La denuncia del nuovo report “Animali in città” di Legambiente, che lancia 6 proposte. Da Milano l’ultimo drammatico episodio di cronaca
Come accade ogni anno, anche in quest’estate le cronache italiane hanno purtroppo raccontato episodi di abbandono di animali conclusi tragicamente.
Negli ultimi giorni, per esempio, ha colpito la notizia, arrivata da Milano, di un cane che, abbandonato per giorni su un balcone senza acqua né cibo, nonostante il sole cocente con temperature spesso sopra i 40’, si è lanciato nel vuoto ed è stato ritrovato agonizzante sull’asfalto.
Non è dunque fuori luogo definire quella dell’abbandono una vera e propria piaga. Anche perché, come sottolinea Legambiente nel suo nuovo report “Animali in Città”, di cui è stata appena pubblicata la XIII edizione, il fenomeno, nel 2023, ben lungi dall’arrestarsi, ha fatto segnare al contrario un significativo aumento.
Dall’abbandono al randagismo: numeri che preoccupano
Lo scorso anno, riporta il rapporto, i cani abbandonati in Italia sono stati infatti ben 85 mila, con un aumento percentuale su base annua del +8,6%. Non è questa, prosegue l’analisi di Legambiente, l’unica statistica che preoccupa. Per esempio, sono 358 mila i cani randagi (cioè senza un padrone che li rivendica) stimati nel 2023. Di questi, 244 mila si trovano nelle realtà più critiche: Lazio, Sicilia, Campania, Puglia e Calabria.
Il quadro è ancor più serio se si considera anche che appena il 41% dei Comuni che hanno risposto al questionario conosce il numero complessivo dei 1.812.008 cani iscritti all’anagrafe canina, con la percentuale che scende al 37,1% per quanto riguarda la consapevolezza delle nuove iscrizioni avvenute nel 2023, che sono state 87.602.
Aree dedicate e spazi in spiaggia
Solo il 33,3% dei Comuni ha quindi dichiarato di avere spazi aperti dedicati agli animali d’affezione. Nel report risultano così 1.602 aree dedicate ai cani: mediamente uno spazio ogni 6.842 cittadini residenti. Una realtà, inoltre, tutt’altro che uniforme sul territorio nazionale. Basti pensare che a Cervicati, nel Cosentino, è presente un’area ogni 785 abitanti, a Messina 1 ogni 72.632.
Sul tema dei regolamenti, solo il 38,9% dei Comuni afferma di averne uno per la corretta detenzione degli animali in città. E, guardando infine in questa prospettiva un tema di attualità estiva, cioè la regolamentazione dell’accesso in spiaggia degli animali, a prevederla, tra i comuni costieri, è meno di 1 su 4 (esattamente il 24,7%).
Realtà virtuose e proposte di Legambiente
In occasione della presentazione del rapporto, Legambiente ha premiato anche le realtà locali che si sono dimostrate più virtuose nell’offerta di servizi e azioni dedicate alla prevenzione sul tema. Tra i Comuni, il premio è andato a Verona, Modena e Zocca, sempre nel Modenese; tra le aziende sanitarie, premiate Ats Brescia, Ats della Montagna e Auls Toscana Sud Est. L’Emilia Romagna è invece la regione con la maggioranza di Comuni con performance superiori alla sufficienza.
Legambiente ha anche lanciato un pacchetto di 6 proposte per migliorare la politica nei confronti degli animali. Si va dall’attivazione dell’anagrafe unica nazionale all’aumento di medici veterinari pubblici, infrastrutture e aree verdi, fino al coinvolgimento attivo delle guardie ambientali e zoofile volontarie e alla sottoscrizione di un almeno un migliaio di accordi o patti di comunità.
Alberto Minazzi