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Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026: le finaliste

Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026: le finaliste

Nei cinque dossier, cinque visioni di futuro

Sono Carrara (MC), Gallarate (VA), Gibellina (TP), Pescara e Todi (PG) le cinque finaliste per il titolo di Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026.
Il riconoscimento sarà conferito entro il 30 ottobre ma prima le cinque città su ventitrè selezionate dalla giuria del Ministero della Cultura, dovranno affrontare, il 25 ottobre, un altro step: le audizioni pubbliche durante le quali presenteranno nel dettaglio i propri progetti.
Alla vincitrice sarà destinato infine un finanziamento di un milione di euro per la realizzazione delle attività prospettate nel dossier.

I cinque dossier

Carrara, conosciuta in tutto il mondo per il suo prezioso marmo bianco delle Alpi Apuane, nel corso della storia utilizzato per realizzare monumenti e opere eterne ( il Colosseo e la Colonna Traiana di Roma, i capolavori rinascimentali di Michelangelo che proprio a Carrara estraeva il materiale per crearle, solo per citarne alcuni) ha presentato per questo il suo progetto dal titolo  “Carrara – Da 2000 anni contemporanea”.

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Già Città Creativa Unesco per l’arte e l’artigianato, ora Carrara punta al secondo riconoscimento, evidenziando non solo la sua tradizione di città del pregiatissimo marmo ma anche come oggi le proprie maestranze specializzate offrano lo loro esperienza al servizio di grandi artisti contemporanei quali Maurizio Cattelan, Damien Hirst, Jeff Koons, Michelangelo Pistoletto e Fabio Viale. E poi come, dall’Accademia di formazione dei giovani artisti, alla street art che permea parte della città e la sua Piazza delle Erbe, il contemporaneo sia di fatto un tutt’uno con la classicità espressa dai suoi marmi.

Gallarate (VA) si è candidata al titolo di Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026 con un dossier dal titolo “La Cultura del Fare. Il Fare della Cultura”.
Fulcro del progetto, le attività del MA*GA, il museo riconosciuto a livello internazionale per la sua promozione del dialogo tra artisti emergenti.
Il titolo consentirebbe di estendere la sua influenza permettendogli di avviare nuovi progetti.

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Dalla siciliana Gibellina, il dossier presentato raccoglie nel titolo il suo intento: “Portami il futuro”. La città rinata dalle macerie del terremoto del 1968 attraverso l’arte e la cultura contemporanea mira dunque a “consolidare il suo ruolo di laboratorio a cielo aperto di sperimentazione artistica”.

Pescara ha abbracciato il progetto curato dal professor Pier Luigi Sacco e dai suoi collaboratori per presentare la propria candidatura, arrivata con il dossier “Pescara città contemporanea – Una porta aperta ai sogni”: un racconto di “ciò che di bello i nostri artisti hanno realizzato in passato, ma con lo sguardo rivolto al futuro”, ha anticipato il vicesindaco e assessore alla Cultura Maria Rita Carota.

La corsa della perugina Todi verso il titolo di “Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026” è partita con la presentazione del progetto “Ponte contemporaneo”: quello tra il passato e il futuro, in una visione di città contemporanea con un “approccio inclusivo e partecipativo”, coinvolgendo artisti, istituzioni e cittadini nel processo di realizzazione del proprio futuro.

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