Lo straordinario intervento è stato eseguito nella Uoc Cardiochirurgia dell’Azienda ospedaliera dal team del cardiochirurgo Gino Gerosa
“Gino Gerosa e la sua straordinaria equipe hanno varcato, primi nel mondo, una nuova frontiera della cardiochirurgia e della trapiantistica. E’ stata scritta in Veneto una nuova pagina indelebile della storia internazionale di questa disciplina. Non ci sono più parole per esprimere la stima e la gratitudine al Professor Gerosa, a tutti i componenti della sua squadra e all’Azienda Ospedaliera dell’Università di Padova”.
Si è espresso con queste parole il presidente della Regione Veneto Luca Zaia per celebrare un evento unico al mondo: il primo trapianto a cuore sempre battente, dal prelievo all’impianto, effettuato nella città del Santo.
L’intervento record
L’intervento è stato eseguito nell’Azienda ospedaliera di Padova dal team del cardiochirurgo Gino Gerosa due settimane fa su un paziente di 65 anni affetto da una cardiopatia post ischemica.
L’uomo, fanno saperi i medici, ora sta bene e prima di Natale potrà ritornare a casa. E’ stata una vera e propria rivoluzione a 57 anni dal primo trapianto fatto nel dicembre del 1967 al Groote Schuur di cape Town, in Sudafrica, da Christiaan Barnard.
In Italia a fare per primo questo intervento è stato il professor Vincenzo Gallucci, sempre a Padova, il 14 novembre 1985.
Ora, nel 2024 le nuove frontiere della cardiochirurgia, come ha spiega il professor Gerosa, hanno permesso un risultato che apre la strada a molti altri pazienti.
Mentre in un consueto trapianto di cuore l’organo viene prelevato e impiantato da fermo, in questo caso ha sempre battuto consentendo di migliorare i risultati dell’operazione da donatore a cuore fermo evitando l’arresto controllato del cuore e il danno di ischemia/riperfusione, ovvero il danno cellulare, sia al prelievo che al trapianto con una migliore ripresa della funzione cardiaca. Una performance migliore di quest’ultima significa anche un miglior decorso post operatorio e una più rapida dimissione dall’ospedale.
L’importanza della donazione
Sempre il professor Gino Gerosa, l’11 maggio 2023 aveva eseguito il primo trapianto in Italia da donatore a cuore fermo controllato. “Questi eccezionali medici, sottolinea il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, hanno anche il grande pregio di non fermarsi mai, di non accontentarsi dei tanti risultati già raggiunti, ma di cercare sempre un passo in più a malati gravi che hanno la necessità di un trapianto di cuore”.
Per quanto riguarda i trapianti, come rileva il Centro nazionale Trapianti, l’aumento degli interventi ha riguardato tutte le specialità ma il dato più rilevante si riferisce proprio ai trapianti di cuore: nel 2023 in Italia ne sono stati realizzati 370 rispetto ai 253 dell’anno precedente con un incremento di + 46,2%.
Veneto, Puglia, Lombardia ed Emilia Romagna sono le regioni che hanno dato il contributo più significativo al raggiungimento di questo risultato.
Va comunque ricordato che senza le donazioni, importanti trapianti di organi non potrebbero essere effettuati.
Su questo fronte l’Italia, nel 2023 ha raggiunto il secondo posto per donazioni tra i maggiori Paesi europei con 28,2 donatori ogni milione di abitanti, dietro alla Spagna, leader mondiale con 48,9.
Seguono Francia con 26,3, Regno Unito con 21,3 e Germania con 11,4.
Sempre secondo i dati del Centro Nazionale Trapianti, il 2023 è stato un anno senza precedenti in quanto hanno superato per la prima volta nel nostro Paese quota duemila attestandosi a 2.042, +11,6%, mentre i trapianti sono arrivati a quota 4.462, 586 in più rispetto all’anno precedente.