Chiusa a Roma la 26^ edizione dei campionati: Azzurri primi nel medagliere con 11 ori e 24 podi
È stata la perfetta chiusura del cerchio: come a Tokyo, dove 3 anni fa la vittoria nella 4×100 aveva coronato con il 5° oro l’incredibile Olimpiade della squadra di atletica leggera azzurra, aggiudicandosi proprio la staffetta veloce l’Italia ha completato con l’11^ medaglia del metallo più pregiato, nell’ultima giornata della manifestazione allo stadio Olimpico di Roma, una edizione dei Campionati Europei mai così ricca di soddisfazioni per la nostra Nazionale.
In totale, sono state infatti 24 le medaglie portate a casa dagli atleti italiani, nettamente primi nel medagliere, per la prima volta nella storia dopo aver chiuso al massimo al 4° posto, davanti a due colossi di questo sport come Francia (16 medaglie con 4 ori) e Gran Bretagna (13 podi con 4 primi posti).
Un’impresa anche pensando che, nella storia degli Europei di Atletica, il record precedente dell’Italia, raggiunto all’edizione di Spalato del 1990, parlava di “appena” 12 medaglie.
L’Italia dell’atletica: non solo Tamberi e Jacobs
Gli uomini-copertina dell’Italia dell’atletica, dopo gli storici ori olimpici giapponesi, sono sempre Gianmarco Tamberi, che si è confermato per la terza volta il più forte in Europa nel salto in alto, e Marcell Jacobs, a segno, così come a Tokyo, sia nei 100 metri che nella staffetta 4×100, grazie alla perfetta sincronia con Lorenzo Patta e Filippo Tortu, più Matteo Melluzzo, che ha preso il posto di Fausto Desalu rispetto al quartetto della finale olimpica. Staffetta italiana che, tra l’altro, ha inflitto all’Olanda, seconda, il maggior distacco di sempre nelle finali europee.
Saranno loro, ovviamente, le punte di diamante anche tra poco più di un mese, nelle imminenti Olimpiadi di Parigi, dove proveranno a ripetersi: compito sempre difficilissimo, tanto più che in Francia ci sarà anche il resto dell’élite mondiale.
Ma è tutto il movimento dell’atletica leggera italiana a uscire vincitore dalle notti romane, con la crescita di grandi promesse, spesso all’insegna della finalmente avvenuta apertura ai nostri connazionali di “seconda generazione”.
Le altre stelle d’oro azzurre
Il clamore per le imprese di Tamberi, Jacobs e dei velocisti italiani non deve far dimenticare, però, che c’è un’altra atleta, Antonella Palmisano, che, prima azzurra in ordine di tempo sul gradino più alto degli Europei di Roma, è riuscita a bissare a Roma l’oro di Tokyo, in quella 20 km di marcia che, in Giappone, ci aveva visto trionfare anche in campo maschile, con Massimo Stano. Così come una menzione di merito va sicuramente alla mezzofondista Nadia Battocletti, 24 anni, che ha centrato la doppietta 5.000-10.000 metri.
Un atleta che si prospetta come uno dei punti di forza dell’Italia sia per il presente che per il futuro è Lorenzo Ndele Simonelli, 22 anni, nato in Tanzania da padre italiano e madre tanzaniana, oro nei 110 ostacoli. Origini africane, esattamente etiopi, anche per il più esperto Yeman Crippa, adottato da una famiglia milanese a 5 anni di età e ora primo nella mezza maratona, dove l’Italia ha conquistato anche il titolo a squadre con 5 atleti nei primi 10 posti. Gli altri due ori sono arrivati da Leonardo Fabbri nel getto del peso e Sara Fantini nel lancio del martello.
Larissa Iapichino e gli altri medagliati
Nell’ultima giornata di gare, sotto gli occhi del “primo tifoso” Sergio Mattarella, è arrivato anche l’argento di Larissa Iapichino, che porta il cognome del padre Gianni, astista di livello, e il colore della pelle della mamma Fiona May, che proprio nel salto in lungo, specialità di Larissa, aveva vinto proprio l’argento europeo 26 anni fa.
Un’altra bella storia di integrazione è quella di Chituru Ali, comasco di madre nigeriana e padre ghanese, che ha completato con Jacobs la doppietta oro-argento nei 100 metri.
Sul secondo gradino del podio sono saliti anche Filippo Tortu (200 metri), Alessandro Sibilio (400 ostacoli, con nuovo record italiano), Pietro Riva (mezza maratona), il 19enne figlio d’arte (padre altista, madre velocista di origini senegalesi) Mattia Furlani (salto in lungo, con nuovo record mondiale Under 20), la 4×400 maschile nonostante l’assenza di Sibilio (Luca Sito, Vladimir Aceti, Riccardo Meli ed Edoardo Scotti) e quella mista (Sito, Anna Polinari, Scotti e Alice Mangione) e Valentina Trapletti (20 km marcia).
I 4 bronzi dell’Italia, infine, sono stati vinti dal mezzofondista di origine rumena Catalin Tecuceanu (800 metri), Pietro Arese (1500 metri), Francesco Fortunato (20 km marcia) e la velocista nata in Costa d’Avorio e ricongiunta ai genitori in Italia all’età di 10 anni Zanyab Dosso (100 metri).
Alberto Minazzi