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Ditelo con un "Loud": il nuovo social vocale

Ditelo con un "Loud": il nuovo social vocale

Loud si ispira al cinguettio di prima generazione. Ma restituisce centralità alla voce e mira a un dialogo diretto tra i creators di podcast e la loro community

Affidereste la vostra voce, solo la voce, a un canale mediatico? A un social media, una piazza sociale, in cui se non chiunque, quantomeno molti, possono sentire timbro, intonazione, cadenza, accento e soprattutto pensiero, di chi sta parlando?
I messaggi vocali sono stati sdoganati, nei software di messaggistica, circa 11 anni fa.
Una piccola rivoluzione comunicativa, fino ad allora relegata agli sms prima e alle applicazioni gratuite poi (con buona pace delle promozioni estive e natalizie, nonché degli squilli), confinati nella privacy dei nostri device elettronici.
Dal 2023 però, almeno in Italia, anche la voce ha un suo social media: si chiama Loud, e consente ai suoi utenti di condividere la comodità dei messaggi vocali.
Cominciamo dalla base: un loud è un post vocale che si può registrare direttamente dal proprio cellulare e che può durare al massimo 90”.

Come funziona il social vocale

Altre app ci avevano provato, nel mondo, a portare la voce nei social.
Nel 2021, durante la pandemia, la statunitense Clubhouse tentò una sorta di podcasting in tempo reale, ma si sgonfiò in breve tempo. Anche il (fu) Twitter di Instagram, Threads, ha tentato l’assalto vocale senza riuscire: basta scrollare la “home” dell’applicazione per constatare la predominanza del testo.
Loud non vuol essere niente di tutto ciò: si ispira al cinguettio di prima generazione, mantenendo il lato intimistico dei primi social, senza scadere nella frenesia mediatica, grazie alla registrazione dei messaggi, e quindi nella memorizzazione.

“Affiniamo continuamente la piattaforma attraverso feedback e test, soprattutto con il coinvolgimento degli utenti – riferisce il team che lavora nel dietro le quinte dell’applicazione -. La crescita è costante e vediamo ampi margini di espansione, soprattutto grazie alla crescente domanda di contenuti audio e podcast e all’interesse per forme di comunicazione più personali e autentiche”.

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La campagna di promozione e marketing di Loud

Come funziona Loud

Il suo utilizzo è discretamente semplice e intuitivo; dopo la consueta procedura di iscrizione, si apre l’interfaccia principale di Loud. Al centro, un grande cerchio dove è possibile premere per ascoltare i contenuti – non più lunghi di 1 minuto e 30 – degli utenti, con una breve descrizione o la trascrizione dell’intero vocale sottostante.
Sopra, la possibilità di scorrere tra i contenuti dei profili “suggeriti”, per affinità algoritmica, o dei “seguiti” per selezione; alla base dello schermo, tre diverse interazioni: la risposta vocale, il “like” formato applauso e la durata dell’intera conversazione, in base ai botta e risposta generati.
Infine, le ultime cinque icone, da sinistra a destra: la home, la ricerca per hashtag, la registrazione di un proprio “loud”, l’accesso al profilo personale e la campanella delle notifiche.

Uno social audio-centrico che ridà centralità alla parola

“L’idea di LOUD nasce dall’osservazione di un mondo sempre più dominato da contenuti visivi, che però lascia in secondo piano la potenza della voce e del suono come mezzi di espressione – spiegano i creatori del social-. Volevamo realizzare una piattaforma che restituisse centralità alla parola, un luogo dove chiunque potesse condividere le proprie idee, racconti e opinioni attraverso la voce, senza la necessità di immagini o video. Un aspetto cruciale è stato anche il desiderio di costruire uno spazio inclusivo, accessibile a tutti, compresi coloro che vivono con disabilità visive. Da qui, la decisione di sviluppare un social network audio-centrico che permettesse a tutti di essere ascoltati.”

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Parola chiave: intimità

Da marzo 2023 a oggi – settembre 2024 – il social ha conosciuto una lenta e costante crescita, i cui picchi sono stati dati dal piano marketing e dalla collaborazione con creator e podcaster. Questi hanno portato con sé la loro community, aumentando il grado di intimità e di discussione grazie appunto all’interazione vocale.
Intimità, per Loud, è la parola chiave: che siano “parlatori” professionisti o persone comuni con una storia personale, l’idea è la coesione data dall’emotività, che muove alla connessione e all’appartenenza in modo che si instauri un dialogo oltre l’intrattenimento, sincero, diretto e soprattutto attivo.

“L’intimità dell’esperienza su Loud è uno dei nostri punti di forza e intendiamo mantenerla anche in futuro – sottolineano gli ideatori – Tuttavia, siamo consapevoli dell’importanza di crescere e raggiungere un pubblico più ampio. Questo significa che stiamo già esplorando strategie di comunicazione e marketing che siano coerenti con i nostri valori, senza compromettere la qualità e l’unicità dell’esperienza che offriamo. L’obiettivo è continuare a espandere la nostra community, mantenendo allo stesso tempo l’autenticità che ci contraddistingue.”

L’inizio tra pro e contro

Scaricare e iscriversi a Loud riporta alle sensazioni dei primi social network: la condivisione degli stati, la preponderanza del pensiero emotivo, il dare per scontato che ogni cosa scritta fosse comprensibile a tutti.
Sembra quasi che il nuovo social faccia quindici anni di passi indietro, per ripartire con un approccio più ragionato dato dalla lentezza dell’ ascolto.
Di contro, l’impressione a volte è che possa sdoganare, in maniera più preponderante, l’opinione di chiunque, senza un filtro che possa arginare ciò che effettivamente è degno di nota da quel che non lo è. Probabile sia una questione di utenza – quante “louders” lo utilizzano – e di naturale selezione tra i contenuti ritenuti validi dalla collettività. Qualcuno suggerisce una maggior categorizzazione dei contenuti, così da rendere più facile la scelta di cosa ascoltare. Non è pratica comune quella di modificare l’anteprima scritta del messaggio vocale, così da facilitare l’introduzione alla discussione. Probabilmente l’utilizzo di Loud impone anche un pensiero cosciente ed empatico di cosa si sta per dire, senza un eccessivo egocentrismo.

Notizie, podcast, discussioni e dialogo diretto

Ma Loud è giovane e ha tanti passi ancora da fare.
“Crediamo che l’audio sia un mezzo straordinario per la diffusione di notizie e informazioni. Su Loud abbiamo già visto giornalisti indipendenti e podcaster usare la piattaforma per diffondere notizie e approfondimenti. Ci piacerebbe sviluppare ulteriormente questo aspetto”, rivela il team. Non solo. “Vogliamo anche diventare un punto di riferimento per chi crea e consuma contenuti audio, inclusi i podcast. Immaginiamo una piattaforma dove i podcast non solo possono essere ascoltati, ma anche discussi e condivisi direttamente dai creatori con la loro community, in un ambiente più interattivo rispetto ai tradizionali servizi di streaming. Il nostro obiettivo è creare un ecosistema dove i creators possono connettersi direttamente con il loro pubblico, monetizzare i loro contenuti e crescere insieme alla loro audience.”
Chissà se la sensibilità di internet e dei social vedrà affinità con questa nuova voce e con la sua espressione.
Non resta che provare, per condividere voci diverse, sotto lo stesso network.

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