La misura inserita nel pacchetto di interventi del valore di 5 miliardi approvato dal Governo in occasione del 1° maggio
C’è chi lo ha già ribattezzato “bonus befana”, perché il beneficio, inserito nel nuovo decreto di attuazione della delega di riordino del fisco approvato dal Consiglio dei ministri, sarà concretamente riconosciuto il prossimo inizio anno ai dipendenti in possesso dei requisiti previsti.
Il “bonus tredicesima” è però solo una delle misure del più complessivo pacchetto di interventi destinati al mondo produttivo approvato dal Governo nella seduta che ha preceduto proprio la festa dei lavoratori del 1° maggio.
Un programma di sostegno all’occupazione che, come ha sottolineato in un video sui social la premier Giorgia Meloni, può contare su un’importante dotazione finanziaria, di ben 5 miliardi di euro.
Il bonus tredicesima
Con il bonus tredicesima sarà introdotto, anche se solo una tantum e non in maniera strutturale, un incentivo pari a 100 euro che verrà riconosciuto a gennaio 2025 ad alcuni lavoratrici e lavoratori dipendenti. Il bonus non si applicherà infatti a tutti i dipendenti, ma solo a quelli che hanno innanzititutto un reddito complessivo da lavoro che non supera i 28 mila euro annui.
Il secondo requisito richiesto è la presenza di almeno un figlio a carico e, nel caso il nucleo familiare non sia monogenitoriale, che il reddito da lavoro serva al sostentamento anche dell’altro coniuge. A versare i 100 euro saranno direttamente i sostituti d’imposta, a cui il lavoratore dovrà, a fine 2024, comunicare l’eventuale percezione di altri redditi da lavoro.
È necessaria infine la cosiddetta “capienza fiscale”, ovvero che la quantificazione dell’imposta lorda dovuta sia superiore all’importo delle detrazioni spettanti. Tale imposta verrà determinata in base a tutti i redditi da lavoro dipendente percepiti dal lavoratore, mentre saranno escluse le pensioni ed eventuali altri assegni equiparati a quello pensionistico.
L’esonero dei contributi previdenziali
Tra le altre misure inserite da Palazzo Chigi nei decreti mirati alla promozione dell’occupazione e del lavoro attraverso bonus e agevolazioni fiscali, la presidente del Consiglio Meloni, nel video di presentazione, ha puntato in particolare sull’esonero per 2 anni dal pagamento dei contributi previdenziali, fino a 500 euro al mese, in caso di assunzioni con contratto stabile di giovani sotto i 35 anni che non hanno avuto mai un contratto a tempo indeterminato.
“L’esonero – ha precisato la premier – vale in tutta Italia. Nelle regioni del Mezzogiorno, però, il provvedimento vale anche per gli over 35 che sono disoccupati da almeno 2 anni” .La decontribuzione, inoltre “vale per le donne, a prescindere dall’età, su tutto il territorio nazionale con maggiore accessibilità al beneficio per quelle che vivono nelle regioni del Mezzogiorno”. In questi casi, lo sgravio totale per le imprese può arrivare fino a 650 euro.
Il decreto legge coesione, ha sottolineato Giorgia Meloni, vuole infatti “creare nuova occupazione soprattutto nel Mezzogiorno”, puntando a spendere le risorse “in modo certo e veloce”, con l’obiettivo di “combattere i troppi divari ancora presenti in Italia e le disparità tra i territori”. A tal fine, il decreto istituisce anche il Fondo perequativo infrastrutturale e introduce l’obbligo di destinare al Sud almeno il 40% dei fondi pluriennali per gli investimenti.
Le altre misure
Sempre nella prospettiva di favorire l’occupazione, il decreto prevede anche l’esonero totale dal pagamento dei contributi per un periodo di 30 mesi per i datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato, nel periodo compreso tra il 1° luglio 2024 e il 31 dicembre 2025, i dipendenti delle grandi imprese in crisi. Inoltre, con il cosiddetto “superbonus lavoro”, è prevista un’agevolazione per le imprese che assumono nuovi lavoratori nel 2024.
La superdeduzione arriverà al 120% per ogni assunzione a tempo indeterminato e arriverà al 130% in caso di assunzione di persone svantaggiate, come i giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile, le donne di qualsiasi età con almeno 2 figli minorenni, le vittime di violenza o disoccupate da almeno 6 mesi. Nel pacchetto rientrano anche alcuni incentivi per favorire l‘autoimprenditorialità.
Così, nelle regioni di Centro-Nord, è prevista l’assegnazione di un voucher fino a 30 mila euro per l’acquisto di beni destinati all’avvio di attività. Il contributo sale a 40 mila euro in caso di beni digitali o volti al risparmio energetico. Gli importi sono elevati, rispettivamente fino a 40 mila e 50 mila euro, nelle regioni del Sud. Le somme destinate a ridurre i divari territoriali, del resto, arrivano a 74 miliardi, sommano ai 32 di risorse nazionali i 42 europei.
Alberto Minazzi