Sulla montagna vicentina, un museo a cielo aperto denso di storia e di grande pregio naturalistico
Un progetto di coesione e promozione della montagna vicentina che ha l’obiettivo di raccontare e divulgare i drammatici eventi accaduti su queste vette durante la Prima Guerra Mondiale. Il percorso escursionistico “Alta Via della Grande Guerra”, inaugurato lo scorso luglio, è un suggestivo itinerario che unisce la montagna vicentina lungo 200 chilometri di storia, natura, emozioni.
Situato nelle Prealpi Vicentine, l’AVGG collega da ovest a est i quattro sacrari militari, simboli della Provincia vicentina: Pasubio, Tonezza del Cimone, Leiten di Asiago e Monte Grappa.
Da questa via principale si diramano oltre 200 chilometri di sentieri che permettono di raggiungere vari siti, già oggetto, a partire dal 2001, di interventi di recupero e valorizzazione grazie ai quali si è potuto creare un vero e proprio museo all’aperto dedicato alla Grande Guerra.
Il sistema museale si compone di edifici della memoria (sacrari militari, musei, centri visita), campi aperti (areale del Pasubio, del Novegno Priaforà, del Cimone, dell’Ortigara, di M. Zebio), fortezze italiane (Forte Corbin, Forte Campolongo, Forte Interrotto, Forte Verena, Forte Lisser) e fortezze austroungariche nel limitrofo altipiano delle Vezzene (Forte Luserna, Forte Belvedere, Forte Spitz di Vezzena).
Sentieri e percorsi escursionistici, monumenti ed emozioni
Il recente progetto di valorizzazione turistica e culturale di queste aree del vicentino, direttamente interessate dalle battaglie svoltesi durante la Prima Guerra, è frutto di una convenzione tra Provincia di Vicenza, Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, Regione Veneto e 24 Comuni del territorio che rappresentano una ricca rete di tradizioni e culture da scoprire e vivere. Una sinergia d’intenti che ha permesso di completare un progetto a tutto tondo con la sistemazione dei percorsi escursionistici ed il recupero di manufatti di pregio lungo la prima linea, completando l’opera iniziata già nel 2001.
Il ripristino e la manutenzione hanno coinvolto anche la rete di sentieri prevalentemente CAI che collega l’Alta Via alla pianura sottostante: i percorsi caduti in disuso, pericolosi o pericolanti, sono stati messi in sicurezza e le aree di interesse bonificate da eventuali residuati bellici e ripulite con taglio degli arbusti e della vegetazione infestante.
Per una maggiore fruibilità e comprensione dei fatti accaduti, sono state posizionate tabelle informative e una adeguata segnaletica.
Il progetto condiviso ha permesso anche il restauro di diversi monumenti commemorativi della Grande Guerra (cippi, targhe, indicazioni militari) andati in rovina.
La storia e le memorie della Grande Guerra
Adatto alle famiglie, ai bambini e accessibile in molti tratti anche alle persone con disabilità, opportunamente equipaggiate ed accompagnate, l’Alta Via della Grande Guerra non si propone soltanto di narrare la storia e valorizzare le memorie della Prima Guerra Mondiale.
“Le Prealpi vicentine custodiscono uno dei più grandi patrimoni della Grande Guerra, fatto di trincee, forti, camminamenti, sentieri -ha detto il presidente del Consiglio Regionale del Veneto Roberto Ciambetti che, nei giorni scorsi, ha illustrato il progetto al Parlamento Europeo di Bruxelles-. L’ Alta Via ha senza dubbio l’obiettivo di raccontare gli eventi accaduti su queste cime durante la Prima Guerra Mondiale ma anche di promuovere un’offerta turistica slow e di qualità con la possibilità di recuperare, grazie anche ai finanziamenti europei, malghe, baite, rifugi, alberghi identificati lungo il percorso, offrendo supporto a tutti gli escursionisti e turisti come elementi di appoggio nelle varie tratte di percorrenza del sentiero”.
I quattro sacrari militari
I quattro sacrari militari rappresentano il fulcro del percorso escursionistico che, partendo dal Sacrario Militare del Pasubio conduce attraverso le montagne vicentine al Sacrario del Cimone, poi al Leiten ad Asiago e infine al Sacrario del Grappa.
Risale al 1920 l’inizio dei lavori per la costruzione del Sacrario del Pasubio, inaugurato nel 1926, un ossario che contiene le spoglie dei soldati, italiani ed austriaci, caduti nell’area del monte Pasubio durante la guerra. All’interno dell’edificio, che sorge su uno sperone roccioso dominante la Val Leogra, si trovano le salme di 1.558 soldati conosciuti, di 3.400 soldati ignoti italiani e di 60 soldati ignoti austriaci.
Il Sacrario Militare del monte Cimone sorge sulla sommità dell’omonimo monte dal quale si può ammirare la stupenda vista che si presenta sulla Valle adiacente.
Durante la guerra questa cima venne contesa a lungo perché costituiva un prezioso osservatorio sulla valle dell’Astico.
Progettato con lo scopo di dare degna sepoltura ai fanti del I° battaglione del 219° Fanteria della Brigata Sele, morti il 23 settembre 1916 in seguito allo scoppio di una mina austriaca sulla sommità del monte Cimone, l’ossario fu inaugurato nel 1929 sul margine meridionale del cratere della mina. Vi sono tumulati i resti, non identificati, di 1210 uomini raccolti sul campo di battaglia. Il Sacrario Militare del Cimone è l’unico luogo dal quale si possono vedere gli altri tre sacrari vicentini.
Nel maggio del 1916 il paese di Asiago venne gravemente danneggiato dalle truppe asburgiche che lo saccheggiarono ed occuparono.
Ricostruito alla fine del conflitto, il borgo montano fu scelto, durante il regime fascista, per ospitare uno dei più grandi sacrari militari italiani dedicati alla Grande Guerra.
La struttura, che sorge sul colle di Leiten, fu inaugurata il 17 luglio 1938 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III.
Al suo interno riposano quasi 60 mila soldati, di cui oltre 33.000 ignoti.
Recentemente all’entrata è stata posta una targa trilingue (ebraico, italiano e tedesco) con stella di Davide che ricorda come tra i vari caduti vi siano anche militari di origine ebrea. Il Sacrario Militare di Cima Grappa, che si adagia imponente sul costone aspro della vetta, fu realizzato nel 1935 ed ospita i resti di 12.600 soldati italiani, mentre nella parte opposta si trova l’ossario austroungarico che contiene le spoglie di 10.200 soldati che fino ad allora erano dislocati in diversi punti del Massiccio.
Claudia Meschini