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La Nasa avvia la I^missione extraterrestre dedicata allo studio di un mondo oceanico

La Nasa avvia la I^missione extraterrestre dedicata allo studio di un mondo oceanico

Decollata dalla Florida la navicella che verificherà la presenza di un grande oceano salato sotto i ghiacci del satellite Europa

Il “segreto” che ha reso possibile lo sviluppo della vita sulla Terra è semplicissimo: l’acqua. E, nell’immensità dell’universo, è quantomeno plausibile che le grandi masse oceaniche non siano una prerogativa solo del nostro pianeta, che non a caso proprio per questo motivo appare colorato di azzurro per chi lo guarda dallo spazio.
Ma potrebbe non essere necessario percorrere distanze inimmaginabili, per trovare in un altro corpo celeste le condizioni adatte alla vita. Sotto i ghiacci superficiali di Europa, il quarto satellite naturale per dimensioni tra quelli che gravitano attorno a Giove, all’incirca grande come la nostra Luna, ci sarebbe infatti un oceano salato contenente più acqua di quanta sia presente sulla Terra.
Muovendo da questa tesi, proprio per verificare la sussistenza dei presupposti legati alle informazioni raccolte negli anni ’90 dalla missione Galileo, la Nasa ha dunque organizzato la prima missione extraterrestre dedicata allo studio di un mondo oceanico. Il compito è stato affidato alla navicella “Europa Clipper”, decollata lunedì 15 ottobre 2024 dal Kennedy Space Center in Florida.

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il pianeta Giove

Un lungo viaggio alla ricerca di vita

Europa Clipper è la più grande navicella spaziale (misura 30,5 metri da un’estremità all’altra per 5.900 kg di peso, carburante compreso) mai costruita dalla Nasa per una missione diretta verso un altro pianeta. Lanciata ieri con successo, la attende un lunghissimo viaggio di 2,9 miliardi di km. Inizierà quindi a orbitare attorno al più grande pianeta del nostro sistema solare ad aprile 2030, effettuando quindi 49 sorvoli su Europa, a partire dal 2031, avvicinandosi fino a 25 km dalla superficie.
La missione sarà quella di determinare se Europa presenta le condizioni in grado di sostenere la vita.
Al riguardo, gli scienziati hanno già trovato prove per sostenere la possibilità che Europa, sotto la sua superficie, ospiti composti organici e fonti di energia.

@Nasa

Le indagini di Europa Clipper

“Se la missione determinasse che Europa è abitabile – spiega la Nasa – ciò potrebbe significare che ci sono più mondi abitabili nel nostro sistema solare e oltre quanto immaginato”.
Sono 3 i principali obiettivi scientifici: determinare lo spessore del guscio ghiacciato e le sue interazioni con l’oceano sottostante, indagarne la composizione e caratterizzarne la geologia.
Europa Clipper è stato così dotato di sofisticati strumenti scientifici, tra cui un radar per la penetrazione del ghiaccio, telecamere e uno strumento termico per cercare aree di ghiaccio più caldo e qualsiasi eventuale recente eruzione d’acqua, oltre ai più grandi pannelli solari mai utilizzati dalla Nasa per una missione interplanetaria.

Alla scoperta di Europa

La missione Galileo ha mostrato come il campo magnetico di Giove sia interrotto nello spazio attorno ad Europa.
È stato questo a suggerire che vi sia all’interno del satellite un tipo speciale di campo magnetico indotto da uno strato profondo di qualche fluido elettricamente conduttivo, come l’acqua salata.

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Il satellite Europa @Nasa

Europa ha inoltre un’atmosfera di ossigeno estremamente rarefatta ma ricca di attività, con la possibilità che il satellite emetta acqua e altri gas nello spazio, risultando geologicamente attiva.
La superficie di ghiaccio di Europa, che sarà mappata da Europa Clipper per ottenere dati sulla chimica e sull’attività geologica, è la più liscia di qualsiasi corpo solido del sistema solare, con un numero relativamente piccolo di crateri, e sembra non avere più di 40-90 milioni di anni, essendo così “giovane” in termini geologici e, orbitando intorno a Giove, sperimenta forti forze di marea, simili a quelle degli oceani terrestri, che causano la flessione del suo guscio esterno ghiacciato, il cui spessore è stimato tra 15 e 25 km.

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@Nasa

La missione, oltre a calcolarne lo spessore reale, analizzerà la struttura del guscio di ghiaccio, cercando regioni più calde dove l’acqua liquida potrebbe trovarsi vicino alla superficie o potrebbe essere esplosa sulla superficie.
Quanto all’oceano sottostante, di cui si misurerà ora anche la salinità, si ritiene che sia profondo da 60 a 150 km. Una massa d’acqua che, è la tesi, si potrebbe caricare di minerali e sostanze organiche contenenti carbonio interagendo chimicamente con la roccia sottostante in seguito a infiltrazioni.

Alberto Minazzi

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Tag:  giove, spazio