L’allarme di Coldiretti sull’abuso di cibo ultra-trasformato. E l’82% delle famiglie chiede un piano pubblico a salvaguardia della salute
Energy drink e merendine. Ma anche dolci, caramelle, cibi precotti e preconfezionati, bibite gassate e zuccherate, patatine, snack confezionati, carne lavorata, cibi fritti, hamburger, hot dog.
E l’elenco potrebbe proseguire a lungo.
Parliamo del cibo industriale “ultra trasformato”.
Che, non a caso, viene abitualmente bollato con l’etichetta di “junk food”, ovvero “cibo-spazzatura”, termine coniato nel 1951 da Michael Jacobson.
Esagerazione? Assolutamente no.
Perché, soprattutto i giovani, sono sempre più spesso dipendenti da questi alimenti la cui attrattività si basa su meccanismi psicologici simili a quelli delle droghe. E ne possono derivare notevoli rischi, anche per lo sviluppo.
Per questi motivi, Coldiretti ha lanciato un allarme sul tema, sottolineando tra l’altro come più di 4 famiglie su 5 chiedono aiuto alle istituzioni nella loro battaglia per per promuovere l’alimentazione sana dei propri figli.
Genitori preoccupati, ma i divieti non bastano
Sul tema, la Confederazione nazionale coltivatori diretti ha realizzato con Censis un report, appena presentato a Roma in occasione della giornata inaugurale del Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Villa Miani. Ne emerge, in primo luogo, che il 48% dei genitori si è reso conto che, proprio nel momento in cui il mondo scientifico sta incrementando l’allarme, i loro figli, appena possono, scelgono di consumare cibi ultra-trasformati.
Il problema è che, nonostante siano imposti dal 37% delle famiglie, i divieti risultano inascoltati. Anche per questo, l’82% dei nuclei interpellati auspica un intervento delle autorità attraverso l’attivazione di un piano pubblico di salvaguardia della salute delle nuove generazioni. L’idea è quella di una grande campagna di sensibilizzazione, diffusa sia a scuola che sul web, per promuovere una buona educazione alimentare e il mangiare bene e sano.
Le proposte di Coldiretti
In occasione della presentazione del rapporto, Coldiretti ha allestito due grandi tavole per mettere a confronto il cibo ultra-trasformato con quello naturale, simbolo della dieta mediterranea.
La confederazione, del resto, da anni promuove nelle scuole il progetto “Educazione alla Campagna Amica”, percorso educativo che coinvolge ogni anno in tutta Italia oltre mezzo milione di bambini, con l’obiettivo di formare dei consumatori consapevoli.
Nella battaglia contro il junk food, Coldiretti auspica anche l’introduzione di un divieto di utilizzo del cibo-spazzatura in mense scolastiche e distributori automatici presenti negli edifici pubblici, oltre a limiti alla pubblicità, come avviene già nel Regno Unito. Inoltre, andrebbero aumentate le ore di educazione alimentare in classe, ma soprattutto definite forme di etichettatura per evidenziare l’appartenenza di un determinato prodotto alla categoria degli ultra-trasformati.
Il cibo-spazzatura e i rischi per la salute
Problema tipico dell’alimentazione odierna, il cibo-spazzatura è caratterizzato da un basso valore nutrizionale unito al grande apporto calorico, che però non sazia e anzi induce il cervello ad aumentare il senso di fame.
Grassi saturi e idrogenati, carboidrati ad alto indice glicemico praticamente privi di vitamine e minerali, additivi (aromi, conservanti e coloranti), zuccheri e sale soddisfano il palato, ma si traducono in un piacere effimero.
Il junk food contribuisce infatti alla rapida produzione di serotonina e, attraverso il rilascio della dopamina, attiva nel cervello il cosiddetto “circuito della ricompensa”, fungendo da gratificatore artificiale quando si instaura una dipendenza.
La pressoché totale mancanza di proteine spinge inoltre a un consumo eccessivo, che a sua volta è causa di eccesso di peso, fino all’obesità, aumentando il colesterolo e favorendo malattie croniche come diabete, tumori, malattie cardiache e degenerative.
Alberto Minazzi