Livello di allerta giallo secondo i risultati dei monitoraggi della Protezione Civile e delle valutazioni della Commissione Grandi Rischi. Ma c’è paura
Ancora paura nella zona dei Campi Flegrei, vicino a Napoli.
Una nuova scossa di terremoto, di magnitudo 3.6 è stata registrata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Osservatorio Vesuviano INGV questa mattina alle 8.28 a una profondità di 4 km.
Non si arresta lo sciame sismico dopo il terremoto di magnitudo 4.4 verificatosi la sera del 20 maggio, il più forte negli ultimi 40 anni. Nella stessa giornata si sono susseguite 150 scosse di minore intensità.
Oggi il vertice a Palazzo Chigi
Tuttavia, come precisa INGV, allo stato attuale non si registrano un peggioramento del bradisismo né della velocità di sollevamento o variazioni di andamento nelle deformazioni orizzontali o locali del suolo diverse rispetto al precedente andamento. Anche i parametri geochimici non mostrano significative variazioni, se non il noto incremento di temperatura e pressione che caratterizza il sistema idrotermale.
Mentre l’Osservatorio vesuviano INGV continua le attività di monitoraggio sul fenomeno in corso, oggi è previsto a Palazzo Chigi un vertice della premier Giorgia Meloni con i ministri interessati per fare il punto sulla situazione.
Un campo vulcanico attivo
I campi Flegrei sono un’area vulcanica attiva che si trova a ovest di Napoli e include, oltre a parte del capoluogo campano, i Comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giuliano in Campania.
Il nome, dal greco campi ardenti, denota la loro natura vulcanica e la presenza di numerose fumarole e acque termali, conosciute e sfruttate nell’antichità. A differenza del Vesuvio, formato da un cono unico vulcanico visibile, i campi Flegrei presentano diversi centri vulcani attivi da più di 80 mila anni, situati all’interno e in prossimità di un’area depressa chiamata Caldera. Questa si è formata in seguito a due grandi eruzioni, rispettivamente di 40 mila e 15 mila anni fa. E’ infatti il risultato del ripetuto sprofondamento di una vasta area provocato dal collasso del tetto del serbatoio magmatico superficiale dopo lo svuotamento dello stesso a causa dei due fenomeni, il primo dei quali, l’Ignimbrite Campana, è l’eruzione a più elevata energia conosciuta nel Mediterraneo.
La Caldera
Nella Caldera sono presenti tanti piccoli vulcani più o meno evidenti, tra i quali i principali sono la Solfatara, il Piccolo Monte Nuovo e il grande cratere degli Astroni.
Da anni nell’area è in atto il bradisismo con una serie di eventi associati tra i quali la risalita di gas dalla profondità della terra dovuta al muoversi del magma.
Se la crosta terrestre si deforma per questo fenomeno – la deformazione del suolo comporta fasi di subsidenza ovvero lento abbassamento alternate a fasi di sollevamento più rapido – si generano le scosse di terremoto. Allo stato attuale i monitoraggi da parte della Protezione Civile e della Commissione Grandi rischi hanno fatto valutare l’allerta gialla nell’area dei campi Flegrei. La zona della Caldera è comunque monitorata h24 per tenere sotto controllo qualsiasi variazioni dei parametri considerati
Il fenomeno del bradisismo
I terremoti nella zona dei campi Flegrei sono determinati proprio dal fenomeno del bradisismo, letteralmente movimento lento del suolo, del quale l’area è soggetta.
La ricostruzione dell’andamento a partire dal IV sec. d.C. è stata possibile grazie alle osservazioni compiute sulle rovine di una costruzione di epoca romana, situata a poche decine di metri dal porto di Pozzuoli (NA). In tempo moderni, vale a dire dal 1905, le tecniche di livellazione geodetica assieme alle misure tramite GPS e i dati interferometrici degli ultimi decenni, permettono di valutare in tempo reale le variazioni del suolo e quindi di monitorare il bradisismo.
Terremoto Campi Flegrei: parametri nel tempo
INGV ricorda che durante la crisi bradisismi del 1982-84, il sollevamento del suolo raggiunse i 9 cm al mese e in 30 giorni si superarono i 1.300 eventi sismici.
Nel corso del mese di aprile 2024, secondo l’ultimo bollettino di monitoraggio nell’area dei Campi Flegrei sono stati registrati 1.252 terremoti con un sollevamento nell’area di massima deformazione di circa 3 cm con andamento discontinuo, mentre i parametri geochimici confermano i trend pluriennali di riscaldamento e pressurizzazione del sistema idrotermale con un elevato flusso di CO2 dal suolo nell’area della Solfatara.
Silvia Bolognini