Presentato il rapporto annuale di Legambiente: oltre 4 reati ogni ora, 97,2 al giorno
In un contesto in cui le parole d’ordine sembrano essere sostenibilità e ambiente, tra sfide epocali e goal da superare, in Italia l’ecomafia prospera.
E’ inclemente il Rapporto sulle ecomafie nel 2023 presentato oggi da Legambiente.
Oltre 4 reati ogni ora, 35 mila 487 reati nell’arco di un anno, nessuna regione esclusa.
E un fatturato alto. Tanto alto, prodotto da questo tipo di attività illecite: 8, 8 miliardi di euro.
Gli illeciti risultano soprattutto legati al ciclo illegale del cemento, sempre più contaminato con sostanze tossiche, ai rifiuti e, new entry tra gli illeciti più frequenti, agli animali.
Impennata dei reati rispetto al 2022
Dei quasi 36 mila reati, il 14% sono stati perpetrati in Campania, l’11% in Sicilia e il 10,3% in Puglia, regioni tristemente sul podio. Seguite da Toscana (6,5%), Lazio (6,2%) e da Lombardia (5,7%).
Le tre città più colpite dall’ecomafia sono Napoli (1494 reati), Avellino (1203 reati) e Bari.
Al nord, la provincia di Venezia segnala una triste crescita entrando nelle prime 20 con illegalità ambientali.
Rispetto all’anno precedente, sottolinea Legambiente nel suo rapporto “”Ecomafia 2024. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia“, nel 2023 il numero dei reati è aumentato del 15,6%.
La media è di 97,2 reati al giorno. 4 ogni ora.
Ciclo dei rifiuti: illeciti aumentati del 66,1%
“Il business ambientale, come ci raccontano anche i numeri di quest’anno – dicono gli autori del report – non smette di colpire l’Italia. Continua a salire la pressione del ciclo illegale del cemento (13.008 reati, +6,5%), ma a preoccupare è soprattutto l’impennata degli illeciti penali nel ciclo dei rifiuti, che sono stati 9.309, con un incremento del 66,1%”.
Numeri elevati sono anche quelli relativi, però, alle persone denunciate, 34.481, alle grandi inchieste sulla corruzione legata ai reati ambientale, 75, agli arresti, 319 e ai sequestri, arrivati a 7.152.
Alla serie dei reati ambientali, che comprendono sempre più numerosi incendi dolosi, si aggiungono quelli contro gli animali: 6.581. Si tratta per lo più di pesca illegale, di traffici di specie protette o di allevamento.
Infine, gli illeciti nelle filiere agroalimentari
I clan mafiosi censiti in Italia sono attualmente 378.
19 i comuni sciolti per mafia.
Cresce il business ambientale
“In questi tre decenni il Rapporto Ecomafia – ha detto il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – è diventato sempre più un’opera omnia per analizzare i fenomeni criminali legati al business ambientale, grazie anche a contributi istituzionali di rilievo, come dimostra l’edizione 2024. Dalla nostra analisi, emerge però che c’è ancora molto da fare nel nostro Paese, dove continuano a mancare norme importanti”.
A questo proposito le proposte di Legambiente guardano al recepimento della nuova direttiva europea sui crimini ambientali, all’ approvazione del ddl contro le agromafie, all’inserimento nel codice penale dei reati contro gli animali e all’inasprimento delle sanzioni per i reati nella gestione illecita dei rifiuti.