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Tempesta di Vaia: sei anni fa, il disastro

Tempesta di Vaia: sei anni fa, il disastro

Il violento ciclone ha colpito vaste aree del Nord e del Centro Italia tra il 27 e il 30 ottobre 2018

E’ stata uno degli eventi meteorologici più impattanti e rovinosi degli ultimi decenni nel nostro Paese.
Sono passati sei anni dalla violentissima tempesta che tra il 28 e 30 ottobre 2018 si è abbattuta tra Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.
Due giorni di piogge violentissime, di raffiche di vento con velocità fino ai 200 km/h, mareggiate e onde di mare sull’Alto Adriatico, alluvioni e inondazioni.
Ne furono colpiti in modo importante 494 Comuni del Nord Italia.
Il bilancio fu di ben 15 milioni di alberi abbattuti.
Una catastrofe che, come sottolinea il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, “ha spogliato interi pendii e modificato irrimediabilmente il paesaggio di molte zone, tra le quali le Dolomiti e le Prealpi Venete”.

Il dopo Vaia in Veneto

Nel solo Veneto la Tempesta Vaia rase al suolo 14 mila ettari di boschi, pari a 8,6 milioni di metri cubi di legno. Oggi si guarda oltre. La recente riapertura dei Serrai d Sottoguda, emblema della devastazione che colpì la regione, testimonia infatti che le Dolomiti sono ritornate a splendere.

dolomiti
Ma “la tempesta di Vaia – sottolinea Luca Zaia – ha reso più consapevole il mondo sull’impatto dei cambiamenti climatici a tutti i livelli. E’ stata una grande lezione dalla quale abbiamo imparato molto. Si è rafforzato l’impegno della Regione per la messa in sicurezza idraulica del territorio con 560 milioni di euro investiti per realizzare 23 bacini di laminazione, dei quali 10 già portati a termine per una capacità di oltre 110 milioni di metri cubi“. Il tutto grazie alla collaborazione e il coinvolgimento di vari attori locali e statali che hanno permesso di mettere in atto rapide ed efficaci soluzioni.

Il ciclone che devastò l’Italia tra scirocco e pioggia record

Il ciclone provocò in tutta Italia diffuse situazioni alluvionali e ben 12 vittime.
Sulle Alpi i venti raggiunsero picchi prossimi ai 200km/h in particolare sulle Dolomiti e in generale sul Bellunese, che ne uscirono  devastati.
Con loro, le piogge: la stazione di rilevamento di Longarone ha registrato in soli tre giorni 715,8 mm di pioggia caduta sulle aree montane venete e trentine, 870 a Forni di Sopra e sulle Prealpi carniche, in Friuli.
Esondarono i fiumi Piave e Brenta e tracimò il lago di Alleghe.
Fu dichiarato lo stato di emergenza e in seguito si contarono danni per 1.641.293.000 euro.
“Tra gli oltre 2.000 cantieri avviati per la ricostruzione post-emergenza – ricorda la regione Veneto in una nota – particolare valore simbolico ebbero quelli che interessavano il lago di Alleghe e i Serrai di Sottoguda per complessivi 16 milioni di euro”.

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