Nell’ambito del progetto di ricerca internazionale Icarus, l’Università di Bari Aldo Moro e il Max Planck Institute studiano i comportamenti dei serpenti in relazione agli eventi sismici
Usare i serpenti come sentinelle sul territorio per prevedere gli eventi sismici.
E’ l’obiettivo che si pone lo studio al quale sta lavorando un team di ricercatori del Dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università Aldo Moro di Bari in collaborazione con il Max Planck Institute, una delle principali istituzioni tedesche nel campo della ricerca di base.
L’input per intraprendere la ricerca è scattato nell’aprile del 2009 quando si verificò il terremoto dell’Aquila e in quell’occasione gli esperti osservarono un’attività anomala dei serpenti.
Il biologo specializzato in erpetologia Gianpaolo Montinaro, insieme al dottor Ernesto Filippi e al veterinario Pasqualino Pir,o hanno così iniziato a monitorare questi animali nell’ambito della Festa dei serpari che si svolge a Cocullo, in Abruzzo. Proprio per dare vita a questa celebrazione, nella quale i serpenti sono catturati in natura e portati in processione attorcigliati alla statua di San Domenico Abate, i rettili sono monitorati da una dozzina di anni. Ora si guarda a un nuovo obiettivo scientifico: dimostrare la loro sensibilità ai movimenti sismici nell’ambito del progetto Icarus, che studia i movimenti e comportamenti di migliaia di animali di ogni specie e dimensione in ogni parte del mondo.
I comportamenti dei serpenti potrebbero prevedere i terremoti
Il piccolo paese abruzzese di Cocullo, in provincia dell’Aquila è così stato individuato come luogo idoneo per lo sviluppo di questo progetto pilota con il supporto dei serpari, che ogni anno catturano i rettili appunto per la festa di San Domenico Abate e dove è già in corso il monitoraggio dei serpenti selvatici, uno dei più grandi d’Europa.
Ma perché i serpenti piuttosto che altri animali? “Questo progetto – spiega il biologo specializzato in erpetologia Gianpaolo Montinaro – si basa sull’osservazione dei movimenti e dei comportamenti dei serpenti in relazione ai terremoti. E’ conosciuta l’informazione secondo la quale gli animali possono uscire dai loro rifugi non durante il sisma, ma prima, probabilmente quando si verificano piccole scosse che lo anticipano. Il nostro compito con i serpenti è di verificarla e capire quali siano i meccanismi che riescono ad avvisarli della prossimità del sisma e a farli uscire. Ci sono altri animali che hanno la possibilità di percepire alcuni fenomeni naturali. Per per fare un esempio, in Italia, il progetto Icarus ha utilizzato le capre sulle pendici dell’Etna per capire se possono anticipare il vulcanismo. Nel caso dei serpenti, potrebbero essere d’aiuto per prevedere i terremoti”.
Lo sviluppo del progetto
“Il primo passo del progetto – continua Gianpaolo Montinaro – è stato quello di impiantare su 5 cervoni (il cervone è il serpente più grande che si trova a Cocullo e in generale in Italia, ndr) delle trasmittenti. Attualmente gli animali sono in convalescenza, a metà maggio dopo esserci assicurati che sia tutto a posto e le piccole ferite provocate per l’inserimento si siano cicatrizzate, libereremo i serpenti e dal quel momento li seguiremo grazie a un sistema di ricezione locale che raccoglie i dati inviati dalle trasmittenti”.
Sarà successivamente il Max Planck Institute a confrontarli con l’attività sismologica che quotidianamente avviene per vedere se c’è congruenza tra questa e i loro comportamenti. Il progetto pilota al momento ha la durata di 1 anno, poi in base ai risultati ottenuti l’intenzione è di implementarlo qualitativamente e aumentando il numero di serpenti osservati. “In pratica – precisa Gianpaolo Montinaro – si guarda a un nuovo obiettivo scientifico: verificando se si muovono precedentemente al sisma possono dunque prevenirlo e diventare così sentinelle sul territorio di un evento catastrofico”.
La Festa e i serpenti di Cocullo
La Festa abruzzese si celebra da più di 500 anni il 1 maggio e i serpenti, catturati dai serpari, sono portati in processione attorcigliati attorno alla statua di San Domenico Abate, protettore dai morsi di questi rettili e dei cani con rabbia. A conclusione dell’evento sono rilasciati in natura per essere catturati l’anno successivo. E nel piccolo Paese abruzzese questi animali sono costantemente tenuti sotto controllo in attività di monitoraggio della salute nel loro ambiente naturale.
Nella zona sono presenti diverse specie di serpenti: il cervone, il biacco, il saettone o colubro di Esculapio, la natrice, la biscia dal collare. Più raramente ci si può imbattere nella natrice tessellata, nella Coronella austriaca e girondica.
Dallo scorso anno, al gruppo di ricerca di Gianpaolo Montinaro e Ernesto Filippi si sono uniti i professori Jairo Alfonso Mendoza Roldan, esperto di medicina erpetologica e parassitologia che ha lavorato per otto anni nel più grande centro in Brasile per la preparazione dei sieri antiofidici (che combattono l’azione tossica del veleno dei serpenti, ndr) e Domenico Otranto, parassitologi presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Il loro compito è di studiare i parassiti tipici dei serpenti italiani e quelli potenzialmente trasmissibili all’uomo.
Silvia Bolognini