Nel Parco archeologico, ritrovate tracce di attività metallurgica, antiche infrastrutture e preziosi reperti
Nel Parco archeologico di Altino riaffiora il volto della città romana del I secolo d.C.
Durante gli scavi, ripresi grazie a un finanziamento del Ministero della Cultura, sono emersi infatti un tratto dell’antica città, materiali residuali di un edificio adibito a lavorazione metallurgica, attività cruciale per l’economia locale e la grande cloaca già scoperta nel 2022, un’imponente infrastruttura per il drenaggio urbano che continua a svelare frammenti di vita quotidiana.
Nel contesto dei ritrovamenti, si distinguono infatti oggetti che raccontano la vita degli antichi altinati: recipienti in vetro dai colori vivaci, ceramiche finemente decorate e gioielli in pasta di quarzo. Tra i pezzi più rari, un balsamario blu con inserti in oro, un lusso riservato a pochi.
Il Parco archeologico, istituito ufficialmente a marzo 2024, integra l’area degli scavi con il Museo archeologico.
Con un’ambizione: creare un “museo all’aperto” che racconta millenni di storia attraverso un itinerario immersivo e accessibile e affermarsi come laboratorio di innovazione.
Gli scavi attuali, per esempio, sono supportati da tecniche all’avanguardia, come le prospezioni geofisiche condotte dall’Università di Padova.
Questi metodi non invasivi permettono di “leggere” il sottosuolo e individuare i punti di maggiore interesse archeologico, riducendo l’impatto sull’ambiente.
Allo stesso Parco, inoltre, sarà esteso il modello di fruizione già attivo al Museo archeologico di Altino, dove percorsi tattili per persone con disabilità visive, visite guidate in LIS e spazi privi di barriere architettoniche garantiscono inclusività e coinvolgimento.