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I cerotti del "futuro": sentinelle della salute

I cerotti del "futuro": sentinelle della salute

Sviluppato anche un software che consente di usare un semplice smartphone per elaborare i dati raccolti dal dispositivo

L’idea di fondo è quella classica del “Grande Fratello”, il dittatore dell’immaginario stato di Oceania protagonista del romanzo “1984” di George Orwell il cui nome è poi passato a indicare tutte le forme di controllo svolto in maniera costante, in particolare utilizzando apparati tecnologici.
Dal 1949, quando fu pubblicato il libro distopico di fantapolitica, sono passati esattamente 75 anni e l’informatica ha compiuto passi da gigante. Rendendo per esempio possibile, grazie al cosiddetto “internet delle cose”, il passaggio dal “grande fratello” a un “piccolo cerotto”, capace di concentrare in pochi centimetri una serie enorme di funzioni.
E si è completamente rovesciata anche l’idea di “controllo”. Perché il dispositivo realizzato da un team con esperti delle università giapponesi di Hokkaido e Tokyo, presentato sulla rivista “Device”, non intende limitarci, ma anzi potrà servire a tenere monitorata h24 la nostra salute, lanciando l’allarme nei tempi più rapidi in caso di bisogno.

Il cerotto intelligente che dialoga con lo smartphone

La gamma delle situazioni che possono essere rilevate dal cerotto intelligente, spiegano i ricercatori, è estremamente ampia. Il dispositivo, che presenta tra gli altri i vantaggi dell’indossabilità e della massima flessibilità, attraverso i suoi sensori può rilevare cambiamenti di alcuni parametri e cogliere sintomi che variano dalla semplice tosse, a eventuali aritmie cardiache, fino alla possibilità di rendersi conto se la persona che lo utilizza è stata vittima di una caduta.
Il grande vantaggio della tecnologia realizzata in Giappone è quello legato allo sviluppo di un software che permette al cerotto-sentinella di “dialogare” con un altro apparecchio di cui ormai praticamente tutti siamo dotati: lo smartphone. Un moderno telefonino, grazie alla tecnologia chiamata “edge computing”, sarà cioè in grado di elaborare la mole di dati raccolta dai sensori, in modo da renderli comprensibili senza la necessità di trasferirli su server remoti nel cloud.

I sensori del cerotto-sentinella

Dal punto di vista dell’hardware, i sensori realizzati dall’équipe giapponese sono in grado di monitorare l’attività cardiaca tramite elettrocardiogramma, tenendo sotto controllo anche la respirazione, la temperatura cutanea e l’umidità causata dalla sudorazione. Questi sensori vengono quindi integrati, insieme anche a un modulo Bluetooth per la trasmissione dei dati, su una pellicola flessibile che può essere applicata alla pelle.
Gli studiosi hanno dapprima confermato l’idoneità dei cerotti per un uso a lungo termine, testando quindi sul petto di 3 volontari la capacità del dispositivo di intercettare i cambiamenti fisiologici, compresa la possibilità di identificare i sintomi da stress da calore in fase iniziale. I cerotti-sentinella, che hanno dimostrato un’accuratezza di precisione superiore all’80%, si sono dimostrati dunque adeguati per monitoraggi vitali da remoto, telemedicina e telediagnosi.

Alberto Minazzi

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