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Fornelli a gas: abbiamo dei killer in cucina

Fornelli a gas: abbiamo dei killer in cucina

L’Italia è il primo Paese europeo per le conseguenze negative legate ai gas tossici emessi dai fornelli, considerati alla stregua delle sigarette

Nonostante le moderne alternative, come i piani a induzione, i fornelli a gas restano una delle modalità di cottura più utilizzate, in Italia ma non solo.
In Europa, per esempio, si stima che siano circa un terzo le case in cui le cucine sono attrezzate in maniera tradizionale.
Eppure, proprio i classici fornelli sono un insospettabile killer annidato nel cuore delle nostre abitazioni, contribuendo ad aumentare l‘inquinamento dell’aria.
A partire dal diossido di azoto (NO2), i cui livelli di concentrazione, come si sa fin dal 1978, risultano più alti nelle case in cui si cucina col gas, dal particolato fine (PM2.5), dall’anidride carbonica e dallo stesso metano, che continua in parte a essere emesso anche a fuoco spento.
A lanciare l’allarme, dopo la pubblicazione di uno studio sul tema pubblicato dall’università spagnola Jaume I citato dall’Epha (European Public Health Alliance), è stata nel nostro Paese l’Associazione medici per l’ambiente (Isde).
Perché l’Italia è il primo Paese europeo per le conseguenze negative legate ai gas tossici emessi dai fornelli.

fornelli a gas
@EPHA (European Public Health Alliance)

 

Quasi 13 mila italiani l’anno vittime del gas da cucina

Secondo i dati, le morti premature legate all’inquinamento dell’aria che si respira nelle case sarebbero 39.959 ogni anno nei Paesi dell’Unione Europea e nel Regno Unito. E l’Italia, con 12.706 vittime stimate, detiene il triste primato di Stato più colpito in una classifica che vede ai primi posti anche Polonia, Romania, Francia e Regno Unito.
Cioè gli Stati dove è più alto anche il numero di famiglie che utilizzano cucine a gas, che si pensa possano avere impatti anche più elevati, non essendo per esempio stati presi in considerazione dallo studio altri inquinanti nocivi come benzene e formaldeide.
Le vite degli italiani, denuncia l’Isde, risultano in pratica accorciate mediamente di poco meno di un anno a causa delle emissioni nocive provenienti dai fornelli. I ricercatori spagnoli, spiega l’associazione, si sono concentrati proprio sul diossido di azoto, partendo da misurazioni reali all’interno e all’esterno delle case e da dati ufficiali governativi sulle concentrazioni di fondo di questo gas, Si è così arrivati a realizzare la prima mappa europea delle probabili concentrazioni di NO2 nelle abitazioni in cui si usano cucine a gas.

fornelli a gas
@EPHA (European Public Health Alliance)

In Italia 230 mila bambini soffrono di asma a causa dei fornelli a gas

Per arrivare alla prima stima scientifica delle morti premature legate alle emissioni nocive dei fornelli a gas, ai risultati ottenuti sono stati quindi applicati dai ricercatori i tassi di rischio per l’inquinamento da diossido di azoto.
Si è provato inoltre, sia pure sulla base di criteri meno rigidi, a valutare l’impatto di questa contaminazione dell’aria sulle forme di asma, ipotizzando che siano circa 367 mila quelle infantili e 726 mila i casi annui totali in Europa.
Al riguardo, a inizio 2023, l’Associazione medici per l’ambiente (Isde) aveva stimato in oltre 230 mila i bambini italiani che soffrono di asma a causa dei fornelli a gas.
Lo studio, del resto, ha evidenziato che i limiti di NO2 contenuti nelle linee guida fissate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sono superati nella “casa media” dei 14 Paesi europei analizzati. L’inquinamento da fumi delle cucine a gas va così ad unirsi a quello di fondo dell’aria ed è più serio nelle case dove è scarsa la ventilazione e dove si cucina per più tempo.
L’Epha invita quindi a considerare i fornelli a gas alla stregua delle sigarette: un piccolo fuoco che riempie di inquinamento le nostre case. Dove, del resto, la maggioranza degli europei trascorre gran parte della propria giornata.

Le possibili contromosse

Per provare a ridurre al minimo questi effetti, i consigli dell’ Associazione medici per l’ambiente vanno dalla massima ventilazione, in particolare durante la cottura, degli ambienti interni in case al contrario sempre più ermetiche, l’utilizzo di tecnologie più pulite e la promozione di una maggiore consapevolezza pubblica sui rischi associati, associata a una strategia politica più rigorosa da parte di Governi e autorità sanitarie per garantire che le linee dell’Oms siano effettivamente applicate. E la mappa appena realizzata viene vista come un ottimo punto di partenza in tal senso.
L’Epha, che quantifica in 143 miliardi di euro (54 dei quali solo in Italia) il peso economico di queste morti prevenibili, ricorda che, anche se sono attese novità normative entro fine anno sui fornelli a gas, per il momento l’Ue non ha definito standard a garanzia di una qualità dell’aria adeguata nelle abitazioni, con strumenti legislativi frammentati e poco coordinati. Per questo proprio quella che è la più grande rete di organizzazioni europee della società civile concentrate sulla salute pubblica ha avviato una campagna che mira tra l’altro alla promozione della diffusione di cucine più pulite.

Alberto Minazzi

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