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S2: il mega meteorite che impattò sulla terra generando nuova vita

S2: il mega meteorite che impattò sulla terra generando nuova vita

L’ipotesi di uno studio di Harvard: più effetti positivi che negativi dall’impatto avvenuto oltre 3 miliardi di anni fa

Se la scomparsa dei dinosauri, avvenuta più o meno da 65 milioni di anni, fu legata probabilmente all’impatto di un meteorite con la Terra, molto tempo prima (circa 3,26 miliardi di anni fa) alla caduta sulla superficie terrestre di un altro corpo celeste si potrebbero collegare conseguenze al contrario importantissime per lo sviluppo della vita sul nostro pianeta.
Dopo l’iniziale pesante impatto negativo sull’ecosistema delle superfici emerse e delle acque poco profonde, l’aumentata disponibilità di ferro e fosforo che ne derivò favorì, come una sorta di “bomba fertilizzante” l’evoluzione di nuove forme di vita. È questa, in sostanza, la teoria sostenuta dallo studio coordinato da Nadja Drabon dell’Università di Harvard e pubblicato sulla rivista Pnas.

I grandi meteoriti e la Terra primordiale

I ricercatori, attraverso l’analisi della sedimentologia, della petrografia e della geochimica degli isotopi del carbonio delle rocce sedimentarie, hanno provato a dare una risposta all’influenza dei grandi meteoriti sulla nascente biosfera terrestre e sulla vita primitiva in un periodo in cui il flusso di impatto di corpi celesti di dimensioni gigantesche era sostanzialmente più alto di oggi.
“Le rocce dell’Eone archeano – sottolinea lo studio – registrano almeno 16 eventi di impatto importanti”.
Nello specifico, il meteorite S2, al centro dello studio, aveva una dimensione stimata pari a 4 monti Everest, con un diametro tra 37 e 58 km e una massa tra 50 e 200 volte più grande del bolide K-Pg, che fece estinguere circa il 40% dei generi e tra il 60% e l’80% delle specie animali, tra cui, appunto, i dinosauri.

meteorite

Le conseguenze negative del meteorite S2…

Tutti i meteoriti caduti sulla Terra, spiegano i ricercatori, hanno avuto gravi conseguenze, anche se temporanee, per gli ambienti di superficie. S2, hanno ricostruito, innescò tra l’altro uno tsunami gigante e provocò un riscaldamento tale da far evaporare per ebollizione parte delle acque oceaniche superficiali e un probabile aumento a breve termine dell’erosione, anche sulla terraferma, con effetti negativi sulla vita.
Le grandi nubi di polvere potrebbero inoltre aver bloccato la luce del Sole, causando un’oscurità in grado di danneggiare nel breve termine i microbi fotosintetici, quelli che trasformano i raggi solari in energia, presenti nella colonna delle acque basse. Effetti ambientali deleteri che gli studiosi stimano comunque siano stati di breve durata, “forse non più di qualche anno o decennio”, prima della ripresa della biosfera.

 

…e quelle favorevoli alla vita

Al tempo stesso, l’impatto di S2 provocò una serie di conseguenze positive. Vaporizzando, il meteorite iniettò in atmosfera enormi quantità di nutrienti come fosforo e zolfo.
Lo tsunami, oltre a trascinare detriti sulle aree costiere, mescolò poi le acque profonde ricche di ferro con quelle superiori povere di questo elemento.
Ci fu così una fioritura temporanea di comunità di microbi, innescando il loro ciclo del ferro.

Per i sopravvissuti, a partire dalle forme di vita degli oceani più profondi che furono meno colpiti dall’impatto, si crearono insomma nuove opportunità, rendendo per esempio disponibili per gli ecosistemi locali, anche in acque meno profonde, nutrienti e donatori di elettroni come il ferro.
Potendo beneficiare di nuovi ambienti, dunque la vita sulla Terra, conclude lo studio, ripartì molto rapidamente.

Alberto Minazzi

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Tag:  ricerca, terra, vita