Gli Azzurri uguagliano il record di medaglie in una sola edizione (40), ma con più ori e argenti di 3 anni fa
Alla vigilia di Parigi 2024, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, aveva fissato l’ambiziosa asticella ad almeno una medaglia più di Tokyo 2020, l’evento slittato di un anno per il Covid in cui la spedizione azzurra aveva a sorpresa centrato il nuovo record di medaglie vinte, 40, in tutte le edizioni dei Giochi moderni.
L’obiettivo, alla fine della 33^ Olimpiade, è stato numericamente solo eguagliato, con l’esatto numero di podi della missione in terra giapponese. Ma il miglioramento auspicato c’è stato comunque, perché gli allori sono stati qualitativamente più pesanti, con 2 ori e 3 argenti al posto di 5 bronzi, al termine di un percorso in cui non si è perso realmente un colpo.
Perché in tutti e 17 i giorni in cui si sono assegnate medaglie i nostri atleti ne hanno portata a casa almeno una, allungando a 36 giornate la striscia iniziata a Rio de Janeiro 2016.
E con il successo delle ragazze della pallavolo, che mai nella storia olimpica erano andate oltre i quarti di finale, il bottino è arrivato a 12 titoli, a solo 1 titolo da Roma, Atlanta e Sidney e a 2 dal record del 1984 a Los Angeles.
Guarda caso, la località a cui ora si guarda per il prossimo appuntamento a cinque cerchi, nel 2028.
Italia: nona (o settima…) al Mondo
Curiosamente, il “Medagliere”, ovvero la classifica per Nazioni in base al numero di medaglie vinte e dunque il modo universalmente riconosciuto per stilare a fine Olimpiadi una sorta di “classifica”, è condiviso a livello mondiale ma non ufficialmente previsto dal Comitato Olimpico Internazionale. E va aggiunto che vi sono così 2 modi di leggerlo.
Quello “europeo”, che dunque ci suona più comune, posiziona gli Stati guardando al numero delle medaglie vinte in base alla loro qualità. Anche in questa prospettiva, con 12 ori, 13 argenti e 15 bronzi, l’Italia guadagna una posizione rispetto a Tokyo, salendo dal 10° al 9° posto, tenendo alle spalle anche la Germania, che ha conseguito lo stesso numero di primi e secondi gradini del podio, ma 7 bronzi in meno.
Applicando il metodo “americano”, però, l’Olimpiade azzurra guadagna ancor più valore. Negli Usa si guarda infatti al numero complessivo di medaglie, indipendentemente dal metallo. E, in questo caso, i nostri atleti si posizionano al 7° posto con 40, più di Paesi Bassi e Corea del Sud, che hanno vinto rispettivamente 2 e 1 oro in più di noi. Per tacere delle cosiddette “medaglie di legno”. Ovvero i quarti posti. In tal senso, nessuno ha sfiorato più podi di noi: ben 25.
Tra imprese sfiorate, sfortuna e polemiche
Per di più, nel conto non rientra per esempio il quinto posto di Marcell Jacobs, ad appena 6 centesimi dal podio nella finale dei 100 metri in cui ha provato a ripetere l’exploit di Tokyo. Pur con il miglior tempo personale stagionale, il velocista non ce l’ha fatta, a testimonianza della difficoltà di ripetersi.
Dei 10 ori italiani di Tokyo, a confermarsi sono stati infatti solo Ruggero Tita e Caterina Banti nella vela.
Tra i mancati bis più dolorosi c’è sicuramente quello del portabandiera azzurro Gianmarco Tamberi, che aveva già cominciato la spedizione con il cattivo presagio della fede nuziale persa nella Senna durante la cerimonia d’apertura. L’atleta marchigiano, il migliore della stagione nel salto in alto, già alle prese con coliche renali nei giorni precedenti, proprio in prossimità della finale è stato ricoverato in ospedale fino a poche ore dalla discesa in pedana.
Già il fatto di aver portato a casa al terzo tentativo una misura utile, a 2 metri e 22 centimetri, evitando l’ultimo posto, è stata un’impresa clamorosa. Ma “Gimbo” si aspettava e sperava di potersi giocare le sue carte in modo diverso. Così come sono state tante le delusioni legate a valutazioni arbitrali non condivise. A partire da quella dell’Italia della pallanuoto, che ha contestato girandosi di spalle al momento dell’inno e giocando volutamente per 4 minuti con un uomo in meno.
Parigi: un’Olimpiade di storie…
Come ogni evento di respiro planetario, anche a Parigi le Olimpiadi sono state del resto non solo una grande vetrina di sport, ma prima ancora un contenitore di storie, belle e meno, strappalacrime e fonte di confronto anche aspro.
Si sono viste per esempio un paio proposte di matrimonio, come quella ricevuta dalla ginnasta azzurra Alessia Maurelli, che si è vista porgere l’anello dal fidanzato dopo aver vinto il bronzo olimpico.
Ha dell’incredibile anche l’Olimpiade di Roncadelle, piccolo comune di 9.248 abitanti in provincia di Brescia, che ha portato a casa ben 3 ori: l’ultimo, quello della capitana del volley Anna Danesi, ha completato il tris dopo la doppietta di Giovanni De Gennaro (canoa K1 slalom) e Alice Bellandi (judo), completata per di più in poche ore dello stesso giorno.
E non si può non ricordare, anche se non riguarda l’Italia, lo storico bronzo della pugile Cindy Ngamba: la prima medaglia vinta dalla squadra degli Atleti Olimpici Rifugiati. Infine, proprio a proposito di pugilato, non si può non ricordare l’oro dell’algerina Imane Khalif, a lungo al centro delle polemiche sul suo tasso di testosterone. Una delle tante situazioni che hanno al lungo tenuto banco nell’opinione pubblica, superata solo dal tema del nuoto nelle acque della Senna inquinata.
…e di successi
Tutti temi che, adesso, sono ormai entrati a far parte integrante del grande libro della storia olimpica. Insieme, ovviamente, ai nomi di quegli atleti che lo hanno iscritto a caratteri in oro, argento e bronzo grazie alle loro prestazioni. Ripercorrendo rapidamente (per quanto possibile…) la storia di Parigi 2024 da questo punto di vista, l’avventura italiana è iniziata con un argento, quello di Filippo Ganna nella cronometro individuale maschile di ciclismo, con il primo oro di Nicolò Martinenghi nei 100 metri rana di nuoto.
Restando sul gradino più alto del podio, oltre a quelli già citati sono quindi arrivati i successi di Thomas Ceccon (100 metri dorso di nuoto) e della squadra di spada femminile nella scherma (Giulia Rizzi, Alberta Santuccio, Mara Navarria e Rossella Fiamingo, scelta quest’ultimacome portabandiera italiana nella cerimonia di chiusura insieme al fidanzato Gregorio Paltrinieri, bronzo nel nuoto).
Ancora, Marta Maggetti nel windsurf; le prime volte di un oro italiano nel tennis italiano, con Jasmine Paolini e Sara Errani nel doppio femminile, e della ginnastica artistica, grazie ad Alice D’Amato (che poi ha centrato anche l’argento nella prova a squadre) nell’esercizio alla trave; la mira infallibile di Diana Bacosi e Gabriele Rossetti nella gara per squadre miste di tiro sportivo.
Alberto Minazzi