Documentato dagli astrofisici dell’Inaf l’allineamento, che si verifica ogni 18 anni, di uno dei più famosi rettilinei della capitale con il punto di tramonto della luna
Praticamente da sempre, uno dei punti di riferimento usati dall’uomo per orientarsi sono stelle e astri. E anche le scelte sulla direzione di edifici e strade spesso sono legate alle configurazioni astrali.
Basta pensare alle piramidi egiziane di Giza, che sono rivolte esattamente verso i 4 punti cardinali (e secondo alcune teorie riproporrebbero le posizioni delle stelle della cintura di Orione).
O all’altrettanto famoso sito neolitico inglese di Stonehenge, che si ritiene potesse essere una specie di primitivo osservatorio astronomico, visto che la sua asse risulta orientata verso l’alba nei solstizi estivi.
Non molti sanno, però, che anche Roma ha quella che gli astrofisici dell’Inaf in queste ore hanno ribattezzato “Sistina-henge”, documentando un fenomeno che si verifica a intervalli di circa 18 anni.
L’Asse sistino e le basiliche di Roma
La suggestiva location, in cui in questo mese di maggio 2024 è stato possibile assistere a spettacolari tramonti della Luna, documentati dalle foto dell’Inaf presentate al 12° convegno internazionale Insap di Corfù, dedicato all’ispirazione dei fenomeni astronomici, è il cosiddetto “Asse sistino”.
Si tratta di uno dei principali rettilinei della capitale, l’antica via Felice, voluto nel riassetto urbanistico realizzato da Papa Sisto V e dall’architetto e ingegnere Domenico Fontana tra il 1585 e il 1590. La strada, che collega le principali basiliche dell’Urbe, serviva per consentire un comodo pellegrinaggio ai fedeli in visita.
L’Asse sistino guarda il tramonto della Luna
Il tratto interessato dal fenomeno astronomico è esattamente quello, lungo circa 1 km e mezzo, tra gli obelischi di Santa Maria Maggiore e Trinità de’ Monti, attraverso via Depretis, via Quattro Fontane e via Sistina, naturale prolungamento della stessa basilica di Santa Maria Maggiore.
Il suo orientamento, tecnicamente definito in un azimut di 307 gradi con un’elevazione dell’orizzonte di circa 1,5 gradi in direzione del colle di Monte Mario, guarda infatti direttamente verso il “lunistizio superiore”, cioè il punto più settentrionale in cui la Luna tramonta su Roma.
Asse sistino: una scelta non casuale
Il periodo in cui si verificano i suggestivi tramonti lunari ora fotografati dall’Inaf comprende una cinquantina di mesi, che si ripropongono ogni 18 anni, con al loro interno appena una decina di eventi che possono essere osservati ponendosi nella giusta prospettiva dell’allineamento.
È presumibile, dunque, che la scelta della direzione della strada non sia stata casuale, ma proprio voluta in base alle posizioni della Luna.
In tal senso, l’Inaf ricorda che la particolare configurazione era nota anche in epoche successive, come testimonia un’incisione del 1696, in cui l’obelisco dell’Esqulino viene usato come gnomone per seguire e tracciare i complessi moti del satellite.
Alberto Minazzi