Dalle Dolomiti al Delta del Po, dai Colli Euganei al Sile e alla Lessinia, sono numerose le aree naturalistiche che offrono scenari unici al turista
Paesaggi mozzafiato e aree di straordinaria biodiversità, i parchi del Veneto abbracciano ambienti che vanno dalla pianura al mare e dalle colline alle montagne più impervie e selvagge.
Scrigni di tesori naturalistici ma anche culturali e luoghi dove sopravvivono lingue e tradizioni quasi dimenticate.
Campanule e seggiolai all’ombra dei giganti di pietra
E’ soltanto a metà estate che, sulle aspre rocce oltre i 1000 metri di altitudine, fanno capolino le corolle viola della campanula di Moretti, specie endemica protetta, diventata il simbolo del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, l’anima wild del Veneto settentrionale. Poche le strade e i centri abitati in questo territorio in provincia di Belluno.
Degli oltre 31.000 ettari tutelati, più della metà è coperto da boschi rigogliosi, foreste, praterie d’alta quota e pascoli, mentre il rimanente è fatto di guglie aguzze, forre, canyon, cascate, torrenti impetuosi e laghi cristallini.
Ancora oggi le pietre millenarie continuano a essere palestra di studio per molti geologi mentre nel cuore del Parco, a mille metri di profondità, si cela un abisso di quasi 35 chilometri, il più lungo delle Dolomiti. Oltre alla natura straordinaria, in questi luoghi sopravvivono tradizioni antiche come quella dei seggiolai e impagliatori della Conca Agordina.
Un tempo i “Kontha”, così venivano chiamati in dialetto locale questi artigiani, idearono addirittura un linguaggio in codice per non svelare i loro segreti di costruzione. Arnesi, manufatti e testimonianze di questo antico mestiere sono oggi custoditi nel Museo Etnografico di Gosaldo.
Dolomiti d’Ampezzo, oltre al glamour c’è di più
Alle porte di Cortina si estende un territorio di oltre 11 mila ettari tutelato dal Parco regionale delle Dolomiti d’Ampezzo, un’area dove la natura regala il meglio di sé e per questo motivo gelosamente protetta dalla Comunanza delle Regole d’Ampezzo, il consorzio delle antiche famiglie locali.
A fare da quinta scenografica ci sono alcune delle montagne più iconiche al mondo, dai profili inconfondibili e talvolta bizzarri: Tofane, Croda da Lago, Rocchette, Sorapis, Croda Rossa e Cristallo, tutte cime Patrimonio UNESCO.
Uno dei luoghi più frequentati durante la stagione estiva non è il Corso Italia a Cortina d’Ampezzo ma la Val Travenànzes: una valle di origine glaciale, senza strade nè rifugi, di una bellezza primordiale e selvaggia, un’area da percorrere a passo lento in compagnia dei suoni e dei profumi della natura, è sufficiente un minimo di allenamento e condizioni meteo sicure.
Antichi vulcani e acque miracolose
A pochi chilometri da Padova vi aspetta il paesaggio sorprendente dei Colli Euganei, un centinaio di dolci rilievi di origine vulcanica in cui la natura è inaspettatamente rigogliosa. Un territorio dalle caratteristiche “esemplari”, nel cui sottosuolo scorrono da millenni acque terapeutiche, diventato Riserva MAB dell’UNESCO.
L’area tutelata dal Parco regionale dei Colli Euganei è fatta anche di borghi antichi, ville venete, castelli, oasi della fede. Senza dimenticare che questi colli rappresentano una destinazione per gli amanti della bicicletta e del trekking con itinerari tabellati che si diramano tra vigneti, uliveti e boschi.
Celebrati dai versi di illustri poeti e scrittori, i Colli Euganei attraggono anche gli appassionati della letteratura: nel 2012 è stato istituito il Parco Letterario® Francesco Petrarca che invita a passeggiare tra i luoghi che hanno ispirato grandi artisti del passato.
A portata di binocolo
In provincia di Rovigo, là dove il Grande Fiume si allarga, dirama e infine si fonde nell’abbraccio col mare Adriatico, si trova una delle più suggestive aree naturalistiche italiane nonché la più vasta zona umida europea: è il Delta del Po, non solo Parco regionale ma anche Riserva MAB UNESCO.
Tra gli aspetti che lo caratterizzano, uno degli aspetti più sorprendenti è la quantità di ambienti tutelati che comprendono campagne, dune fossili, argini, golene, valli da pesca, lagune e scanni.
Ed è proprio in queste zone che trovano rifugio quasi 400 specie di uccelli migratori, svernanti e nidificanti che fanno del Delta del Po la più importante area ornitologica italiana. Un numero elevatissimo di specie tra cui aironi rossi e fenicotteri rosa, volpoche e falchi di palude, quattrocchi e mestoloni.
Sono ovunque, basta munirsi di un buon binocolo prendere posto in uno dei tanti capanni per il birdwatching oppure procedere silenziosamente a piedi o a bordo di qualche piccola imbarcazione per osservarli nella loro quotidianità.
Le mille polle blu
Non nasce dalle montagne, il fiume Sile, ma dai “fontanassi”, termine dialettale trevigiano che indica le polle sotterranee che danno vita a uno dei fiumi di risorgiva più lunghi d’Europa, ben 95 chilometri.
Acque silenti che da Casacorba di Vedelago, in provincia di Treviso, raggiungono la laguna veneziana lambendo un territorio di oltre 4 mila ettari tutelato dall’omonimo Parco regionale.
Qui le ville venete si alternano agli antichi mulini, i monasteri alle opere di ingegneria idraulica. L’oasi naturalistica di Cervara, dove rapaci notturni e cicogne sono di casa, è il luogo ideale per visite per famiglie e scolaresche.
Questo biotopo di elevato pregio naturalistico è classificato anche come SIC, Sito di Interesse Comunitario per il rifugio della fauna selvatica, un angolo di paradiso a pochi passi dal capoluogo della Marca.
Ritorno al passato
E’ un meraviglioso viaggio nel tempo quello che regala il Parco regionale della Lessinia, territorio a nord di Verona. Basta visitare la Valle delle Sfingi a Velo Veronese, il maestoso Ponte di Veja a Sant’Anna di Alfaedo ma soprattutto la Pesciara di Bolca per essere catapultati indietro di milioni di anni, a quando quest’area era un caldissimo mare pieno di pesci e molluschi mentre intorno la vegetazione era di tipo tropicale.
Oggi la natura regala comunque spettacoli emozionanti basta percorrere i sentieri della foresta dei Folignani, con i suoi maestosi esemplari di faggi, abeti bianchi e carpini neri, o ancora la vasta foresta di Giazza, che prende il nome dal paesino capoluogo dei Cimbri, comunità di origine tedesca emigrata in questi luoghi nel XII secolo.
Luisa Quinto