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Scrittura e lettura su carta: valori da difendere

Scrittura e lettura su carta: valori da difendere

In Senato nasce un intergruppo parlamentare per promuovere la scrittura manuale e la lettura su carta, essenziali per lo sviluppo mentale dei giovani e la tutela della cultura

Se da un lato ha i suoi vantaggi una società che guarda sempre più al digitale, come sempre c’è il rovescio della medaglia, soprattutto in riferimento ai giovani. Perché sono proprio loro le prime vittime del lato negativo del progresso tecnologico in atto.
A cellulari, computer e tablet nessuno rinuncia e loro in particolare non ne possono proprio fare a meno.
Per rendersene conto basta osservare i ragazzi seduti su un mezzo pubblico, quando camminano per la strada e addirittura se sono al tavolo di un bar anche se in compagnia: sempre con gli occhi puntati sullo schermo.
Una dipendenza eccessiva che, come rivela il documento approvato dalla 7a Commissione permanente del Senato della Repubblica a seguito di un un’indagine conoscitiva sull’impatto del digitale sugli studenti con particolare riferimento ai processi di apprendimento, preoccupa per la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali quali la capacità di concentrazione, la memoria, lo spirito critico, l’adattabilità, la capacità dialettica.

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Scrittura e lettura stimolano e sviluppano l’emisfero sinistro del cervello

Sulla base di queste considerazioni nasce il nuovo intergruppo parlamentare “scrivere a mano e leggere su carta nell’era del digitale”, promosso dall’Osservatorio Carta, Penna & Digitale della Fondazione Einaudi e al quale aderisce anche l’Accademia della Crusca. Un’iniziativa che punta a innescare un’inversione di tendenza a tutela delle capacità cognitive minacciate dall’abuso dei social e degli smartphone.
L’intergruppo parlamentare è composto da personalità di tutti i partiti che hanno come obiettivo quello di difendere la scrittura a mano e la lettura su carta, considerate dal relatore dell’indagine conoscitiva nonché segretario generale della Fondazione Einaudi e direttore dell’Osservatorio Carta, Penna & Digitale Andrea Cangini, abitudini imprescindibili che stimolano e sviluppano l’emisfero sinistro del cervello, quello che presiede al pensiero logico-lineare.
Il digitale, insomma, va governato.

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Una battaglia per un futuro meno web dipendente

D’altra parte, spiega l’indagine approvata dalla 7° Commissione permanente del Senato della Repubblica, Oriente, Corea del Sud, Cina e Giappone, avanzatissime già da anni sulla diffusione della tecnologia digitale, quindi anticipatori di quelli che possono essere gli effetti che possono produrre il crescente uso di smartphone e videogiochi, mostrano a quali conseguenze stiamo andando incontro.
In Corea del Sud il 30% dei giovani tra dieci e diciannove anni è classificato come “troppo dipendente” dal proprio cellulare e vengono disintossicati in sedici centri nati apposta per curare le patologie da web.
In Cina i giovani “malati” sono 24 milioni e vi sono oltre 400 centri di riabilitazione.
Analoga la situazione in Giappone, dove per i casi più estremi è stato coniato il nome “hikikomori”, ovvero un milione di giovani tra i dodici e venticinque anni che si sono completamente isolati dalla società, non studiano, non lavorano e non socializzano.

La dipendenza va contrastata

L’uso del digitale che ne fanno soprattutto i più giovani, prevalentemente social e videogiochi, evidenzia l’indagine, favorisce il rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore della sensazione di piacere.
Un quadro allarmante che ha portato a individuare dei possibili correttivi.
In primis, proprio l’incoraggiamento nelle scuole alla scrittura a mano, la lettura su carta e l’esercizio della memoria.

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