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Elezioni europee, si parte. Cosa c'è da sapere

Elezioni europee, si parte. Cosa c'è da sapere

Aperte oggi le urne in Olanda, Italia al voto sabato e domenica. Piccola guida per non arrivare impreparati

Dopo la parentesi del voto anticipato in Finlandia ed Estonia, dalle 7.30 di giovedì 6 giugno, con l’apertura dei seggi in Olanda, hanno ufficialmente preso il via le operazioni di voto delle elezioni europee 2024, per le quali i cittadini italiani si recheranno alle urne sabato 8 e domenica 9 a scegliere i propri nuovi 76 rappresentanti al Parlamento di Strasburgo.
Un voto, quello per la X legislatura dell’Unione, che cade in un momento estremamente delicato per la politica internazionale, al centro di tematiche, come i conflitti in atto o il sempre caldo tema delle migrazioni, che vedono su posizioni spesso diametralmente opposte i diversi partiti.
Ma anche le sfumature tra le forze alleate all’interno delle coalizioni nazionali, tanto più in un sistema che tende al bipolarismo come quello italiano, sono assai complicate e non possono essere ridotte alla semplice contrapposizione tra due schieramenti.
Per questo, anche considerando che alla mezzanotte di venerdì 7 scatterà il silenzio elettorale, con lo stop a una propaganda che nelle ultime settimane si è accesa tra attacchi, risposte e contrattacchi, sono le ultime ore a disposizione degli elettori per formarsi la propria idea con cui presentarsi ai seggi.

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@europa.eu

I partiti italiani e il loro posizionamento in Europa

I politologi dividono sostanzialmente in 7 grandi famiglie, sulla base del loro orientamento, le correnti interne al Parlamento Europeo, attorno alle quali si raggrupperanno i singoli partiti nazionali.
Guardando alla legislatura guidata da Ursula von der Leyen appena conclusa, la maggioranza di voti è stata raccolta dal Partito Popolare Europeo, la forza di centrodestra in cui, tra i nostri partiti, si identifica Forza Italia.
Come in Italia, la principale forza di opposizione è stata negli ultimi 5 anni il centro-sinistra, con il Partito Socialista Europeo, di cui fa parte anche il nostro Partito Democratico.
In Europa mantiene una sua rilevanza il centro, con Renew Europe che, insieme a un esponente di spicco come il presidente francese Emmanuel Macron, riunisce tra le forze italiane gli Stati Uniti d’Europa e Azione.
Guardando invece alle posizioni più estreme, a destra troviamo i Conservatori e Riformisti Europei, con cui si identifica anche il partito di maggioranza alle ultime elezioni italiane, cioè Fratelli d’Italia, e Identità e Democrazia, che è il riferimento europeo della Lega. A sinistra, invece, ci sono i Verdi/Alleanza Libera Europea, di cui fanno parte gli esponenti italiani di Alleanza Verdi Sinistra. Il Movimento 5 Stelle, invece, non ha aderito a nessun gruppo.

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La sede del Parlamento europeo, a Bruxelless

 

I programmi su difesa e Ucraina

Tra i temi principali su cui si è giocata una fetta importante della campagna elettorale, potendo giocare un ruolo determinante nell’orientamento del voto, c’è quello della difesa europea, compresa la posizione dell’Unione nelle guerre in corso di svolgimento, a partire da quella in Ucraina.
Forza Italia dice per esempio no all’uso delle armi italiane per attaccare la Russia e pensa a un commissario per la Difesa e al potenziamento dell’industria bellica.
Pace giusta e sviluppo a lungo termine di una politica e di un’industria bellica comuni ai vari Paesi e integrate con la Nato è l’idea di Fratelli d’Italia.
Un possibile stop all’invio di armi a Kiev qualora la situazione evolva verso un’escalation, sì agli investimenti comuni ma no a un esercito europeo è la posizione della Lega.
Sull’altro fronte, il Pd è favorevole al sostegno all’Ucraina ma non all’impiego di armi per attacchi in territorio russo.
Per lo stop immediato all’invio di armi e forniture militari sono poi le forze di sinistra come 5 Stelle, Verdi Sinistra, Libertà, Pace Terra Dignità.
Per i centristi, invece, Stati Uniti d’Europa dice sì all’esercito comune europeo e pensa a un incremento di stanziamenti e munizioni per Kiev, con Azione che si spinge oltre: favorevole alla creazione dell’esercito Ue, il partito di Calenda è l’unico a mostrarsi favorevole all’uso di armi per colpire la Russia sul proprio territorio.

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La città ucraina di Irpin devastata dalla guerra

I migranti nei programmi dei partiti

In linea con l’evoluzione della posizione del Partito Popolare Europeo verso un’idea di sempre maggior contenimento dei flussi e soprattutto con la posizione assunta dall’Italia con la propria politica interna, le forze di Governo portano avanti idee come quella di Fratelli d’Italia che, per far sì che sia l’Europa a decidere, punta sulla gestione delle domande d’asilo nei Paesi d’origine, aumento dei rimpatri e controlli più rigidi alle frontiere.
Ci sono molti punti di contatto anche con i programmi della Lega, che guarda a un rafforzamento della difesa dei confini, a centri di identificazione nei Paesi di transito e a sanzioni per i trafficanti, anche a scapito delle Ong. Più sfumata la posizione di Forza Italia, secondo cui la gestione dei migranti deve coniugare l’ordine e la sicurezza con l’umanità, anche attraverso un meccanismo “obbligatorio e rigoroso “ dei ricollocamenti tra i vari Paesi dell’Unione.
Stati Uniti d’Europa e Azione, invece, insieme ai meccanismi di ridistribuzione, puntano su una semplificazione degli ingressi.
Tra le proposte del Pd, l’avvio di una missione europea di soccorso, un sistema di corridoi umanitari legali e un fondo europeo per l’accoglienza diffusa.
I 5 Stelle chiedono invece il superamento della Convenzione di Dublino e Verdi e Sinistra quello dell’approccio hotspot.

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Le elezioni europee: informazioni utili per chi vota

Per poter portare avanti in Europa queste e altre tematiche a loro care (come le energie rinnovabili e la parità di retribuzione tra i sessi per chi si identifica nel Partito Socialista Europeo, la restituzione di parte della sovranità ai singoli Stati voluta da Conservatori e Riformisti Europei o la transizione ecologica dei Verdi), i singoli partiti dovranno però superare prima di tutto la soglia di sbarramento fissata al 4% nello spoglio del 9 giugno.Le operazioni di scrutinio inizieranno infatti alle 23 di domenica, subito dopo la chiusura dei seggi, che rimarranno aperti sabato 8 dalle 15 alle 23 e domenica 9 dalle 7 alle 23.
Il sistema utilizzato per l’assegnazione dei posti in Parlamento europeo per i prossimi 5 anni sarà quello proporzionale, all’interno delle 5 circoscrizioni di dimensione sovra-regionale definite per la tornata elettorale.

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Sono ammessi al voto tutti i cittadini maggiorenni (51 milioni 700 mila 591 italiani) che si dovranno presentare al seggio con tessera elettorale e documento di riconoscimento valido.
Nella scheda dovrà essere barrato il partito che si intende votare, con la possibilità opzionale di esprimere anche 3 preferenze per i singoli candidati, sempre però con il rispetto dell’alternanza di genere, a pena di annullamento delle scelte successive alla prima, e senza voto disgiunto.

Alberto Minazzi

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