Estate, mese di orgogli che si rivelano al mondo e reclamano il loro spazio.
E se, a giugno, le cronache si occupano, sempre più nel corso degli anni, del LGBTQ+ Pride, probabilmente non molti sanno che, a luglio, lo segue il Disabilty Pride Month, il mese dell’orgoglio disabile.
Proprio questo mese è stato dunque scelto per rilanciare la raccolta fondi per il primo Disability Pride Veneto, che si terrà a Padova il 14 e 15 settembre 2024.
La manifestazione, che vede come capofila organizzativo l’associazione padovana Muoversi in Libertà, vuole portare per la prima volta in regione i temi sensibili che riguardano il mondo disabile: accessibilità turistica e abbattimento delle barriere architettoniche e sociali, sport e progetti di vita (compresa la sua dinamica di fine) stereotipi e diritto allo studio, affettività.
I temi saranno veicolati, nelle 2 giornate, attraverso spettacoli, convegni e momenti di convivialità, in modo da avvicinare la cittadinanza al mondo dei disabili.
L’importanza del tema della disabilità
Avvicinarsi al mondo disabile significa cambiare radicalmente prospettiva rispetto al mondo che si ritiene “quotidiano” e “normale”. Spesso diamo per scontate certe pratiche giornaliere, come semplicemente muoversi sul suolo cittadino, non vedendo quelli che possono essere ostacoli talvolta insormontabili per un disabile.
La dinamica di inclusione nei confronti della disabilità si traduce in un cambiamento dell’architettura urbana e delle pratiche sociali: rendere qualcosa accessibile ai disabili non significa snaturare la propria normalità, ma semplicemente modificare la propria attenzione per permettere a più persone di raggiungere un dato obiettivo, preservando l’autonomia e la capacità di scegliere, senza dover per forza dipendere da qualcun altro.
L’impegno, da parte delle persone cosiddette ‘normodotate’, è di natura culturale. Si tratta infatti di abituarsi a vedere con lo sguardo di un disabile, per poter ampliare la sfera di possibilità di un’azione quotidiana a più persone possibili. Ciò avviene attraverso le regole e le norme, imposte dall’alto, e dalla sensibilizzazione a certe tematiche, dal basso, da parte di chi ha questo occhio di riguardo nei confronti della diversità, non solo di natura fisica.
La disabilità infatti comprende diverse sfumature: la neurodivergenza, le disabilità “invisibili” e non diagnosticate, la psichiatria, la disabilità sensoriale.
La bandiera dell’Orgoglio disabile
Questi 5 risvolti della disabilità sono richiamati rispettivamente dai colori rosso, giallo/oro, bianco, blu e verde, in un banda multicolorata che taglia in diagonale uno sfondo nero, in memoria delle vittime di abilismo (ovvero discriminazione e marginalizzazione nei confronti delle persone disabili), violenza e abusi.
È la bandiera del Disability Pride, nata nel 2019 grazie all’opera artistica di Ann Magill, scrittrice americana affetta da paralisi cerebrale. La prima bandiera prevedeva un fulmine colorato a solcare lo sfondo nero; nel 2021 questo si è trasformato in una striscia diagonale, che simboleggia il taglio delle barriere e delle separazioni, per non disturbare le persone con disturbi visivi.
La prima protesta pacifica
La bandiera, e il mese per la disabilità, non sarebbero nati senza una prima protesta pacifica che dimostrasse con forza la separazione tra una normalità imposta e insensibile e il mondo dei disabili. Questa avvenne negli Stati Uniti, nel 1990, e più precisamente a Washington. Il 12 marzo infatti, più di 1000 persone marciarono verso la Casa Bianca per chiedere l’approvazione del Disabilities Act.
Qui, circa 60 attivisti dimostrarono l’inaccessibilità degli spazi pubblici, scendendo dalle proprie carrozzine e strisciando sugli scalini di Capitol, in segno di disobbedienza civile. Furono arrestati un centinaio di protestanti, la maggior parte dei quali in sedia a rotelle, per dimostrazione illegale.
Il 26 luglio successivo, il presidente George H.W. Bush firmò l’Americans with Disabilities Act, facendolo diventare legge; per questo motivo il mese di luglio è diventato il periodo in cui si commemora, e celebra, l’orgoglio disabile. Celebrazioni che si sono propagate, molto lentamente, ai paesi anglofoni prima, ed europei poi.
Le parate per la disabilità oggi
Nel mondo, la città che conta oggi il maggior numero di parate a favore della disabilità è Chicago, con 16. Il Disability Pride qui si festeggia dal 2004. A seguire vengono poi Philadelphia, New York e Mountain View, Zurigo, la Nuova Zelanda (dal 2021) e il Regno Unito (dal 2023).
Per quanto riguarda l’Italia, il movimento di orgoglio e rivendicazione parte letteralmente “dal basso” (in senso geografico). Perché a Ragusa, in Sicilia, grazie all’azione di Carmelo Comisi il Disability Pride si celebra fin dal 2015. Il movimento, poi, man mano si è ampliato ed espanso nel canale Disabilty Pride Network.
Nel 2023, le città che si contano nella rete sono Torino, Genova, Milano, Bologna, Taranto e Palermo. Da quest’anno sarà presente anche il Veneto, e Padova, grazie alla prima parata del prossimo settembre.
Per partecipare alla raccolta fondi e aiutare il Disability Pride Veneto basta seguire il seguente link e rimanere connessi ai canali social di @disabilityprideveneto.
Damiano Martin