Tedici (iLMeteo.it) conferma: “Nel nostro Paese, tanti fattori complicano le previsioni. Ma siamo anche sempre più esigenti”
Alzi la mano chi non si è mai trovato di fronte a una giornata di sole quando le previsioni del tempo indicavano brutto o, viceversa, ha preso la pioggia di fronte a un bollettino meteo che puntava al sereno.
Per quanto, con il migliorare degli strumenti, soprattutto informatici e delle conoscenze degli esperti del settore, le previsioni siano sempre più precise e accurate, la meteorologia resta una scienza tutt’altro che esatta.
Tanto più quando, come in Italia, ci sono tanti aspetti che, come ammette Lorenzo Tedici, responsabile media del sito iLMeteo.it, rendono le previsioni “più difficili rispetto ad altre parti del Mondo”.
“I motivi principali ma non gli unici – continua Tedici – sono geografici, legati cioè al posizionamento all’interno di un bacino caldo come il Mediterraneo, il fatto che il nostro territorio risente delle correnti polari in arrivo dalla Scandinavia e dalla Russia, e altitudini che variano dai 4800 metri del Monte Bianco allo zero delle grandi spiagge, specie del Sud”.
Le tante pretese dell’utente delle previsioni meteo
Accanto ai fattori oggettivi che rendono il suo mestiere “molto bello ma anche complicato”, come l’estensione territoriale, che varia dai 35 gradi di Lampedusa ai 47 della Vetta d’Italia, o le diversità morfologiche, il meteorologo di iLMeteo.it ne aggiunge, con il sorriso, anche uno decisamente diverso.
“Diciamo – sottolinea – che ormai, di fronte al meteo, noi italiani siamo diventati molto esigenti e quasi un po’ viziati. Spesso così ci viene chiesto non se domani sarà bello, ma per esempio se lo sarà dalle 17 alle 19. È uno degli effetti che derivano dall’avvento delle app orarie: decisamente carine, ma non certo una scienza esatta al 100%”.
Insomma: col tempo, anche il lavoro del meteorologo è cambiato. “Quando ho iniziato, nel 1998 – riprende Tedici – difficilmente ci spingevamo oltre a una previsione generale sulla mattina e il pomeriggio. Poi, con le nuove abitudini e il miglioramento delle informazioni e dei computer, abbiamo aggiunto prima la sera e poi anche la notte. E adesso nessuno ci chiede più solo se il giorno dopo pioverà”.
Meteorologi o sciamani?
Certamente, per i meteorologi italiani le sfide si fanno più ardue. E così anche vincerle diventa più gustoso. “Se ci capita – ammette Lorenzo Tedici – di dire che alle 15 pioverà e alle 15 effettivamente inizia a piovere, devo dire che ci divertiamo un sacco nell’essere guardati con ammirazione, quasi come degli sciamani. Ma, lo ammetto, è solo fortuna: pur non affidandoci al lancio dei dadi ma applicando conoscenze scientifiche, non si può essere mai così precisi”.
“La scorsa settimana – racconta un aneddoto al riguardo – mi erano state richieste le previsioni in occasione di un grande evento all’aperto che si è tenuto a Treviso, con particolare riguardo a una precisa fascia di qualche ora. E, a tre giorni di distanza, devo dire che ho beccato con precisione tutti i cambiamenti, di 15 minuti in 15 minuti”.
“Ripeto – conclude il meterorologo – che la mia, in questo caso, è stata solo fortuna. Ma devo dire che, pur con un po’ di sorpresa in diversi partecipanti alla grigliata, non c’è stato tutto lo stupore che ci si sarebbe potuti attendere di fronte a previsioni così precise. E questo, secondo me, va letto proprio nell’ottica dell’ormai diffusa abitudine di sentirsi dire che tra una settimana è prevista neve a Roma”.
L’arrivo delle perturbazioni dall’Atlantico
Eppure, come detto, le tante variabili in Italia rendono ancor più arduo fare previsioni esatte. Per esempio, guardando alla situazione attuale, sta entrando sull’Italia una perturbazione proveniente da Spagna e Francia, che già inizia a farsi sentire sulla Sardegna, con la bassa pressione sull’Italia centrale che richiamerà venti di scirocco. “È una condizione classica – spiega Tedici – su cui non dovremmo sbagliare molto”.
Quando arriva una perturbazione come questa dall’Atlantico, spiega il meteorologo, a complicare le previsioni è soprattutto la presenza delle Alpi.
“Un indice di difficoltà per i modelli è legato al fatto di come influiscono le Alpi Occidentali sull’ingresso della perturbazione sul nostro Paese. Questa può infatti avvenire, aggirandole, dalla “porta” della Francia, attraverso Mar Ligure e Mar di Corsica, o, spingendosi lungo l’intero fronte montuoso, dalla porta della bora e quindi da Nord-Est”.
Oltre a queste 2 ipotesi, ne è però astrattamente possibile anche una terza: “Le Alpi – aggiunge Tedici – possono anche bloccare totalmente la perturbazione, con maltempo dalla Svizzera alla Slovenia e vento caldo e secco di fohn in Italia”.
Tornando al presente, la discesa attraverso la porta del Rodano determinerà, soprattutto giovedì, la formazione di un cicloncino secondario a sua volta “di difficile posizionamento, potendo variare in distanze da 50 fino a 150 km”.
Le altre “complicazioni meteo” in Italia
Nelle previsioni sull’Italia, prosegue il meteorologo di iLMeteo.it, è invece più semplice anticipare il comportamento dell’anticiclone africano, così come dell’impatto dei cicloni provenienti dalla Russia su Adriatico e Ionio meridionale. Per questi ultimi, la vera difficoltà è legata al centro del ciclone, elemento importante per le previsioni.
“L’eventuale presenza di basse pressioni sul mare – spiega – possono posizionare l’occhio del ciclone in punti distanti fino a 100 km da quello previsto dal modello”.
Proprio la dimensione relativamente piccola dei nostri mari è un altro elemento che complica i calcoli previsionali, insieme alle loro temperature.
“Al di là delle traiettorie, bastano differenze minime per determinare l’intensità dei temporali, che sono per esempio più forti, con possibili nubifragi, se l’Adriatico è attorno ai 30 gradi, o il livello delle nevicate”. A sua volta, la quantità di neve in montagna, in inverno e primavera, può variare le temperature, a parità di condizioni meteo, fino a 10°.
Sono poi particolarmente complicati i posizionamenti dei temporali in Pianura Padana.
“Possiamo dare un’allerta – esemplifica – e leggerne la traiettoria, ma, per esempio, non siamo in grado di dire se si verificherà a Milano Sud o a Milano Est. Ciò nonostante, l’utente generalmente si lamenta in caso di errore di una ventina di km”. Infine, “a parità di risalita anticiclonica, i terreni secchi e aridi favoriscono le ondate di calore, anche se queste, negli ultimi 2 anni, si sono presentate indipendentemente dalle piogge recenti”.
Meteo: Paesi “facili” e meno facili
Se il posizionamento dell’Italia tra Mediterraneo e Alpi complica dunque le cose, ogni Paese, dal punto di vista delle previsioni meteorologiche, ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi.
Così, parlando del Regno Unito, Tedici sottolinea che “in quanto isola senza barriere montane, rende più facile il compito dei miei colleghi nel prevedere l’orario preciso delle piogge, anche se questo rende più complicato dire che tempo farà domani”.
Altri posti “facili” sono quindi per il meteorologo di iLMeteo.it le grandi pianure russe o i deserti, come quello australiano.
Al contrario, Lorenzo Tedici ritiene che gli Stati Uniti siano ancor più problematici dell’Italia per tanti aspetti. “Non a caso – ricorda – lì vi sono milioni di meteorologi, anche perché le persone vogliono in gran parte previsioni orarie precise, nonostante l’immenso territorio statunitense presenti configurazioni estreme, con il Tropico che spinge da sotto e il Polo artico che spinge dall’alto”.
Queste due masse, prosegue il meteorologo, si scontrano liberamente, senza che vi siano catene da Ovest a Est a contrastarle (“questo permette solo di sapere meglio dove arriva un fronte che sale per esempio dal Golfo del Messico”), dando luogo a fenomeni a loro volta estremi. “Più intenso è il fenomeno, più difficile è la previsione. Anche perché è pressoché impossibile prevedere tornado che spesso hanno diametri di 500 metri, ma una forza d’impatto elevatissima”.
Le previsioni per i prossimi giorni
Tornando in Italia e allo stato attuale delle cose, per il 1° maggio, nelle previsioni di iLMeteo.it, sono previste forti piogge in Piemonte, con anche neve sopra i 2100 metri, con precipitazioni attese anche in Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna.
Sulla fascia orientale e sulla Sicilia, invece, ci potrà essere un po’ di sole, con temperature aumentate dallo scirocco, e dunque condizioni quasi discrete.
“Il 2 maggio – conclude Tedici – arriva però una nuova perturbazione molto vasta da Nord-Ovest, abbastanza facile da leggere, che porterà pioggia in tutto il Nord, ma forse anche fino alla Campania sul versante tirrenico, con un calo di temperature e neve dai 1700 metri sulle Alpi.
Proprio per la conformazione del nostro Paese, in Abruzzo, Molise, Marche e parte della Campania si potrà però programmare anche una giornata al mare: me lo auguro e penso possa essere vero. Così come prevediamo che gli scrosci di pioggia possano finire venerdì, lasciando spazio a un weekend discreto, in controtendenza dalla “maledizione dei weekend” dello scorso anno”.
Alberto Minazzi