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L’arte visionaria di Munch in una grande retrospettiva a Roma

L’arte visionaria di Munch in una grande retrospettiva a Roma
Edvard Munch, Pikene på broen, 1927. Foto Halvor Bjørngård ©Munchmuseet

Dopo l’anteprima a Palazzo reale di Milano, arriva nella Capitale dal prossimo 11 febbraio a Palazzo Bonaparte

Edvard Munch (Norvegia 1863-1944) è uno dei più grandi esponenti simbolisti dell’Otttocento, artista che ha saputo interpretare il tormento e l’inquietudine dell’essere umano trasformandoli in opere d’arte universali.
Non a caso è considerato precursore dell’Espressionismo.
Guardando le sue opere, i volti senza sguardo, i paesaggi stralunati e l’uso audace del colore sono espressione del malessere esistenziale che può affliggere ognuno di noi.
Dedicata al celebre artista norvegese fino al 26 gennaio è in corso a Milano, a palazzo Reale la grande mostra “Munch. Il grido interiore” che raccoglie 100 importanti lavori, prestati dal Munch Museum di Oslo. La stessa esposizione che dall’11 febbraio al 2 giugno sarà ospitata a palazzo Bonaparte di Roma.

Edvard Munch Malinconia 1900-01 Olio su tela – Ph Munchmuseet

Un viaggio nell’arte visionaria

L’opera di Munch diventata, come la Gioconda, un’immagine iconica dell’arte e che tutti conoscono è “L’urlo”, realizzata nel 1893.
Tuttavia questa esposizione permette di scoprire tutte le tematiche dell’artista e la sua creatività attraverso un centinaio di capolavori arricchiti da una esaustiva documentazione.
Un’occasione imperdibile per immergersi nel mondo di uno dei più grandi maestri del ventesimo secolo che ha segnato la storia dell’arte moderna.

Edvard Munch, Starry Night. Oil on canvas, 1922-1924. Photo © Munchmuseet

L’esposizione, curata da Patricia G. Berman, una delle più autorevoli studiose al mondo di Munch, è la più grande fino ad ora mai realizzata in Italia.
Il nuovo allestimento a palazzo Bonaparte a Roma è stato studiato per esaltare l’intensità e la profondità delle opere di Munch. L’artista dipinge con un linguaggio espressionista utilizzando colori che hanno un significato simbolico con tonalità accese, usati puri e contrapposti tra loro.

Il suo linguaggio artistico è chiaro guardando i suoi quadri: uno dopo l’altro rappresentano un’esplorazione intensa delle emozioni umane, dalla disperazione alla malinconia, dalla gioia alla paura.
Munch è noto principalmente per i suoi dipinti ma nel corso della sua vita artistica utilizzò tecniche diverse.
Fu innovativo nelle arti grafiche e amava sperimentare nuove tecniche moderne come la fotografia e l’arte cinematografica.

“Munch. Il grido interiore”

La vita di Munch è stata segnata da grandi dolori quali la perdita prematura della madre e della sorella, la tragica morte del padre e la tormentata relazione con la fidanzata Tulla Larsen.
Un insieme di eventi che hanno contribuito alla formazione del suo carattere e della sua poetica, rendendola potente e universale in ogni suo lavoro.
Tra i capolavori che si potranno ammirare a Palazzo Bonaparte che comprendono dipinti, disegni e stampe, spiccano opere iconiche come “Despire”, “Malinconia”, “Danza sulla Spiaggia”, “Le ragazze sul ponte”, “La morte di Marat” e “Notte stellata”. Al centro dell’esposizione, una delle celebri versioni de “L’urlo”, simbolo universale dell’angoscia esistenziale che ha segnato la storia dell’arte moderna. Il dipinto rappresenta il tormento interiore e il caos emotivo in maniera tanto potente da continuare a risuonare profondamente nell’animo di chi la osserva.

Edvard Munch L’urlo 1895 Ph Munchmuseet

L’esposizione, che con l’anteprima a Milano ha conquistato il podio come mostra più visitata in Italia nel 2024, esplora l’arte di Munch dal 1880 fino alla sua morte mostrando ai visitatori la sua continua esplorazione delle condizioni della percezione visiva. La grande retrospettiva è anche un’occasione di riflessione sull’eredità culturale e sull’attualità dei temi che Munch affronta.

Silvia Bolognini

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Tag:  mostre, munch