Salta l’appuntamento con il corpo celeste che avrebbe avuto una luminosità pari a quella di Sirio
Si parla di 1,2 milioni di km; ma, se si pensa che il Sole ha un raggio che sfiora i 700 mila km, si capisce bene che la distanza, nello spazio, è veramente ravvicinata.
Così la cometa “C/2024 S1”, ribattezzata cometa di Halloween per i giorni in cui sarebbe dovuto avvenire il passaggio nei pressi della Terra, non si presenterà all’appuntamento con il nostro pianeta.
Il corpo celeste, scoperto a fine settembre attraverso i telescopi delle isole Hawaii, non ha infatti resistito all’attrazione della nostra stella e, avvicinandovi troppo la sua orbita, è stata disintegrata dalla corona solare.
Il fatale incontro tra cometa e Sole
La fase critica del viaggio di C/2024 S1 era iniziata attorno al 20 ottobre. Una decina di giorni fa gli astronomi che la stavano monitorando avevano riscontrato nelle immagini raccolte dai telescopi una fluttuazione della luminosità della cometa, considerandola il possibile segnale che fosse in atto un processo di distruzione e sgretolamento del nucleo.
Proprio per questi motivi, la cometa di Halloween era stata definita anche “senza testa”.
Così come si era ipotizzata la possibilità che, come poi verificatosi, il corpo celeste non sarebbe riuscito a sopravvivere al passaggio ravvicinato con il Sole. Cosa che si è verificata all’ingresso nella parte più esterna dell’atmosfera della stella.
Le immagini dell’evento di distruzione della cometa sono state catturate dal telescopio spaziale Soho e spingono gli esperti ad affermare che, con tutta probabilità, non è rimasto molto del suo nucleo primario. È questo, del resto, il destino comune per molte delle “comete radenti di Kreutz”, formate dai resti di una unica grande cometa frammentatasi molti secoli fa.
Comete: andrà meglio a gennaio?
L’evento sarebbe dovuto iniziare nel prossimo weekend, quando la cometa di Halloween era attesa in ingresso nel campo visivo dei coronografi dell’osservatorio Soho. La sua luminosità avrebbe, secondo gli esperti, potuto raggiungere quella della stella Sirio, che è il corpo celeste più luminoso nel cielo notturno.
Qualora avesse superato l’incontro con il Sole, inoltre, tra le varie teorie astrattamente possibili, una delle principali riteneva che i frammenti di roccia più grandi di 100 metri sarebbero stati sufficienti per far sviluppare una classica coda luminosa.
Se C/2024 S1 non ce l’ha fatta, gli astronomi puntano adesso su C/2024 G3, che passerà a 14 milioni di km dal sole il prossimo 13 gennaio 2025. Si tratta di una cometa che sarebbe al primo passaggio nel sistema solare interno, con una luminosità, già in aumento, che potrebbe raggiungere quella di Sirio, rendendola facilmente visibile anche a occhio nudo.
Alberto Minazzi