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Alla scoperta dell’orgasmo femminile

Alla scoperta dell’orgasmo femminile

Al Padova Sex Lab dell’Università veneta, uno studio mapperà le risposte del cervello nel momento del piacere

A oggi, hanno aderito 213 potenziali partecipanti e alla fine ne saranno selezionate 30.
“E la risposta che in genere abbiamo ricevuto alla domanda sul motivo che le ha spinte a presentare la propria candidatura è stata: ci lamentiamo tanto del fatto che ci sia poca letteratura in materia, in particolare relativamente alla sessualità femminile, e ci piace pensare di poter contribuire a riempire questa lacuna”, spiega Celeste Bittoni, coordinatrice della ricerca.
Perché il Padova Sex Lab, laboratorio di ricerca afferente al Dipartimento di Psicologia della socializzazione e dello sviluppo dell’Università patavina che intende creare uno spazio in cui promuovere una ricerca multidisciplinare sulla sessualità umana, con il lavoro “Correlati neurali del piacere sessuale femminile” si sta concentrando proprio sull’orgasmo femminile.

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Celeste Bittoni (coordinatrice ricerca “Correlati neurali del piacere sessuale femminile” Università di Padova)

Il misterioso orgasmo femminile

Un “grande mistero” cui si proveranno a dare delle risposte sulla base di uno studio per la prima volta condotto sistematicamente sulle donne e con un’accurata analisi del segnale. Che sarà molto più preciso, basandosi su un elettroencefalogramma a 64 elettrodi, rispetto allo studio del 1976 su 7 soggetti, uomini e donne, e a quello del 1985 su 4 uomini con 14 elettrodi, seguiti per di più da una semplice ispezione visiva.
Un tema, quello dell’orgasmo, su cui c’è insomma ancora tanto da scoprire.
Basti pensare, per esempio, allo studio sul cosiddetto “orgasm gap”, pubblicato su Science Medicine dal Kinsey Institute dell’Università dell’Indiana. Secondo i ricercatori statunitensi le donne eterosessuali riportano infatti tassi di orgasmo tra il 46% e il 58%, mentre gli uomini eterosessuali raggiungono l’orgasmo nel 70%-85% dei casi.
Perché questo avvenga e soprattutto con quali implicazioni a livello neurale, non si sa.

Dal questionario social… a vibratore ed elettroencefalogramma

Dopo l’approvazione del comitato etico dell’Università di Padova dello scorso anno, il reclutamento delle aspiranti partecipanti è partito con la compilazione di un questionario diffuso su Instagram, seguito dalla selezione delle partecipanti sulla base di alcuni criteri (quali età, regolarità del ciclo mestruale, contraccettivi, ecc.).
Da metà maggio è ufficialmente iniziata la raccolta dati.
Il primo incontro, in Università, prevede un’intervista e una spiegazione dell’esperimento nel dettaglio.
La seconda fase dello studio, con elettroencefalogramma e vibratore per la stimolazione genitale esterna, si tiene a casa della partecipante.
“Prevediamo – fa il punto Bittoni – di finire la raccolta dati a inizio novembre. Abbiamo infatti a oggi testato 15 partecipanti con il sistema definitivo, dopo una decina di test con un altro encefalogramma, e quindi siamo a metà, prevedendo ora un’accelerazione fino a 5 test a settimana, dai 1-2 precedenti, per chiudere per la fine del mese”.

La maggior parte delle aspiranti partecipanti ai test è composta da studentesse universitarie, con una media di età di 25/26 anni, anche se alcune, sempre under 35, sono state raggiunte con il passaparola.
“Abbiamo riscontrato – prosegue la coordinatrice – che questi temi sono molto sentiti dalle ragazze, che hanno mostrato un entusiasmo “da ricercatrice” che mi ha molto sorpresa”.

Gli obiettivi dello studio

Una volta completata la raccolta dei dati, questi saranno analizzati per un periodo previsto di 2 o 3 mesi, per poi elaborare le conclusioni, sottoporle alle dovute revisioni e arrivare alla pubblicazione dello studio tra circa un anno.
“È ancora presto – riprende Celeste Bittoni – per dare delle letture sulla base dei segnali neurali. A fornirci degli spunti da espandere, per ora, sono state le interviste precedenti ai test, in cui abbiamo affrontato varie tematiche sessuali”.
Da qui, dunque, si partirà per provare a rispondere ad alcune domande come: Cos’è un orgasmo? Quali sono i meccanismi neurali alla base dell’esperienza del piacere sessuale? Cosa intendono le donne per “orgasmo multiplo”? Come il nostro cervello classifica una sensazione come piacevole?

L’obiettivo della ricerca è infatti quello di indagare le basi neurali della percezione delle sensazioni genitali, nello specifico vulvari, e i cambiamenti nel livello di sincronizzazione e della comunicazione (o connettività) tra aree cerebrali prima, dopo e durante l’orgasmo. A tal fine, vengono utilizzati una cuffia elettroencefalografica e un vibratore per la stimolazione, lasciando sola la ragazza dopo il posizionamento dei macchinari.

Le prospettive

“Sulla base dei risultati che emergeranno – spiega Bittoni – prevediamo di proseguire in futuro con le ricerche, a partire da un secondo studio che abbiamo in cantiere, basato in questo caso sulla fisiologia corporea dell’orgasmo femminile.
Studio che è già stato approvato dal Comitato etico, ma che ancora non è partito. Vorremmo poi effettuare una serie di registrazioni ripetute, visto che adesso ci basiamo sulla risposta media”.
C’è infatti un secondo quesito al quale il laboratorio dell’Università di Padova vorrebbe provare a dare una risposta: “Capire se e come cambia – conclude la coordinatrice – la risposta della stessa persona a distanza di una o più settimane, per esempio a seconda delle varie fasi del ciclo mestruale in cui viene effettuato il test. È per questo che ci auguriamo che quello attuale sia solo un punto di partenza”.

Alberto Minazzi

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Tag:  orgasmo, studio