L’Istituto Pascale ha selezionato 600 pazienti per uno studio di fase 2 che segue quelli in Australia e Francia e sarà riproposto anche in altre città italiane
L’elenco dei benefici dell’esposizione alla luce del sole è lungo ed estremamente articolato.
Fa bene alle ossa e a muscoli e articolazioni, stimola la produzione di vitamina D e di ormoni come testosterone e progesterone, oltre alla serotonina e alla melatonina, che influiscono positivamente sulla mente, sull’umore e sul sonno.
Non a caso, una delle forme di cura conosciute dall’uomo fin dai tempi degli antichi Greci è proprio l’elioterapia. Che, tra l’altro, può aiutare anche il miglioramento di patologie cutanee come la psoriasi e alcune forme di dermatiti ed eczemi. Il rapporto tra sole e pelle, però, può produrre anche effetti negativi come i tumori, a partire dal melanoma.
Un vaccino curativo basato sull’Rna messaggero
Lo sanno bene, per esempio, marinai, muratori e lavoratori agricoli, che per la loro attività sono esposti lungamente, soprattutto con le braccia, ai raggi solari.
Tant’è che il secondo tumore della pelle più diffuso dopo il carcinoma basocellulare, cioè il carcinoma a cellule squamose, viene comunemente chiamato “tumore del marinaio”.
Una forma maligna di cancro, che nel 5% dei casi può portare alla morte, per la quale è stato però ora realizzato, sfruttando le moderne tecnologie basate sull’mRna messaggero, un vaccino curativo. E ne è già iniziata la sperimentazione, a partire da Francia e Australia. Test, arrivati alla “fase 2”, che ora arrivano anche in Italia, a partire da Napoli.
La sperimentazione del vaccino anticancro a Napoli
Al reparto di Melanoma, Immunoterapia e Terapie Innovative dell’Istituto nazionale tumori “Pascale”, diretto dall’oncologo Paolo Ascierto, sono stati selezionati per l’arruolamento in una serie di test randomizzati le prime 600 persone con lesioni della cute molto gravi dovute a questa forma di carcinoma.
In generale si tratta prevalentemente di uomini anziani che, in passato, sono stati esposti lungamente al sole intenso, spesso senza adeguate protezioni.
Questi pazienti saranno suddivisi in 3 gruppi. 250 partecipanti verranno trattati con 2 cicli di vaccino mRna in abbinamento con un farmaco immunoterapico prima di essere sottoposti a intervento chirurgico e trattamento adiuvante.
Per altri 250 è prevista solo l’operazione, mentre i restanti 100 seguiranno l’iter del primo gruppo (immunoterapia e successiva rimozione in sala operatoria), ma senza la somministrazione del vaccino.
Al Pascale, va ricordato, a gennaio è stato somministrato per la prima volta a un malato, proprio dal team di Ascierto, un altro vaccino mRna sintetico per “istruire” il sistema immunitario a combattere il melanoma.
È comunque già previsto che saranno coinvolti nei test anche il Giovanni Paolo II di Bari, Le Scotte di Siena, il San Martino di Genova, l’Umberto I di Roma, il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, l’Humanitas, lo Ieo e l’Istituto dei tumori di Milano.
Il carcinoma squamocellulare: cosa c’è da sapere
Nel dare l’annuncio dell’importante passo avanti nella sperimentazione, relativamente soprattutto al carcinoma a cellule squamose, il Pascale ha sottolineato l’importanza della prevenzione.
Se questo tumore viene preso per tempo, infatti, può essere curato con facilità attraverso l’immunoterapia, mentre la sua pericolosità aumenta con il progredire del cancro, che diviene sempre più difficile da trattare quanto più è avanzato, anche in considerazione della possibilità di metastasi.
Sono le persone con pelle chiara quelle più suscettibili al carcinoma squamocellullare, che può svilupparsi non solo su porzioni di pelle con precedenti problematiche (come cheratosi attiniche, placche di leucoplachia orale, cicatrici da ustione), ma anche su tessuti sani. Anche se qualsiasi lesione che non guarisce spontaneamente può suggerire la presenza di tale cancro, per arrivare alla diagnosi è comunque necessaria una biopsia.
In alcuni casi, la maggior parte della lesione può svilupparsi sotto il livello della cute, con un’evoluzione che porta all’ulcerazione e all’invasione dei tessuti circostanti. A seconda delle caratteristiche del tumore viene quindi deciso, tra varie alternative possibili, il trattamento da applicare concretamente, utilizzando in genere tecniche localmente distruttive.
La speranza espressa da Ascierto è quella di mettere a disposizione, col vaccino, una nuova e più efficace opzione terapeutica a quanti più pazienti possibili.
Alberto Minazzi