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È di nuovo la Tbc la malattia infettiva più diffusa

È di nuovo la Tbc la malattia infettiva più diffusa

L’ultimo rapporto dell’Oms segnala il sorpasso sul Covid per i casi registrati nel 2023

Cosa accomuna Amedeo Modigliani e Wolfgang Goethe, Fryderyk Chopin, Anton Cechov ed Emily Bronte?
Sono tutti morti a causa della tubercolosi, spesso abbreviata in tbc e nota anche come tisi (così la chiama anche Puccini nella Bohème, che vede la protagonista Mimì spegnersi proprio per questa malattia) o, risalendo nel tempo fino a un paio di secoli fa, ribattezzata anche “mal sottile” o “mal di petto”.
Una malattia che non è mai stata debellata, pur essendo disponibile da più di un secolo (la prima inoculazione avvenne nel 1921) il vaccino ideato dai ricercatori Albert Calmette e Camille Guérin dell’Istituto Pasteur di Lille, in Francia.
E che torna ora ai non certo invidiabili onori della cronaca dopo il nuovo rapporto pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che ne ha ufficializzato il sorpasso sul Covid come principale killer di malattie infettive, con quasi il doppio di morti anche rispetto all’Aids.

Aumentano i casi, diminuiscono un po’ i decessi

Il report dell’Oms rivela che, nel 2023, la tbc è stata diagnosticata a circa 8,2 milioni di persone nel Mondo.
Si tratta del numero più alto registrato dal 1995, quando iniziò il monitoraggio globale di questa malattia che viene ritenuta “probabilmente la principale causa di morte legata a un singolo agente infettivo”.
L’aumento di casi è significativo rispetto ai 7,5 milioni di nuovi casi segnalati nel 2022.
Si sarebbe comunque ridotto a circa 2,7 milioni (aveva toccato i 4 milioni nel 2020 e nel 2021), secondo l’Oms, il divario tra segnalazioni effettive e nuovi casi stimati.
Si è registrato dunque un leggero aumento del totale di persone ammalate, salito lo scorso anno a 10,8 milioni.
Sono invece scesi da 1,32 a 1,25 milioni i decessi correlati. Si sottolinea però anche che “la tubercolosi multiresistente ai farmaci rimane una crisi di salute pubblica”, con tassi di successo per il trattamento a questa forma di malattia che hanno raggiunto il 68%, anche se solo il 44% delle persone stimate di averla sviluppata è stata trattata nel 2023.

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@Oms

La tubercolosi

La tubercolosi è una malattia causata da batteri e colpisce più spesso i polmoni. Per essere infettati, basta inalare solo pochi germi, che si diffondono attraverso l’aria attraverso colpi di tosse, starnuti o sputi.
La tbc è la principale causa di morte delle persone con Hiv e si stima che causi anche un importante impatto sulla resistenza antimicrobica. Si stima che circa un quarto della popolazione mondiale sia stata infettata dai batteri della tubercolosi.
Va però anche detto che la maggior parte delle persone, pur essendo stata infettata, non svilupperà la malattia: il rischio è calcolato dall’Oms tra il 5% e il 10%, perché alcune persone elimineranno autonomamente l’infezione. Ha un rischio maggiore di ammalarsi chi ha un sistema immunitario compromesso, come le persone che vivono con l’Hiv o diabete, sono malnutrite o fanno uso di tabacco. Coloro che sono infetti, ma non malati, non possono però trasmettere l’agente infettivo.

Zone a più alto rischio e fattori di rischio

La diffusione del virus interessa l’intero pianeta: hanno riportato dati ben 193 Paesi, dove vive oltre il 99% della popolazione mondiale. Vi sono però 30 Stati definiti “ad alto carico”. Oltre un quarto dei casi mondiali, il 26%, si è registrato per esempio in India. E si sale al 56% del carico globale della tbc aggiungendo altri 4 Paesi, tutti asiatici.
Si tratta di Indonesia (10% del totale), Cina (6,8%), Filippine (6,8%) e Pakistan (6,3%). Il rapporto evidenzia del resto che “un numero significativo di nuovi casi di tubercolosi è guidato da 5 principali fattori di rischio: malnutrizione, infezione da Hiv, disturbi da uso di alcol, diabete e fumo”.
L’uso di tabacco incide soprattutto tra gli uomini, che sono il 55% di chi ha sviluppato la tbc, con un 33% di donne e il restante 12% tra bambini e giovani adolescenti.

L’Oms: questa situazione è un “oltraggio: abbiamo gli strumenti per prevenirla e curarla”

“Affrontare questi problemi, insieme a determinanti critici come la povertà e il Pil pro capite, richiede un’azione multisettoriale coordinata”, afferma l’Oms. E il direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, aggiunge: “Il fatto che la tubercolosi uccida e ammali così tante persone è un oltraggio, quando abbiamo gli strumenti per prevenirla, rilevarla e curarla. Esortiamo tutti i Paesi a rispettare gli impegni concreti presi per espandere l’uso di questi strumenti e porre fine alla tubercolosi”.
Tra i contenuti del rapporto c’è del resto anche la valutazione completa e aggiornata dei progressi nella prevenzione, diagnosi e trattamento della malattia, a livello globale, regionale e nazionale. Proprio la sempre maggior emersione dei nuovi casi, per esempio, viene ritenuto un risultato che “segue i sostanziali sforzi nazionali e globali per riprendersi dalle interruzioni dei servizi legate al Covid ai servizi di TB”. Così come si fa notare la sostenuta copertura con trattamenti preventivi per i positivi all’Hiv e il continuo miglioramento di quella per i contatti domestici.

Le sfide aperte: le risorse economiche

L’Oms evidenzia però come persistano diverse sfide. In primis quelle legate ai finanziamenti degli interventi di cura e prevenzione. In questa prospettiva, si resta molto al di sotto degli obiettivi, registrano anzi un’ulteriore diminuzione di risorse nel 2023. Dei 22 miliardi di dollari annui necessari, ne sono stati disponibili infatti appena 5,7, il 26%. E le carenze sono state particolarmente serie nei Paesi a basso e medio reddito, che sopportano il 98% dell’onere della malattia.

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@Oms

Per la prima volta sono stati stimati anche i costi gravanti sulle famiglie per accedere a diagnosi e trattamento, che superano il 20% del reddito familiare annuale per circa la metà dei nuclei interessati dalla tbc. A rimanere “gravemente sottofinanziata” è anche la ricerca. Nel 2022, si è raggiunto appena un quinto dell’obiettivo annuale di 5 miliardi di dollari, impedendo lo sviluppo di nuove forme diagnostiche, farmaci e vaccini. L’invito finale è dunque quello di accelerare in vista della seconda riunione ad alto livello sul tema, fissata dale Nazioni Unite per il 2027.

La tbc in Italia

L’ultimo rapporto sui casi di tubercolosi in Italia è stato pubblicato circa un anno fa dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute ed è relativo al periodo 2020-2021. Nell’ultimo anno preso in considerazione, i casi notificati sono stati 2.480, con un aumento del +8,4% rispetto al 2020, ma una diminuzione del -25,9% dal 2019. Il trend, nel 2021, è stato in diminuzione in tutte le regioni. E i casi di malattia sono scesi del -38,8% rispetto al periodo 2009/2019, con un tasso di notifica di 4,2 casi ogni 100 mila residenti.

Alberto Minazzi

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Tag:  malattie, oms