Uno studio pubblicato su Nature risolve il celebre paradosso: grazie all’analisi di un antenato unicellulare degli animali
Alzi la mano chi non si è mai sentito porre la domanda: “è nato prima l’uovo, o la gallina?”.
Ed è ovvio che, trattandosi del più classico dei paradossi, che si fa risalire addirittura al tempo degli antichi filosofi greci Aristotele e Plutarco, chi ha provato a dare una risposta è stato subito posto di fronte a un ulteriore enigma, ancor più insolubile.
Ovvero, “ma chi ha deposto l’uovo?” o “ma da dove è uscita la gallina?” a seconda della strada scelta.
Nessuno, dunque, ha mai potuto dare una risposta a un quesito costruito appositamente come insolubile attraverso la logica. Nessuno, almeno fino ad ora. Perché non attraverso la logica, ma utilizzando le conoscenze scientifiche, e riferendosi non propriamente a un volatile, ma a un organismo unicellulare che ha vissuto sulla Terra molto prima degli animali, si è finalmente posto un punto fermo all’annosa questione. Ovvero che, nella storia dell’evoluzione, è con tutta probabilità comparso prima l’uovo.
Ecco perché l’uovo sarebbe nato prima della gallina
È questa la conclusione cui è arrivato un team dell’Università di Ginevra, che ha appena pubblicato sulla rivista Nature i risultati dello studio intitolato “Un programma di sviluppo multicellulare in un parente animale stretto”.
L’antenato primordiale di cui è stato esaminato lo sviluppo, utilizzando la combinazione tra le moderne tecnologie di imaging risolto nel tempo e la profilazione trascrittomica, si chiama “ Chromosphaera perkinsii”, ritrovato nel 2017 all’interno di alcuni sedimenti marini alle Isole Hawaii.
Si tratta di un’ittiosporea, parente stretto degli animali risalente a circa un miliardo di anni fa, le cui cellule hanno mostrato una capacità comune alle più moderne specie. Infatti, come ricorda l’abstract dello studio, “tutti gli animali si sviluppano da uno zigote unicellulare in un complesso organismo multicellulare attraverso una serie di processi orchestrati con precisione”. In altri termini, spiega l’articolo di Nature, “quando un animale si sviluppa da una singola cellula per diventare un organismo multicellulare maturo, subisce modelli di divisione cellulare che sono evolutivamente conservati”.
La capacità di riprodursi per scissione di C. perkinsii
Gli strumenti genetici alla base della creazione di “uova”, cioè, sarebbero stati sviluppati in natura molto prima della creazione della “gallina”. Il risultato raggiunto dai ricercatori dell’ateneo svizzero permette dunque di compiere un notevole passo avanti nella conoscenza su come il modello caratteristico di sviluppo embrionale basato sulle divisioni cellulari sia sorto e si sia evoluto negli animali. Finora infatti, rimarca lo studio, “nonostante la notevole conservazione della prima embriogenesi tra gli animali, le origini evolutive di come e quando questo processo è emerso per la prima volta rimangono sfuggenti”.
“I nostri risultati sul programma di sviluppo autonomo e palintomico di C. perkinsii – aggiunge l’abstract – suggeriscono che tale sviluppo multicellulare è molto più vecchio di quanto si pensasse in precedenza o si è evoluto in modo convergente negli ittiosporici”. È infatti stato riscontrato che le singole cellule di questo preistorico essere unicellulare “subiscono la rottura della simmetria e si sviluppano attraverso le divisioni di scissione per produrre una colonia multicellulare prolungata con distinti tipi di cellule coesistenti”. In altri termini, raggiunta la massima grandezza, l’organismo inizia a dividersi, con un processo molto simile alle prime fasi di sviluppo embrionale degli animali.
Alberto Minazzi