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Cambia l'Italia delle famiglie: meno divorzi, più matrimoni civili

Cambia l'Italia delle famiglie: meno divorzi, più matrimoni civili

Il rapporto Istat evidenzia l’evoluzione della società italiana. Ci si sposa sempre meno, ma è boom di seconde nozze. E di figli in nuclei monogenitore

La crisi dell’istituto del matrimonio in Italia non sembra arrestarsi nemmeno nel 2024.
Se, nel 2023, nel nostro Paese sono stati celebrati 184.207 matrimoni, con un -2,6% rispetto al 2022, i dati provvisori relativi ai primi 8 mesi di quest’anno indicano infatti una nuova diminuzione del -6,7% rispetto allo stesso periodo di 12 mesi prima.
Lo sottolinea l’Istat, nel suo ultimo rapporto su matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi. Leggendo tra le righe, si capisce però che quel che non si mostra al passo con i tempi sono soprattutto le forme tradizionali di famiglia. Per esempio, con un -8,2% su base annua, nel 2023 si è ulteriormente accentuato il calo di matrimoni in chiesa.

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Sempre più famiglie monogenitoriali

Gli italiani puntano di più sulle unioni civili e sulle seconde nozze.
Mentre è in aumento l’età in cui ci si sposa, evidenziando così finalità diverse da quelle classiche del “formare una famiglia”.
La tendenza del resto è confermata anche dai dati che l’Istituto ha rilevato nei censimenti della popolazione relativamente alla composizione dei nuclei familiari. In particolare per quanto riguarda i figli, per i quali, ormai, sta diventando sempre più una rarità quella di essere inseriti in un nucleo con mamma e papà.

I matrimoni in Italia nel 2023: riti civili e seconde nozze

Se la diminuzione dei matrimoni interessa l’intero Paese, le percentuali di calo risultano più marcate nelle regioni meridionali.
Al Sud probabilmente finora il trend è stato parzialmente frenato dai maggiori legami con la tradizione: una caratteristica che però adesso si traduce in un minore ricorso a forme alternative laiche di unione.
In una società come quella attuale, in cui il 58,9% di chi si è sposato ha scelto il rito civile, la quota scende infatti al 23,1% al Meridione, mentre in generale si è tornati a percentuali in linea col periodo pre-pandemico, dopo la drastica riduzione delle cerimonie religiose legata alle misure di contenimento sanitario del 2020.

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Ci si sposa meno ma… ci si risposa

La seconda tendenza significativa è quella relativa ai precedenti vincoli di chi si sposa.
L’Istat, al riguardo, sottolinea la connessione con la progressiva diffusione con le unioni libere (che sono più che triplicate da inizio millennio) del calo dei primi matrimoni, che sono stati 139.887, con un -4,3% dal 2022.
Al contrario, però, le 44.320 seconde nozze del 2023, il 24,1% dei matrimoni totali, sono il numero più alto mai raggiunto.
Inoltre, si fa notare, ancor più delle nozze in cui uno dei due coniugi ha già alle spalle un matrimonio, a crescere sono soprattutto quelle in cui entrambi gli sposi sono reduci da un divorzio.

Meno separazioni e divorzi

La rottura del vincolo, che era costantemente aumentata dall’introduzione della legge del 1970 fino al “divorzio breve” del 2015, è comunque in netto calo, avendo fatto registrare quasi il -20% negli ultimi 8 anni.
Nel 2023, le separazioni sono state 82.392, con un -8,4% dal 2022, e i divorzi 79.875 (-3,3), con una media nazionale di 1,4 ogni 1.000 abitanti.
Il dato sale all’1,6 in Sicilia, Sardegna e Liguria, che da sole hanno registrato il 15% del totale degli scioglimenti dei matrimoni (12.363). E l’Istat sottolinea che, al riguardo, si sta notando una sempre maggiore convergenza dei dati del Nord e di quelli del Sud, con un assottigliamento del divario.

Una nuova fotografia delle famiglie

Tra gli altri dati, i 35enni che vivono ancora nella famiglia d’origine è salita al 61,2%; i matrimoni con stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana sono raddoppiati dal 2018, toccando il 14,1%, tra il 20% del Centro-Nord e una quota sotto il 10% al Sud; il 16% (dato stabile) sono state le nozze con almeno uno sposo straniero (29.732).
Si sono celebrate in Italia anche 3.337 nozze tra sposi entrambi stranieri. Infine, sono aumentate (+7,3%) le unioni civili tra persone dello stesso sesso, arrivate nel 2023 a 3.019, anche se nei primi 8 mesi del 2024 si è registrato un -2,1%. Quanto al giorno e al mese più e meno scelti, guidano sabato (ultimo il martedì) e i periodi di inizio settembre e giugno.

I figli nella “nuova” Italia

A completare il quadro sono quindi gli ultimi dati sui nuclei familiari pubblicati dall’Istat sulla base dei censimenti della popolazione. L’Istituto spiega che le coppie con figli sono diminuite del -14%, con una riduzione di oltre 1,2 milioni di coppie con figli conviventi dal 2011 al 2021, accelerando rispetto alle -507 mila registrate tra il 2001 e il 2011.
In calo (-3% dal 2011) anche le coppie senza figli conviventi. Al contrario, aumentano i nuclei monogenitore: nel 2011 erano circa 2,65 milioni e nel 2021 hanno superato i 3,8 milioni, con un incremento del +44%. In particolare, guardando alle madri sole con figli, la percentuale è cresciuta del +35,5%.

Alberto Minazzi

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