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Venezia: “San Giobbe” miglior residenza universitaria italiana

Venezia: “San Giobbe” miglior residenza universitaria italiana

Consegnato all’ateneo di Ca’ Foscari il riconoscimento per la miglior residenza universitaria: una struttura, esemplare per riqualificazione urbana, che dà risposte a un problema sempre più sentito in tutta Italia

Proseguire la formazione negli studi completato il ciclo delle scuole secondarie costa, inutile negarlo.
Non solo per le tasse universitarie. Forse ancor più serio è infatti il costo dell’affitto di un alloggio per gli studenti fuori sede.
La domanda di immobili in locazione da parte dei giovani universitari, infatti, aumenta.
E in molti casi non può essere soddisfatta per la carenza dell’offerta, contribuendo così a spingere sempre più in alto l’asticella del canone.
Un contesto nel quale una possibile risposta potrebbe arrivare dagli investimenti delle Università in strutture di housing dedicato.
In tal senso, un esempio virtuoso arriva da Venezia. Perché, nonostante sia calato in un contesto urbanistico complesso, lo studentato di San Giobbe dell’Università Ca’ Foscari ha saputo unire la riqualificazione dell’area, perfettamente inserita all’interno del sistema urbano, e la messa a disposizione di nuovi posti letto per gli studenti.

“San Giobbe”, la miglior residenza universitaria italiana

È proprio per questi motivi che la struttura di “San Giobbe” ha ricevuto a Firenze, nel contesto della giornata di studi “La ricerca a supporto della programmazione, progettazione e gestione dell’housing universitario”, il premio “Romano Del Nord”, giunto alla 6^ edizione, come miglior residenza universitaria italiana del 2023.
La motivazione del riconoscimento, finalizzato a premiare alcune delle migliori residenze universitarie realizzate con il contributo della legge n. 338/2000, si lega alla “qualità del progetto e delle soluzioni adottate, che comportano una ideale integrazione nel contesto urbano, sotto il profilo urbanistico, architettonico e di dettaglio”.
San Giobbe è così “risolutore di un sistema urbano compromesso di Venezia. L’intervento, pur inserendosi perfettamente nello skyline della città storica, esprime un considerevole numero di posti letto e costituisce un interessante effetto moltiplicatore nell’operazione di riqualificazione del quadrante urbano di Venezia interessato”.

residenza universitaria
La giuria cita anche il nuovo ponte, intitolato a Valeria Solesin, “che consente di ricucire il tessuto preesistente collegando la stazione con le sedi universitarie dell’Ateneo Ca’ Foscari”. “Sebbene sia stato gravato da numerose perizie di variante – si conclude – il processo realizzativo è stato portato a compimento in 5 anni di lavori, in un contesto certamente non facile quale quello del territorio lagunare”.

Le caratteristiche dello studentato veneziano

Della residenza universitaria, costruita all’interno del Campus economico di Ca’ Foscari, si sottolineano in particolare “le soluzioni tipologiche, architettoniche e tecnologiche, nonché la capacità del progetto di generare ricadute sociali, anche attraverso operazioni di rifunzionalizzazione e rigenerazione urbana”.
A “San Giobbe” possono essere ospitate fino a 229 persone, in una struttura che affianca alle stanze a uso degli studenti una serie di servizi (bar-caffetteria, sale prove musicali e teatrali) aperti all’uso anche da parte degli abitanti, come previsto da una specifica convenzione tra l’ateneo e Comune di Venezia.
La residenza è composta da 7 edifici sviluppati su 5 piani, per circa 6.600 mq complessivi di superficie, costati 20 milioni di euro. Gli edifici sono stati realizzati secondo gli standard previsti per la classe energetica A2, costituendo così uno degli edifici più sostenibili della città.
Il complesso è dotato di solare termico e fotovoltaico, recupero dell’acqua piovana e sfrutta la tecnologia per il risparmio energetico. Questa è garantita sia attraverso contatti magnetici sulle finestre delle camere, che inibiscono i sistemi di riscaldamento e condizionamento se gli infissi sono aperti, sia consensori di presenza e luminosità per la gestione dell’impianto di illuminazione nei locali.

Case per studenti; la situazione in Italia

Ma com’è la situazione nelle altre città? La domanda di posti letto per studenti, sottolineano i dati Tecnocasa, nei primi 6 mesi di quest’anno è arrivata al 4,6% del totale dei contratti di locazione. Il massimo si tocca a Bologna (30,4% degli affitti per motivi di studio). E qui, in generale, gli affitti sono nel periodo saliti del +3%, con un +5,3% su base annuale.
A seguire, tra le città in cui gli affitti a studenti incidono di più, troviamo Genova (16,7%) e Milano (14,1%), dove sono in aumento gli interventi di student housing, così come a Torino. I contratti più stipulati, in generale, hanno durata di 1 anno (64,4%) e canone libero (28,2%).
Gli studenti, evidenzia sempre Tecnocasa, cercano soprattutto bilocali (36,9%) e trilocali (23,9%), soprattutto nelle vicinanze degli atenei, anche se è aumentata nell’ultimo anno la richiesta di quadrilocali. Così come, tra le tendenze generali, è in crescita la richiesta da parte degli studenti stranieri.
Tra le altre richieste, si evidenziano anche quella di una zona tranquilla, della presenza di attività commerciali e di mezzi di trasporto, con una preferenza per immobili arredati e in buono stato, possibilmente luminosi e, anche se non è la principale variabile, meglio se dotati di wifi.

Serve un intervento legislativo?

La domanda di affitti studenteschi, in ogni caso, incide significativamente sull’intero mercato immobiliare.
SoloAffitti e Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali (Fiaip) rilevano, per esempio, che il canone medio per una stanza singola è aumentato in un anno del +23%, arrivando a 372 euro, con punte di 630 euro a Milano. E per una doppia si pagano mediamente 283 euro (+26% su base annua).
Quanto alle singole città, a Roma si pagano in media 600 euro al mese per una singola (+34% in un anno), a Bologna 500 (+5%) così come a Firenze (+15%). A Torino si pagano in media a 433 euro, con un incremento del +31%, a Napoli 400 (+15%). In centri più piccoli si scende: in città ad alta presenza di universitari, per esempio, si toccano i 350 euro a Ferrara (dove gli studenti sono il 16,2% dei residenti) e i 300 a Pisa (dove il 39% di chi vive sono universitari).
In generale, la situazione deriva, sottolinea il Centro studi di SoloAffitti, dall’aumento della domanda di circa il +30% in un anno, a fronte, al contrario, di una diminuzione dell’offerta del -10%, con 85 mila posti letto negli studentati (il 19% del fabbisogno). Gli studenti universitari fuori sede sono del resto arrivati a 446 mila, +14% dal 2023.
Fiaip e SoloAffitti hanno dunque da poco presentato alla Camera una proposta di legge che preveda, al fine della riduzione dei prezzi, una fiscalità di vantaggio sia per i proprietari, con l’esenzione dell’Imu per chi affitta a universitari fuori sede, sia per gli studenti, elevando le detrazioni dal 19% al 30% su un massimo da portare da 2.633 a 6 mila euro.

Alberto Minazzi

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