Nel nostro Paese sono 1.548 i Comuni che ne hanno almeno uno, il primato per numero va al Friuli Venezia Giulia che ne conta 454
Gli alberi, tutti, sono un patrimonio naturalistico di indiscusso valore, su questo siamo d’accordo.
Ce ne sono però alcuni che possono fregiarsi del titolo di alberi monumentali per dimensioni, longevità, requisiti storici (legami con particolari eventi), rarità, requisiti paesaggistici e storico-architettonici.
In Italia ce ne sono ben 4287 di oltre 250 specie, dei quali 2.107 si trovano nei piccoli Comuni.
E’ quanto rileva il rapporto 2024 “Piccoli Comuni e Alberi Monumentali d’Italia” promosso da Fondazione Symbola in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Coldiretti, Fai Cisl e AMI Alberi Monumentali d’Italia.
Dove trovare gli alberi monumentali
Sono 1.548 i Comuni italiani nei quali si trova almeno un albero monumentale e 962 sono in Comuni piccoli. Tra le Regioni in cui se ne contano il maggior numero, 454, c’è il Friuli Venezia Giulia, ma se ne trovano diversi su tutto il territorio.
Qualche esempio? In Sardegna, nel minuscolo Comune di Luras (SS) c’è uno degli olivi più antichi d’Italia e d’Europa, S’Ozzastru, un olivo selvatico che, secondo le stime sulla sua età, precede di circa 1.500 anni la nascita di Roma e Atene mentre in Sicilia il monumento verde più famoso è il Castagno dei cento cavalli, nel Comune di Sant’Alfio in provincia di Catania. Menzionato in documenti antichi che risalgono al XVI secolo, è posizionato sul versante orientale dell’Etna e colpisce per le sue straordinarie dimensioni.
In Toscana, la Quercia delle Checche, nome con il quale si indicano le gazze, nel piccolo Comune di Pienza, in provincia di Siena, è il primo albero d’Italia a essere diventato monumento verde nel 2017 e a dare vita al processo di tutela di questi gioielli nel nostro paese, grazie all’attivismo della comunità locale. Rimanendo in Toscana, la Quercia di Villa Carrara a Capannori (LU) sembra sia stata di ispirazione allo scrittore Carlo Collodi per descrivere l’impiccagione del burattino protagonista del celebre romanzo Pinocchio.
256 monumenti verdi in Veneto, il più conosciuto la Sequoia gigante di Longarone
Il Veneto, che pure ha una superficie forestale che copre solo il 25% del territorio, i 256 monumenti verdi sono presenti in diverse specie rare o esotiche come la maclura, nota anche come Arancia degli Osagi dal nome della tribù dei nativi americani che abitava nell’area dove cresce quest’albero e importata in Italia nella prima metà dellì’800. C’è anche il Cedro dell’Atlante, pianta originaria della catena montuosa nordafricana da cui prende il nome.
In particolare, guardando alla distribuzione per provincia, Belluno ne ha 22, Padova 24, Rovigo 4, Treviso 47, Venezia 35, Verona 32, Vicenza 92.
Tra gli alberi monumentali, uno dei più conosciuti è la Sequoia gigante di Longarone, in provincia di Belluno, sopravvissuta alla tragedia del Vajont che il 9 ottobre 1963 causò la morte di quasi 2.000 persone. L’albero, originario della Sierra Nevada, in California ha circa 170 anni e fino agli anni ’50 era conosciuto come la sequoia più alta d’Italia, prima che un fulmine ne colpisse la cima abbassandola di qualche metro. In provincia di Verona, nel piccolo Comune di Cerro, un albero, un ibrido naturale cerro-sughera, è stato capace di plasmarne la toponomastica. A Pieve d’Alpago (BL) cresce isolato in un contesto rurale un corniolo ultracentenario, che solitamente non supera i 6-6 metri di altezza, ed è alto 8 metri. E ancora, poco distante, a Chies d’Alpago (BL) vive un faggio di età stimata tra i 250 e i 300 anni. L’albero si trova lungo un sentiero in località Pian Formosa, è alto 30 metri, e da sotto le sue fronde si può ammirare un panorama mozzafiato sulle vette circostanti.
Silvia Bolognini