Un recente studio rileva l’impatto che hanno gli ormoni sessuali sulla salute. Le soglie
Le teorie mediche sulla possibilità che gli ormoni sessuali circolanti nell’organismo degli uomini che invecchiano possano incidere sulla mortalità e sul rischio di malattie cardiovascolari sono controverse.
Proprio per provare a chiarire le possibili associazioni tra livelli di testosterone, decessi e sviluppo delle malattie, un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Australia Occidentale, in collaborazione con team provenienti anche da Europa e Nord America, ha effettuato una revisione sistematica della letteratura scientifica fino a luglio 2019, con ricerche-ponte fino a marzo 2024.
Quanto impattano gli ormoni
E i risultati, riassunti nell’innovativo studio appena pubblicato negli Annals of Internal Medicine, sono significativi: “Gli uomini con bassi livelli di testosterone, alti livelli di Lh (l’ormone che stimola la produzione di testosterone, ndr) o concentrazioni molto basse di estradiolo (il più importante ormone steroide estrogeno umano, ndr) – hanno concluso i ricercatori – avevano un aumento della mortalità per tutte le cause”.
“La concentrazione di Shbg (le glicoproteine che legano gli ormoni sessuali, ndr) – prosegue lo studio – era associata positivamente e la concentrazione di Dht (un metabolita biologicamente attivo del testosterone, ndr) era associata in modo non lineare alla mortalità per tutte le cause e per malattie cardiovascolari”.
Lo studio e le prospettive
La revisione sistematica e le meta-analisi compiute, utilizzando la spettrometria di massa, dai ricercatori si sono concentrate in particolare su 11 studi prospettici di coorte su circa 24 mila uomini residenti in comunità con steroidi sessuali misurati utilizzando la spettrometria di massa e almeno 5 anni di follow-up.
Tra i risultati emersi, gli studiosi hanno fissato in 7,4 nanomoli per litro la soglia di testosterone nel sangue al di sotto della quale per gli uomini aumenta il rischio di mortalità per tutte le cause, indipendentemente dalla concentrazione d Lh. Per il rischio di morte cardiovascolare, invece, il limite è pari a 5,3 nanomoli per litro.
“La nostra ricerca – commenta l’autore principale dello studio, Bu Yeap della scuola di medicina dell’Università dell’Australia Occidentale e del Dipartimento di endocrinologia e diabete del Fiona Stanley Hospital di Perth – sottolinea l’importanza di comprendere l’impatto degli ormoni sessuali sulla salute, in particolare negli uomini che invecchiano”.
“Ottenendo dati grezzi da 9 degli studi inclusi e rianalizzandoli collettivamente – prosegue Yeap – il gruppo di ricerca è stato in grado di condurre un’analisi più completa con test robusti per le associazioni. Questo studio pionieristico segna un significativo passo avanti nella nostra comprensione del legame tra i livelli di testosterone e i rischi di mortalità negli uomini, offrendo preziose informazioni per la ricerca futura e la pratica clinica”.
Alberto Minazzi