è possibile individuare il rischio che la malattia possa colpirci.
Un test semplice da fare, veloce e di basso costo che dà un responso preciso senza dover fare altre invasive analisi, anche se il suo potenziale ancora non è stato completamente esplorato.
La retina che dice molto
Si apre così una nuova frontiera riguardo una malattia che secondo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità colpisce 12 milioni di persone in tutto il mondo e causa 7 milioni di decessi ogni anno.
La maggior parte dei casi è provocata da fattori di rischio modificabili quali la pressione alta, il colesterolo fuori limite, la cattiva alimentazione e il fumo. Tuttavia con la prevenzione si può evitare fino al 90% dei casi.
In Italia l’ictus è la terza causa di morte e la prima di invalidità. Ne sono vittime ogni anno 200 mila persone con gravi conseguenze di disabilità per coloro che sopravvivono.
Da adesso la situazione può cambiare. Gli studiosi hanno preso in esame diversi aspetti dell’assetto vascolare retinico come il calibro, la densità, la tortuosità e la complessità delle vene e delle arterie nelle immagini del fondo oculare di 68.753 partecipanti allo studio Uk Biobank, esaminandone il fondo oculare attraverso 30 indicatori suddivisi in 5 categorie.
Il modello di analisi con l’intelligenza artificiale
Nella ricerca sono stati valutati i fattori di rischio potenzialmente influenti per l’ictus dallo stile di vita a parametri come pressione sanguigna, colesterolo, glicemia e peso. L’analisi finale ha incluso 45.161 persone con età media di 55 anni.
749 partecipanti hanno avuto un ictus durante il periodo di monitoraggio medio di 12,5 anni, erano significativamente più anziane, di sesso maschile, fumatori e diabetici, oltre ad avere un peso maggiore, una pressione sanguigna più alta e livelli più bassi di colesterolo “buono”, quello che preleva il colesterolo in eccesso per portarlo al fegato dove sarà rimosso.
Come spiegano i ricercatori, l’intricata rete vascolare della retina condivide caratteristiche anatomiche e fisiologiche comuni con la vascolarizzazione del cervello, situazione che la rende adatta per valutare i danni causati da malattie sistemiche come il diabete. Adesso tecnologie di intelligenza artificiale come il Retina-based Microvascular Health Assessment System Rmas hanno aperto le possibilità di identificare i marcatori biologici che possono appunto prevenire con precisione il rischio di ictus. Un modello che, a detta degli scienziati, anche se combinato solo con età e sesso è stato valido quanto l’utilizzo dei soli fattori di rischio tradizionali.