Realizzata da Fincantieri, è stata consegnata a Livorno, alla presenza del presidente Mattarella e ha sùbito ospitato il giuramento degli allievi ufficiali
È stata battezzata “Trieste”, è stata appena consegnata ufficialmente nella cerimonia tenutasi a Livorno, ma è già entrata nella storia della Marina Militare per 2 record.
In primo luogo, si tratta della più grande unità della flotta navale della componente operativa marittima della difesa italiana dalla Seconda Guerra Mondiale in poi.
Inoltre, subito dopo la consegna ufficiale al capo di Stato maggiore della Difesa, Luciano Antonio Portolano, e a quello della Marina Militare, Enrico Credendino, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro della Difesa Guido Crosetto, è stata la prima a ospitare a bordo un giuramento solenne di allievi ufficiali.
La Nave Trieste
La nave, prodotta da Fincantieri, è una nave di assalto anfibio multiruolo con capacità aerea, anfibia e sanitaria. Misura 245 metri e 36 di larghezza, per un dislocamento complessivo di 37.500 tonnellate, ed è capace di imbarcare più di mille persone. Il percorso per la sua realizzazione era iniziato circa 14 anni fa nei cantieri di Castellammare di Stabia, con il varo a fine maggio 2019, prima del trasferimento a Muggiano, dove è stato completato l’allestimento, permettendole ora di accogliere l’equipaggio. Nave Trieste è concepita per assolvere una vasta gamma di missioni.
La sua spiccata capacità anfibia è garantita da un ampio bacino allagabile e un garage dedicato da 1.200 metri, in grado di accogliere veicoli gommati e cingolati.
Trieste, concepita come piattaforma per l’atterraggio di elicotteri, può inoltre operare come portaerei, con capacità di imbarco dei velivoli di V generazione e un ponte di volo di circa 230 metri, e fungere da piattaforma logistica, sede di comando e nave ospedale, attrezzata con sale chirurgiche, radiologia, laboratori di analisi, servizio dentistico e 27 posti per ricoveri gravi.
La Nave è dotata di elevata autonomia logistica, che le garantisce la capacità di rimanere per periodi prolungati in area operativa e le permette la conduzione e il supporto delle operazioni di un battaglione fino a 600 fucilieri in missioni di sbarco e proiezione di forze dal mare nelle aree di crisi. “Questo straordinario risultato – ha sottolineato l’a.d di Fincantieri, Pierroberto Folgiero – è il frutto della visione strategica e delle competenze manifatturiere che il nostro Paese sa esprimere”.
L’impegno della Marina Militare e il giuramento
Folgiero, parlando di un “momento di grande orgoglio nazionale”, ha quindi aggiunto che “con le sue avanzate capacità tecnologiche e operative, questa unità rafforza la proiezione internazionale dell’Italia. Nave Trieste – ha concluso -è il simbolo tangibile di un’Italia che guarda al futuro con determinazione e ambizione”.
La Marina Militare sta del resto puntando a un ampio programma di rinnovamento della sua flotta d’altura, per continuare ad assicurare il mantenimento di adeguate capacità nel settore marittimo a tutela degli interessi di difesa nazionale.
Il ministro Crosetto, nell’occasione, ha sottolineato che Nave Trieste è “frutto del lavoro di migliaia di persone: ingegneri, tecnici, operai. Solo poche nazioni possono costruire un’opera d’ingegno e di alta tecnologia simile, che racchiude storia, conoscenza, tecnologia avanzata”.
Aggiungendo però, rivolgendosi ai 150 allievi della prima classe dei corsi normali dell’Accademia navale che hanno prestato giuramento, che “una nave vuota è uno strumento: il suo cuore siete voi, i vostri valori, ideali e spirito di cooperazione. Questa nave è vostra, costruita per voi e per il nostro Paese”.
“Molti degli allievi – ha aggiunto Credendino – su questa nave, cresceranno professionalmente, realizzeranno le proprie ambizioni, assolveranno missioni di strategico valore per l’interesse nazionale”. E Portolano ha concluso sottolineando come la Marina Militare si sia dotata di un simbolo della modernità e del livello tecnologico nazionale, un assetto pregiato, che migliorerà la nostra capacità di proiezione di potenza e di deterrenza, in un momento storico, come quello attuale, caratterizzato da nuove ed emergenti minacce alla sicurezza.
Alberto Minazzi